La distorsione cognitiva

by Roberto C.A.

Ho già citato una volta l’effetto Dunning-Kruger. Come ci dice wiki, “una distorsione cognitiva a causa della quale individui inesperti tendono a sopravvalutarsi, giudicando a torto le proprie abilità come superiori alla media”. E di cui sono evidentemente vittima, visto che parlo di cose di cui non sono esperto.  Ma c’è un argomento che mi sta a cuore, e che è sempre di attualità, ancora più ora che si parla di toto-ministri, ed è quello della competenza. Che competenze servono per fare il ministro? E soprattutto, servono delle competenze in generale?

Non so se sia stata l’esplosione di internet, dei dibattiti televisivi o cosa, ma sembra essere diffuso un pregiudizio per cui tutti possono parlare di tutto con pari rilevanza. E invece non è affatto vero. Certo, un esperto sbaglia, ma la probabilità che lo faccia è in generale minore di quella di un incompetente. La cosa curiosa è che nessuno mette in dubbio il fatto che servano i medici, gli ingegneri, gli avvocati. Ma poi quando si tratta di dare opinioni, anche su campi specifici chiunque si sente in diritto di dire la sua con ugual peso. Che è un’enorme fesseria.

Sicuramente è anche colpa degli esperti stessi. Ho assistito a molti dibattiti in cui “scienziati” vengono chiamati a dare opinioni su campi ortogonali alle loro competenze. Geologi che parlano di astrofisica, e fisici che parlano di darwinismo e creazionismo.

Eh no, un esperto lo è in quanto ha studiato, approfondito e lavorato duramente in un particolare campo,  e su quello ha titolo di fare commenti autorevoli.  Se lasciamo intendere che esistano i tuttologi, allora chiunque può sentirsi tuttologo (perché chiunque si può credere esperto in qualcosa, come minimo nel sopravvivere).

Naturalmente, non sto dicendo che se non si è pienamente competenti non si ha diritto ad avere opinioni ed esprimerle (che è quello che stiamo facendo poi qui, nei blog). Bisogna semplicemente saper ammettere che la propria opinione è tanto meno sicura quanto più distanti siamo dal nostro campo di competenza. E meno importante di quanto crediamo. Cioè, dobbiamo essere consapevoli della Dunning-Kruger. Si tratta di un problema culturale, dobbiamo educarci a non sopravvalutarci. Quante volte abbiamo sentito in un dibattito “la mia opinione vale la sua”. La risposta è “no, non è affatto vero”.  Pensate invece come vanno le discussioni su stamina, sui vaccini (senza stare a citare le scie chimiche o la generazione dei terremoti). Tutto ciò non ha nulla a che fare con la democrazia, o con l’elitismo.

Ciascuno ha diritto a partecipare alla vita politica, creare o contribuire a qualunque associazione, ed essere eletto se ritenuto adatto dagli elettori. Qualcosa ha a che fare con la sinistra, certamente. Dovremmo fare in modo che ciascuno abbia un’istruzione sufficiente a capire che i problemi sono complessi, e richiedono soluzioni complesse. E che possiamo contribuire a risolverli, sia in prima persona sia valutando con qualche cognizione chi siano le persone più adatte a farlo, identificando demagoghi che proprio su questa ignoranza e conseguente (paradossalmente) auto-confidenza fanno proseliti.

E quindi i ministri? Significa che bisogna favorire i “tecnici” al governo? Assolutamente no, credo che anche la politica, soprattutto ai massimi livelli, necessiti di competenze specifiche. Di organizzazione e di mediazione.  Mi fa piacere vedere che molte persone intervistate come potenziali candidati rispondano “no, resto a fare il mio mestiere, che non è quello”. Alcuni tecnici prestati alla politica hanno fatto clamorosi errori proprio per mancanza delle conoscenze che servivano loro per capire e controllare la macchina dei ministeri. Gli esperti servono, appunto, a fare il loro mestiere, che è un altro.  Di supporto, magari.

D’altro canto, nemmeno la totale incompetenza è accettabile. Cosa ci vuole a fare il ministro, basta un po’ di buon senso. In questo modo, ci garantiamo che l’unica attività politica sarà di piazzare un po’ di persone qui e li, e l’attività sarà gestita dagli irremovibili burocrati del ministero, garanzia d’immobilismo.

Quello che serve sono, guarda un po’, dei politici competenti. E’ chiedere troppo?

