Fedeli alla linea

IL PD SCEGLIE L’ANTIGAY PATRIZIA TOIA IN EUROPA – E ALLORA PERCHÉ NON RIPRENDERE LA BINETTI?

La capodelegazione democratica all’Europarlamento sarà la lombarda, nota per le sue posizioni contro le nozze gay. E, vista la scelta, il partito dovrebbe spiegare perché non riapre le porte a Paola Binetti. Grillini: “Sarebbe troppo integralista anche per la Merkel”. 

da l’Espresso (24/07/2014) – di Tommaso Cerno

image (1)

Patrizia Toia

Rottamiamo un po’ di diritti civili. E #cambiamoverso, eurodeputati del Pd, chiedendo scusa a Paola Binetti, che da domani dovrà riavere aperte le porte del partito democratico! L’elezione di Patrizia Toia – teodem, 64 anni, tre legislature a Strasburgo, autrice di lettere manifesto contro le unioni gay, di botta e risposta con le associazioni che invocano l’adeguamento della legislazione italiana a quella d’Europa – proprio alla guida della delegazione italiana del Pd in Europa si spiega solo in un modo: l’Italia si dev’essere resa conto di essere rimasta l’unico paese dell’Unione – quella europea – a non avere ancora una legge sulle Unioni – quelle civili – né sull’omofobia e, per non essere quindi tacciata di ipocrisia, per rendere evidente la sua essenza ai partner, ha scelto di farsi rappresentare da chi quelle leggi non vuole votare né adottare.

Ma allora, ci si domanda, perché non chiedere all’originale, Paola Binetti, di tornare sui suoi passi e rientrare a pieno titolo nel Pd? Perché affidarsi a una copia? Domanda che resterà, temiamo, senza risposta. Perché – dopo avere di fatto silurato la candidatura di Simona Bonafé, la più votata d’Italia, per ragioni di “screzi” con il giglio magico renziano – peggio della scelta del nome, c’è stata la litania di spiegazioni, argomentazioni, arringhe, post, tweet, forniti dai civatiani per spiegare il gesto di improvvisa unità con Matteo, nel nome dell’omofobia. A partire da Daniele Viotti, gay dichiarato, che s’è spinto in sittanta elucubrazione: «Abbiamo dato il nostro voto a una persona con cui non siamo d’accordo su praticamente nulla», scrive su Facebook. Frase che, nel Pd italiano, ripetono in molti renziani di ritorno, da qualche tempo. Aggiunge: «Patrizia Toia avrà un ruolo diverso, di coordinamento nell’organizzazione interna della nostra delegazione». Davvero? Strano, visto che quel ruolo, occupato da Nicola Zingaretti e da David Sassoli, è sempre stato invece un ruolo al alto tasso politico, come ogni ruolo di rappresentanza. A maggior ragione nel momento in cui i diritti civili sono il tema caldo dell’agenda politica d’autunno.

Eppure, a pensarci bene, hanno ragione loro. In effetti, se il sottosegretario renziano Ivan Scalfarotto, gay dichiarato pure lui, è riuscito nell’intento di stendere una legge contro l’omofobia che, emendata come è stata emendata, cambiata come è stata cambiata, manomessa come è stata manomessa, in pratica è diventata una legge che acconsente (quindi istiga) alla violenza contro gli omosessuali, c’è da chiedersi che male possa fare – in effetti – Patrizia Toia, se non rappresentare la quota rosa di omofobia necessaria per non dire, poi, che come succedeva prima, tutti i ruoli più importanti spettavano agli uomini.

A pensarci bene, l’omofobia alla guida di una delegazione ha poi un’altra valenza: affermare con i fatti che non c’è all’orizzonte alcuna svolta autoritaria. Quando si tratta di diritti, nel Pd, il pensiero non è affatto unico. C’è sempre un omofobo pronto al salto.

“Non è una buona notizia per il movimento lgbt e per i diritti civili. La nostra infatti si è sempre opposta sia in Italia che in Europa a qualsiasi provvedimento a favore delle persone lgbt inseguendo il familismo ultratradizionalista di origine Teodem”, spiega Franco Grillini, leader storico di Movimento Gay Italiani ed ex deputato Ds, che rifiutò di iscriversi al Pd per la presenza nel partito proprio di Paola Binetti, “Il gruppo Pd al Parlamento Europeo è il più numeroso dopo quello di Angela Merkel ma appartiene in teoria al Pse che dovrebbe essere laico e socialista. È davvero bizzarro che un personaggio cattolico integralista che sarebbe persino troppo a destra anche per buona parte del Ppe sia designato a capo del principale partito del socialismo europeo. Evidentemente la coerenza non sta più di casa nemmeno”. Se n’è accorta addirittura l’Arcigay, che sembrava essersi anestetizzata dopo che Francesca Pascale ha chiesto e ottenuto la tessera e, in cambio, ha spostato la rotta del centrodestra berlusconiano verso il porto dei diritti civili. Dice Flavio Romani, presidente nazionale: «Senza nulla togliere all’esperienza e alle competenze dell’onorevole Toia, balza all’occhio la nomina in un ruolo rappresentativo di un’esponente che dalla sua delegazione, durante la votazione della Relazione Estrela sul diritto delle donne all’interruzione di gravidanza, si smarcò clamorosamente, autodefinendosi minoranza», racconta il portale Gay.it. «La domanda – chiede Romani -, allora, è duplice: quanto l’onorevole Toia è davvero rappresentativa del gruppo dei democratici che oggi siede in Parlamento? E di conseguenza: le posizioni che Toia esprime sono da considerarsi da oggi “maggioritarie” all’interno della delegazione dei democratici, al punto da poter condizionare la sintesi politica su temi quali l’interruzione di gravidanza o le unioni tra persone dello stesso sesso?».

