Un altro stile di vita è possibile

segnalato da barbarasiberiana

I “COMUNI VIRTUOSI” INDICANO CHE UN ALTRO STILE DI VITA E’ POSSIBILE

di Giovanna Maria Fagnani – Corriere.it, 21/08/2014

Sono oltre 70, pochi con più di 10 mila abitanti (ma c’è anche Parma): mettono in atto pratiche innovative e reali nel campo della politica ambientale

A Montechiarugolo, 10.500 abitanti in provincia di Parma, hanno sostituito tutti i lampioni – circa 2.400 – con lampade per illuminazione a led. Un investimento che farà risparmiare al Comune circa 215 mila euro di spesa e eviterà l’immissione in atmosfera di 500 tonnellate di anidride carbonica. A Paderno Franciacorta, nel Bresciano, i terreni comunali inutilizzati sono stati trasformati in orti gestiti da una cooperativa sociale. E ai privati che, a loro volta, rinunciano a costruire sui loro terreni e ne mettono a disposizione una parte per la coltivazione, viene garantito uno sgravio fiscale. Cassinetta di Lugagnano, nel Milanese, è stato invece il primo Comune italiano a dotarsi, nel 2008, di un piano regolatore a crescita zero. Qui è vietato costruire su suolo vergine: sono ammesse solo le ristrutturazioni o trasformazioni di edifici già esistenti. Si fanno deroghe solo nella zona industriale, per le aziende che devono ampliarsi.

Comuni virtuosi

Cassinetta, Paderno, Montechiarugolo. Paesi che, sulla pagella del rispetto dell’ambiente, della riduzione dell’inquinamento, della ricerca di nuovi stili di vita meriterebbero un 10 e lode. E la buona notizia è che oltre a loro ce ne sono molti altri: 74 a oggi, ma in continua crescita. Sono i Comuni virtuosi, paesi (pochi superano i 10 mila abitanti) che attuano pratiche innovative e reali nel campo della politica ambientale. L’associazione omonima che li riunisce è coordinata da Marco Boschini, educatore professionale, blogger e autore di libri sul tema della conservazione dei beni comuni. In dieci anni di attività, il network ha organizzato decine di eventi formativi, lanciato campagne (come Porta la sporta e Meno rifiuti, più benessere), ma, soprattutto, fatto conoscere esperienze e progetti pilota che avrebbero fatto fatica a emergere, proprio perché i loro protagonisti sono Comuni «piccini». Per entrare nell’associazione, i Comuni devono fare richiesta di iscrizione, presentando i loro progetti. Il network verifica poi che quelle buone pratiche siano poi messe in atto e non restino solo sulla carta.

Il premio

L’esperienza più innovativa viene poi riconosciuta, ogni anno, dal Premio nazionale dei Comuni virtuosi, promosso dall’associazione con il patrocinio del ministero dell’Ambiente. Per partecipare a questa edizione c’è tempo fino alla fine di agosto. E non occorre che sia il municipio stesso a candidarsi: anche i cittadini possono avanzare la candidatura del proprio Comune, segnalando e valorizzando le buone pratiche del proprio territorio. «Il premio è un modo per entrare in contatto con storie, idee, persone, che nell’ombra si impegnano ogni giorno, partendo da una messa in discussione radicale dell’attuale modello di sviluppo e praticando l’alternativa, con risultati a volte sorprendenti», spiega Boschini. «Fanno azioni per l’ambiente, e intanto la comunità ci guadagna in fatto di miglioramento della qualità della vita. Si creano posti di lavoro e le famiglie risparmiano. Sembra una favola, ma è la realtà di quasi dieci anni di associazione». E i piccoli stanno cominciando a ispirare i grandi: da poco anche Parma fa parte dei Comuni virtuosi e altri grandi centri hanno fatto richiesta di adesione al network.

23 comments

  1. Il premio dei Comuni virtuosi è un semplice strumento per spingere le pubbliche amministrazioni ad adottare buone pratiche. Mica il nobel per la medicina.
    Si potrebbe dire lo stesso del premio Ambiente e legalità di Legambiente, il premio Pio La Torre di Avviso pubblico e Libera, i Comuni ricicloni e chi più ne ha più ne metta.