81 comments

  1. Un po’ OT, ma nemmeno tanto, se si parla di competenza si parla anche di ignoranza. Lunedì intanto che viaggiavo in auto (le mie solite cinque/sei ore che mi costringono ad ascoltare la radio) ho sentito un’ottima notizia. Che guarda un po’ viene dal Papa.
    Il mitico almanacco di frate indovino ha cancellato l’oroscopo (che era un oroscopo sgangherato, più satirico che altro). Dopo che il Papa ha suggerito di non fidarsi di maghi e guaritori. Ma guarda un po’ se dobbiamo aspettare il Papa per vedere certe iniziative.
    Non potremmo dare seguito, chiedendo a gran voce che gli oroscopi vengano eliminati dalle trasmissioni della RAI? Sembrerebbero piccole cose, ma sono segnali che contano.

    1. Roberto, ma hai provato a scanalare in tv? Quanti maghi, guaritori, previsori del Lotto ci albergano? E quanti settimanali contengono l’oroscopo o altre fregnacce simili? Quasi tutti, soprattutto i femminili. Ci sono parecchi politici che vanno dalla cartomante….Io non mi stupisco: ancora nel Rinascimento i potenti avevano gli astrologhi personali, e pure nel Settecento. Certo che sarebbero segnali che contano qelli che dici: ma la struttura della stmpa/informazione, ad esempio, non è mica tanto cambiata rispetto al’Ottocento, se non per una maggiore contaminazione con i mezzi audiovisivi. Prova a confrontare un numero della Domenica del Corriere degli anni venti e un settimanale di oggi? La differenza è minima, se vai alla struttura

      1. Devo ammettere di seguire poco la TV, non per spocchia ma perché passo gran parte della settimana all’estero. E non frequento i settimanali cartacei, nemmeno dal barbiere vado più (ci pensa la mia signora che è bravissima).
        Ma non è che voglio limitare la libertà di stampa di chicchessia. Però una televisione di servizio pubblico avrebbe dei doveri. Poi lo so, se si comincia ad essere troppo prescrittivi si arriva alla TV con i mutandoni del dopoguerra. Ma non ci si può nemmeno fare superare dal papa, santiddio.

        1. temo che il Papa ci supererà in parecchie cose. Dato che anche la politica si sta facendo superstizione, La personalizzazione nasconde (nemmeno tanto) culti e tratti sacerdotali, i sostenitori diventano seguaci e fedeli. Gli eretici, via

        2. In realtà il cattolicesimo è sempre stato contrario alle superstizioni che sono, in qualche modo, residui di paganesimo, di mentalità precristiana. Quanto agli oroscopi in tv, finchè si presentano come intrattenimento e generici buoni auspici, a mio avviso sono innocui. Il problema si pone quando istituzioni serie e competenti avallano fenomi da baraccone come nella vicenda stamina, oppure quando istituzioni serie , ma non competenti intervengono in campi a loro non congeniali, tipo quei magistrati che intervengono sulla libertà di cura senza capire in cosa consistono le cure alternative e se sono promosse da ciarlatani.

          1. il problema è sempre come uno percepisce un fennomeno. si tratti di oroscopi o di stamina ci puoi ridere o no, ma non è che altre stravaganze facciano meno danni. Ci sono maghi che ti guariscono dal cancro e maghi che ti dicon che se non gli sganci soldi e non ti bevi nn so quale pozione o non compri un amulteo ad hoc, il cancro che ti verrà. O un disastro. E altri parapsicologi che ti spiegano che qualcuno della tua faniglia o dei tuoi amici ti ha fatto il malocchio. sai quanti italiani ci credono e li foraggiano? Poi abbiamo i maghi della politica. Che la chiesa abbia sempre combattuto le superstiioni nin mi pare: in tanta parte E’ superstizione (i mircoli, le visioi ecc.). A meno di intndere il mallesu maleficarum come una forma di lotta alla supersizione

            1. Io non mescolerei i mistici della chiesa con gli astrologi. I miracoli accreditati dalla chiesa moderna sono pochi e vengono meticolosamente vagliati. Nemmeno le viskoi di medjugori sono ancora state accetta ufficialmente. Forse Giovanni paolo II ha dato questa impressione, essendo lui stesso un mistico. Poi, se uno non crede, certamente può avere la sensazione che tutte le religioni siano una superstizione.

  2. Ma voi lo guardate “The Apprentice” con Briatore?
    E’ molto istruttivo. Un contadino intelligente, un po’ bandito, un po’ cazzone, striglia giovani iper-specializzati il tutto tranne che nella vita.
    Vedere questi programmi fa male… non vederli fa peggio.