Dissento, presidente Romani, la domanda è triplice: perché non ridiamo la tessera honoris causa alla compagna Paola Binetti, così ingiustamente cacciata dal partito?

Qui la posizione dei civatiani.

138 comments

  1. Il problema di questo paese pare siano diventati i giovani come Boschi, Serracchiani, Madia.
    Persone che non hanno commesso a oggi errori madornali come quelli delle Bindi, Finocchiaro, e di Bersani.
    I quali invece si sono sempre nascosti dietro Berlusconi per farsi i loro affari dietro le banche ,
    i giornali, la sanità e le coop.
    Non vogliamo il rinnovamento e la velocità ? Teniamoci i vecchi e l’immobilismo.
    Teniamoci Vendola coi suoi 6000 emendamenti e poi lamentiamoci se non si fa mai nulla.

    Si punta oggi non ad avere una legge maggioritaria che consegna a chi vince tutte le responsabilità. Meglio avere una legge proporzionale che porta Berlusconi al governo. Grillo apre e chiude, ma l’obbiettivo è il consultellum
    Ogni motivazione è buona per dire no a una sana alternanza.
    Per esempio quella del no alle liste bloccate
    Si dunque al Mattarellum (che ha le liste bloccatissime , e che non consente a chi è in coalizione di scegliere chi candidare). NO all’italicum con 4 nomi sulla scheda per partito, nemmeno se c’è la promessa delle primarie..

    Per carità . Se poi la politica fa una cosa promessa da 30 anni, cioè se mantiene una promessa è un golpe democratico.
    Perchè ? Perchè i senatori sarebbero nominati.dai partiti . Peccato che senatori nominati da partiti li abbiamo avuti fino ad adesso e nessuno ha detto nulla. Non solo col porcellum , ma anche col Mattarellum
    Se si dà al cittadino un’unica possibilità di voto scegliendo prima, cambia qualcosa?
    Questi senatori invece NON saranno nominati dai partiti, qualunque sia la legge elettorale.
    La cosa comica è questa qui.
    5 sono nominati dal PdR per alti meriti (e la Costituzione attuale consente che ci siano i senatori a vita) ,L’unica differenza è che i senatori a vita non saranno più a vità .
    i restanti 95 sono 21 sindaci e i restanti consiglieri regionali.
    E come viene eletto un consigliere regionale? Piaccia o no il sistema , viene eletto con le preferenze.
    La riforma elimina rimborsi e fondi consiliari , dunque si fa in modo che i futuri consiglieri siano persone che si accontentano di uno stipendio di 5000 euro e perciò sperabilmente migliori dei senatori attuali e di quelli passati
    L’obiezione è che fra questi sono i segretari di partito a scegliere chi mettere , cioè che i senatori sarebbero nominati tra gli eletti sindaci e consiglieri
    Anche questo è falso. Un collegio di sindaci elegge i sindaci , e un collegio di consiglieri elegge i consiglieri. Cioè le stesse persone che sono state elette direttamente si scelgono tra loro.
    E allora dov’è l’anomalia ?
    L’anomalia è una elezione di secondo livello?
    Come viene eletto attualmente il presidente della Repubblica ? Allora il presidente della Repubblica è un nominato dei partiti. se vogliamo seguire questa logica . E non è nemmeno eletto tra gli eletti .Ma è la Costituzione a volere che sia così . La Costituzione è golpista?
    Se diciamo che il PdR nell’attuale sistema è ELETTO, allora sono ELETTI i senatori.
    ELETTI non nominati.
    Con una elezione di secondo livello, come nelle democrazie avanzate. E così abbiamo messo a posto Rodotà.

    Vogliamo per tutti l’elezione diretta ? Ha ragione Berlusconi a dire che la Costituzione è antidemocratica?
    L’unico nominato del nostro sistema istituzionale è il PdC . Viene nominato sempre , e mai eletto direttamente. Nominato su indicazione dei partiti , però quando non ci sono le maggioranze il PdC può mettere un tecnico come Monti e il rapporto con gli elettori viene meno.Se si vuole evitare la cosa, necessariamente chi ha un voto in più deve avere una maggioranza per governare e necessariamente deve essere la coalizione vincente a indicare come premier chi è presentato per farlo.
    In altre parole non possiamo pretendere un sistema proporzionale e lamentarci poi se il presidente della repubblica nomina un tecnico. Perchè le forze politiche non sono obbligate a trovare l’accordo e se non ci sono i numeri i compromessi (anche al ribasso ) sui programmmi sono d’obbligo.