    1. E invece avviene che i politici per zittire le critiche vantino l’appartenenza a questa associazione, dove a quanto pare vincono tutti quelli che partecipano o che sono nella loro “rete”.
      Puff!
      Critiche sparite.
      La cosa non mi piace per nulla.

          1. queste classificazioni hanno sempre dei risultati da prendere con le molle, ma in generale dopo anni di errori e orrori qualcosa di buono c’è, basta che queste classifiche non servono per fregiarsi sulla carta intestata ma siano di stimolo a migliorare ancora…

            1. …sì, hai sintetizzato alla perfezione.
              di tempo ne è passato da quando ci dovevamo togliere il catrame dai piedi dopo essere stati al mare.
              ciò nonostante, chi si ferma è perduto! avanti, ma in guardia, come diceva il gatto felipe (boh? l’ho visto scritto una volta e mi è piaciuto, ma non so chi cazzo sia ‘sto gatto felipe)

              1. da bimba andavo spesso alle 5 terre, era un disastro.
                adesso c’è il parco marino (hanno altri problemi, eh….fra frane e gestori ente parco che si inguaiano con la giustizia……)

  2. Non mi fiderei dell’obbiettività della cosa.

    Chi li dirige l’associazione e dà questi premi?

    Uno che è

    A) Consigliere comunale di Parma.
    B) Collaborante di Jacopo Fo
    C) Iscritto al movimento della decrescita felice.

    Non mi pare ci sia nulla di serio.
    Per aderire si deve pagare una quota annuale, poi si premiano tra loro.

    Qualcuno mi spiega perchè Parma è virtuoso?

    http://www.ilmattinodiparma.it/?p=132113

    1. se fosse così facile ci sarebbero più comuni iscritti.
      è una specie di “certificazione ambientale”, diciamo così
      e nella domanda bisogna indicare i progetti già messi in cantiere relativamente alle cinque linee di intervento: gestione del territorio, impronta ecologica della macchina comunale, rifiuti, mobilità, nuovi stili di vita.

      1. Ci possono essere un sacco di comuni non interessati a essere iscritti a questa associazione.
        Mica è obbligatorio. Fossi un sindaco io non pagherei una quota perchè un Pinco Pallino verifichi che il mio comune è virtuoso. Non lo farei nemmeno se fosse virtuosisissimo.

        Non la chiamerei “certificazione” ambientale
        Lo sarebbe se partecipassero tutti i comuni non pagando nessuna quota e se alla fine sulla base di criteri oggettivi venisse dato un premio a chi è stato più virtuoso.

        Non si conosce da quanto ne so nemmeno l’elenco di quei comuni che hanno chiesto di partecipare e che non sono stati ammessi, mentre i criteri sono molto “fumosi”.
        In questo modo è impossibile fare un qualsiasi tipo di confronto.

        1. Faccio copia incolla

          Le finalità statutarie riguardano in particolare l’impegno a:· aspirare ad una ottimale gestione del territorio, all’insegna del principio ispiratore del “no consumo di suolo” (Opzione cementificazione zero, recupero e riqualificazione aree dismesse, progettazione e programmazione del territorio partecipata, bioedilizia, etc.);·

          ridurre l’impronta ecologica della macchina comunale attraverso misure ed interventi concreti ed efficienti (efficienza energetica, acquisti verdi, mense biologiche, etc.);·

          ridurre l’inquinamento atmosferico promuovendo politiche e progetti concreti di mobilità sostenibile (car-sharing, bike-sharing, car-pooling, trasporto pubblico integrato, piedibus, scelta di carburanti alternativi al petrolio e meno inquinanti, nel rispetto delle produzioni agricole locali, volta al soddisfacimento dei fabbisogni alimentari delle proprie comunità e della biodiversità, etc.);·