  3. controcorrente mi domando: “ma Barca è un po’ pirla?”
    Sembra cascare dal pero sull’impronta De-Benedettista (e altri) di questo governo entrante…
    Se ne erano accorte anche le mie tartarughe, che sono di terra-terra… mica intellettuali catoblepi da salotto.

    1. De Benedetti?
      Ed io che pensavo che si dovesse salvare il culo a Berlusconi.
      Guarda tu quanto so’ scema. Ci sto benissimo su ‘sto post delle competenze come paradigma dell’ incompetenza tout court.
      Non posso aspirare neppure ad un posto di tartaruga.
      Chissà se è ancora libero un posto di lombrico.

      P.S.Strogoff s’è offeso,
      P.P.S: Forse dovevi postare su “Z la zanzara” ma va bene uguale

  4. ..ritornando sul cantiere.

    Sono d’accordo, senza necessita’ di entrare in arzigogoli epistemologici (quelli ce li teniamo per la pensione) sul sistema di correzione (o di retroazione) nella scienza) ma, se passiamo all’Economia o peggio alla Politica Economica la definizione di competenza diventa alquanto scivolosa. Ad esempio possiamo definire competente qualsiasi (competente, accademico e con attivita’ scientifica riconosciuta) economista che davanti alla frase “mano invisibile” con quello che sottende sulla liberta’ e (supposta) supremazia del “mercato” non senta il bisogno di dire: “beh, a dirla tutta (ehila’, fact checking) la frase “mano invisibile” compare una sola volta in tutte le 1443 pagine (almeno quelle della mia edizione) dell’ “An Inquiry Into the Nature and Causes of the Wealth of Nations e in un contesto in cui Adam Smith parla contro il principio del libero movimento di capitali e investimenti che avrebbe reso la sua teoria non funzionante.” Ricardo era della stessa convinzione, giusto per precisare.
    Quindi a dirla tutta il padre del liberismo era contro il neoliberismo. Tristezze degli epigoni.

    Azzarderei che le “competenze” in un “sistema sociale” possono essere definite per i “manutentori” del sistema, non per gli innovatori. Difficile definire delle regole per chi si propone di rompere le vecchie regole.

    Qui si ripropone il mio discorso sull’illusione di “eterno presente” che il neoliberismo” (nella mia mente sempre il vecchio “Capitale”) ha disseminato e fatto diventare il “corpus” delle competenze richieste per mantenere in equilibrio (a dire il vero per mantenere in equilibrio gli “squilibri”) il sistema.

    Ancora un’ altro esempio.
    E’ competente affrontare il problema dello squilibrio tra pensionati e lavoratori attivi come punto di partenza per proporre la riforma del sistema pensionistico? Attenzione non entro nei dettagli di “contributivo” o “retributivo” semplicemente su quello che e’ diventato senso comune. La partenza e’ li’: popolazione invecchiata, polazione attiva (anche in presenza di piena occupazione ed assenza di lavoro nero). Il punto su cui ci hanno convinto della necessita’ di una riforma del sistema pensionistico parte da li’. Il resto e’ solo un tentativo di renderlo equo o sopportabile. Ebbene mi faccio una domanda che ritengo competente: ma i futuri pensionati (e parte degli attuali) sono in grande numero perche’ appartengono alla generazione del “baby boom”. Lo Stato Italiano non ha provveduto, all’incirca per una ventina d’anni ai bisogni di quella generazione (la mia) in termini di scuole da costruire, sanita’, insegnanti e dio sa quanti altri investimenti. Non credo che lo Stato fosse piu’ ricco all’epoca. Quindi, perche’ lo abbiamo fatto allora e non possiamo farlo adesso?. Perche’ per ristrutturare lo Stato Sociale c’e’ bisogno di consenso e di informazioni “competenti”. Non dico di avere ragione e non ho comparato i dati. Ma a spanne non vi viene qualche dubbio? O, almeno, non vi pare il caso di riconsiderare la massa di dati competenti che ci viene propinata?

    Ho scaricato la carriola, ci risentiamo quando prendo la cazzuola. (si dispensa dalle assonanze)

    1. Il discorso si allarga, e non sono sicuro di poter contribuire. Che è quello che serve, questo blog è fatto così. Mi è solo venuta in mente una cosa: Picasso sapeva disegnare benissimo.

      Buonanotte!