    Il m5s ? Vorrebbe mandare a casa tutti , dicono. Ma nell’attesa fa di tutto per rimandare Berlusconi al governo neutralizzando un cambiamento positivo.
    Si accomoda e si serve

    http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11660860/Camera–assunto-a-tempo-indeterminato.html

    (è Libero, ma la notizia è vera è questo conta).

    1. Bindi e co. sono da cestinare, nel senso che sarebbe meglio passassero ad altre occupazioni. Però, sostituirli con gli stessi metodi (l’affiliazione a un leader o a una corrente) e senza badar alle competenze accumulate (vedere il curriculum di espereinza politica o amministrativa di parecchi di questi nuovi…) direi che non cambia nulla, se non i nomi e cognomi e la fedeltà al leader.
      Producono guasti, come è stata condotta la riforma del senato e nè testimonianza evidente.
      Dai diiktat, ora si passa alle flessioni sulle ginocchia: c’era bisogno di emetterli i diktat, quelli che stabilivano che entro il …. se no tutto crolla, o si va alle elezioni, o mi dimetto?
      No, ma li hanno messi, tanto in un tweet puoi condensare tutto (cioè: il nulla, che però va in tv, vista l’inforamzione che abbiamo che le notizie non sa scovarle ma le riceve da chi le inventa).
      Su una riforma di interesse costituzionale era necessario arrivare a minacciare l’equivalente della fiducia e tempi strettissimi?
      Questi “nuovi” si richiamano al padre nobile Fanfani, ma Fanfani cazzate di questo tipo (prima minacciare e poi metter progressivamnte la coda tra le gambe con scuse risibili) non l’avrebe mai fatto.
      Mediare, in politica, non significa stare con chiunque, significa avere un quadro chiaro degli obiettivi, mediabili o irrinunciabili e dichiararli tenendoli fermi, non cambiandoli a ogni refolo di vento, COSTRUENDO nel frattempo (e dunque occorre tempo…) le alleanze necessarie a renderli concretizzabili senza fare politiche dei cento forni, oggì qui, domani la, per il semplice motivo che queste alleanze mutevoli non danno nessuna stabilità e nessuna prospettiva politica al paese..
      COSTRUIRLE, ribadisco, non prendere quelle che ci sono a portata di mano o si trovano.
      Ora, se REnzi ha preso quelle a portata di mano, è un incapace; se le ha costruite, le ha costruite sballate, perchè si rivelano ingannevoli e non sufficenti.
      O, in ultima (o prima ipotesi) ha preso quelle che più gli si confanno: a lui, però, non ai cittadini democratici e progressisti di questo paese che dichiara di rappresentare…
      Però se qualcuno non lo capisce e ci ripete il manuale delle giovani marmotte ampliandolo ogni volta di qualche capitolo, senza nemmeno accorgersi di quel che nel governo STA CAMBIANDo (ed era ovvio cambiasse) , non è che glielo si può spiegare tutti i giorni.
      Il suo scattista preferito (Renzi) st passando pian piano alla maratona: c’è solo da sperare che i fan se ne rendano almeno conto.
      Era evidente che sarebbe finita così, giustamente. è stata una ingenuità totale pensare che potesse andare divesamente graie a una specie di guerra lampo, concretamente impraticabile e controproducente, come constatiamo ogni giorno nella realtà, non nei tv, nelle comparsate televisive o nelle interviste.
      Ora pensa che una via d’uscita ll’impotenza che lui stesso h costruito potrebbero essere le elzioni: ma è sicuro che gliele lascerebbero fare?
      A troppi non convengono.
      Governi tecnici ne abbiamo già avuti, coalizioni ritoccate si possono sempre mettere in campo.
      Tanto, ne abbiamo viste di talmente innaturali che una in più o una in meno non cambia…

      1. Di Maio , che si propone a novello costituzionalista e papabile leader ce l’ha la triennale in giurisprudenza?

        Renzi e la Boschi si, 110 e lode.

      2. Ma scusa, a Gennaio chi si è proposto per fare legge elettorale e riforme costituzionali?
        Stai dicendo che se Berlusconi non vuole Renzi non deve cambiare una virgola?
        Io sono d’accordo.

        Anche perchè Di Maio in un incontro ha detto una cosa , e nell’altra ha detto l’opposto.
        Di Maio non sarebbe credibile nemmeno se fosse l’unica alternativa. L’elettorato berlusconiano è in media più attento dell’elettorato m5s alle marce indietro di Berlusconi il quale dunque su alcuni punti è stato costretto (per non perdere elettori ) ad adeguarsi.

  2. I SUPEREROI E GLI ASINI

    Sempre più 100 e lode. Sempre meno bocciati. Liceali in media più «bravi» di chi studia nelle scuole d’arte, negli istituti tecnici e professionali. E una regione, la Puglia, che consolida un primato nazionale: è il pezzo d’Italia con il più alto numero di diplomati con il massimo dei voti. E al secondo posto – dopo la Calabria – per studenti usciti con 100. La Lombardia, invece, si conferma l’area dove è più difficile prendere la lode.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...