          promuovere una corretta gestione dei rifiuti, visti non più come un problema ma come risorsa, attraverso la raccolta differenziata “porta a porta” e l’attivazione di progetti concreti tesi alla riduzione della produzione dei rifiuti (progetti per la riduzione dei rifiuti e riuso, etc), in una politica che aspira al traguardo “rifiuti zero”;·

          incentivare nuovi stili di vita negli Enti locali e nelle loro comunità, attraverso politiche e progettazioni atte a stimolare nella cittadinanza scelte quotidiane sobrie e sostenibili (autoproduzione, filiera corta, cibo biologico e di stagione, sostegno alla costituzione di gruppi di acquisto, turismo ed ospitalità sostenibili, promozione della cultura della pace, cooperazione e solidarietà, “disimballo” dei territori, diffusione commercio equo e solidale, banche del tempo, autoproduzione, finanza etica, etc), favorendo il più possibile l’autoproduzione di beni e lo scambio di “servizi”, sottraendoli al mercato per una società della sobrietà ispirata ai temi della de-crescita.” (Dall’ART. 4 dello Statuto)

          1. Non sono criteri oggettivi.
            Un comune per esempio può realizzare bene una cosa e non bene un’altra. In tal caso rientra fra quelli a cui va consegnato il certificato? ,

            Poi non sono chiari i singoli obbiettivi.
            Esempio. Cosa significa cementificazione zero?

            http://www.rossoparma.com/index.php/cronaca/1388-nuovo-centro-commerciale-confesercenti-pura-follia

            Sarebbe più serio dire cosa va bene cementificare e cosa no . Ad esempio un asilo potrebbe andare bene, credo.. I centri commerciali ci rientrano invece nel progetto di cementificazione zero?

            Si dice che ci si deve impegnare per arrivare all’obbiettivo “rifiuti zero”.
            Impegnare quanto? Non è quantificato.
            Nell’impegno rientra anche l’incenerimento dei rifiuti provenienti dal di fuori della provincia?

            Non sarebbe più serio dire che occorre aver aumentato la raccolta differenziata di una certa quantità nell’ultimo anno. , altrimenti non si hanno i titoli per partecipare?
            E , al contempo, aver diminuito l’inquinamento atmosferico di una certa quantità sulla base di dati scientifici che lo certificano?

            Così significa pochissimo.
            Tanto più se non si fa una operazione trasparenza sui comuni che hanno chiesto di partecipare e che non sono stati ammessi.
            Per ognuno di questi deve essere indicato il perchè così che si possano fare i confronti con quelli che sono stati ammessi. Altrimenti io non so per quale cavolo di motivo per la giuria Parma sta in quell’elenco e altri no.

            1. devi presentare i progetti di quello che hai fatto (mi sembra difficile in un singolo mandato riuscire ad implementare iniziative su tutti gli aspetti, buona se riesci a farne un paio….).
              Il caso di Parma francamente non lo conosco, non so da quando fa parte dei comuni virtuosi e se quell’intervento di cui parli era in un’area che era prevista edificabile da tempo.

              1. (in generale, la presenza di parma tra i comuni virtuosi potrebbe anche essere sfruttata proprio nel caso in cui il progetto in questione venisse attuato; da un certo punto di vista è una garanzia in più; insomma, tali certificazioni possono essere foglie di fico, ma se poi le cose non vanno sono anche appigli per una critica mediaticamente più forte; poi, a mio avviso ce ne sarebbero anche altri di comuni virtuosi; credo che molti non abbiano nemmeno pensato ad iscriversi)

              2. Non mi lamento se si critica Renzi, dico che l’aderenza a questa associazione non è garanzia di virtuosità o di maggiore virtuosità rispetto a altri.
                Per le ragioni che ho detto.. Poca trasparenza nell’associazione,innanzitutto.
                Se io volessi sapere perchè il comune X è virtuoso e un altro comune Y non è stato ammesso non lo potrei sapere.

      1. Pagava papà ( e non s’è fermato lì, a quanto pare)
        per tutto il copia/incolla di Barbara Wil non è disposto a pagare nemmeno 1 euro 😉
        gli bastano le conferenze stampa e i tweet e gli annunci, quelli li paga senz’altro (almeno i diritti di autore…)

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