      1. Ho usato anche io lo stesso esempio a proposito dei tuttologi dei social media. Si aggiunge ai corollari dell’assioma di RBB insieme a: “faticatori di pianura”, “pensieri lunghi”, “filtratori di paludi”.
        Vorrei pero’ introdurre il “Lemma di Lazarus Long”:

        “Un essere umano deve essere in grado di cambiare un pannolino, pianificare un’invasione, macellare un maiale, guidare una nave, progettare un edificio, scrivere un sonetto, tenere la contabilita’, costruire un muro, aggiustare un osso rotto, confortare i moribondi, prendere ordini, dare ordini, collaborare, agire da solo, risolvere equazioni, analizzare un problema nuovo, raccogliere il letame, programmare un computer, cucinare un pasto saporito, battersi con efficienza, morire valorosamente.
        La specializzazione va bene per gli insetti” (R.H. Heinlein)

        Buonanotte.

          1. Evocata dalla competenza, non poteva non venire fuori la specializzazione. Giustamente. E sappiamo tutti che rischi si corrono con la specializzazione, vediamo i poveri giovani mandati a fare i “corsi di specializzazione”, e uscirne con qualcosa che è probabilmente già obsoleto ipso facto.
            Eppure, se ci troviamo colpiti da una qualche malattia non banale andiamo “dallo specialista” e siamo felici che ci sia. Ed è questo specialista una persona che si autocondanna ad essere ignorante orizzontalmente? C’è una “via di mezzo”? O dobbiamo per forza strutturarci come le api o le formiche, ciascuno con compiti ben definiti? Qui mi serve Antonio, che sicuramente di queste cose ha già scritto, ma che ha sicuramente un punto di vista operativo, da persona immersa nel mondo delle scelte aziendali. E chissà quanti altri, spero per lui non troppo in conflitto.

          2. anch’io non mi ricordo chi ha sritto (credoB. Russel) che lo specialista si occupa di fenomeni sempre più specifici, riducendoli, riducendoli, riducendoli. Sin quando finisce per sapere tutto di niente. In medicina, la differenza è tra un approccio di tipo olistico e uno di tipo specialistico. Credo siano necessari entrambi, proprio come è necessaria la filosofia ma anche la meccanica di precisione. Il problema, è l’integrazione, il coordinamento. E, soprattutto, che un approccio non discrimini l’altro

              1. c’è già, l’hanno fondato finanza e una discreta parte della imprenditoria. ridurne ilcosto, ridurne la retribuzione, renderlo superfluo in parte significa delegittimarlo per ogni valore che può assumere. Altrà coa è fondare un partito dell’ozio remunerato. Credo sia un diritto stroicamente sostenibile

          1. Fatta eccezione per il primitivismo del MoV, lo stile tardo-barocco guida la nostra politica.
            attendo con ansia la fine del rococò e il ritorno del neo-classicismo pre-romantico rivoluzionario.
            Forza Casarini!

      2. hai mai visto un’opera di Picasso prima che passasse al cubismo?
        Poi bisognerebbe mettersi d’accordo sul cosa si intende per “disegnare”.
        Termine complicato, che in greco stava sia per disegnare come intendiamo noi oggi che per scrivere.
        In inglese, una delle accezioni, design e non schetch o draw, significa sia disegno inteso materialmente che progettare (infatti vien associato ad aggettvii, visual design, product design). Ambivalenza non estranea alla classicità italiana: un “disegno ” di Dio, ho in anmo un disegno…. ecc.
        Se poi entriamo nel rappoto tra segno e disegno, tu che hai una predilizione per le scienze sai a cosa si va incontro…ci tocca sbobbarci tutta la semiologia.
        Secondo te cos’è il disegno della natura? ad esempio…

        1. Mi viene in mente il ritratto al figlio vestito da Arlecchino, che ho sempre trovato delizioso. Sul disegno della natura non entro, altrimenti andiamo rapidamente a finire sull’universo metastabile, fine tuning e principio antropico… magari un’altra volta!

          1. io il disegno della natura lo considero dal punto di vista del segno che evidenzia. Li si nasconde il suo progetto, fin che non lo rendiamo percepibile, non lo sappiamo, ma anche quando è percepibile non è detto coincida con quel che sappiamo. La cosa mi interssa dal ptno di vista artistico, più che da altri.Sono convinto che l’apporccio artistico sia spesso più convincente di quello scientifico, proprio perchè non è del tutto asceintifico, anzi

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