di barbarasiberiana
Cultura, paesaggio, turismo come petrolio d’Italia.
Un conto sono gli slogan, un conto sono i provvedimenti reali. Soprattutto quando salta fuori che gli slogan entrano in conflitto fra loro.
Vediamo ad esempo il decreto “Sblocca Italia” (decreto…come sempre…perché le misure sono urgenti…), che dovrebbe rimettere in moto l’economia, e soffermiamoci sulle ripercussioni sull’ambiente, sul paesaggio. Teniamo anche conto di un fatto: a livello nazionale si sta cominciando a parlare di riduzione del consumo di suolo, con almeno due DDL sull’argomento, uno dei quali presentato da alcuni Ministri (ne parleremo in un’altra occasione). Qui invece, fra controllati commissari di se stessi (mi riferisco a quanto riportato nell’art.1 del decreto a proposito dei progetti ferroviari), deregulation, prospezioni in aree di pregio, VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) azzoppate e dismissioni di beni demaniali sembra si vada nella direzione ostinatamente contraria a quella propagandata con i buoni propositi.
Il tutto con un provvedimento ai limiti della costituzionalità.
Di seguito trovate lo stralcio di tre articoli apparsi nei giorni scorsi e relativi appunto alle conseguenze degli interventi previsti in decreto. Il testo completo di ogni articolo lo trovate cliccando sul titolo.
SBLOCCA ITALIA, INTERVISTA AL PROF. DI SALVATORE*
(*) Enzo Di Salvatore, costituzionalista, professore di Diritto costituzionale italiano e comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza di Teramo, docente presso il Master di Diritto dell’Ambiente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Di Pietro Dommarco – Altreconomia, 16/07/2014
(…)
Ha parlato di illegittimità. Per quale passaggio del decreto?
I dubbi sono molti: la previsione di un “titolo concessorio unico” in luogo di due titoli distinti (permesso di ricerca e concessione di coltivazione); l’estromissione degli Enti locali dal procedimento amministrativo che porta al rilascio del “titolo concessorio unico”; il fatto che l’intesa della Regione sia considerata dal decreto – più di quanto non sia accaduto finora – come un atto interno al procedimento amministrativo. I dubbi che la previsione del titolo concessorio unico solleva riguardano il diritto di proprietà dei privati (art. 42 Cost.). La disciplina dei beni del sottosuolo si è sempre informata alla concezione fondiaria della proprietà. Già il codice civile del 1865 stabiliva che chi ha la proprietà del suolo ha pure quella dello spazio sovrastante e di tutto ciò che si trovi sopra e sotto la superficie. Secondo questa concezione, confermata dal codice civile del 1942 tuttora vigente, il sottosuolo appartiene al proprietario del fondo fino a quando il giacimento minerario non sia scoperto (e ne sia dichiarata la coltivabilità). Solo a partire da questo momento si ha l’acquisizione del giacimento al patrimonio indisponibile dello Stato. È a quel punto che lo Stato può dare il giacimento in concessione. In questa prospettiva, il permesso di ricerca si configura come un limite al godimento della proprietà, mentre la concessione è costitutiva di nuove capacità, poteri e diritti che altrimenti non si avrebbero. Vero è che la Costituzione, all’art. 42, ammette che la proprietà privata possa essere espropriata, ma solo per motivi di interesse generale e salvo indennizzo. Nel caso del rilascio del titolo unico, mancherebbe la dimostrazione dell’utilità generale, non essendo ancora stato scoperto il giacimento. Per questo, nonostante si cerchi di mantenere distinta la fase della ricerca da quella dell’estrazione, la previsione di un titolo unico, che entrambi i “momenti” riunisce, getta un’ombra sulla legittimità di una scelta siffatta. Tra l’altro, il titolo unico dovrà contenere sin dalla fase della ricerca persino il vincolo preordinato all’esproprio. Una follia se dovessimo prendere sul serio quanto scritto sul decreto. Resta infine un dubbio anche di compatibilità del decreto con il diritto dell’Unione europea, non solo in relazione alle norme sulla concorrenza, ma anche in relazione al fatto che la normativa dell’Unione mantiene distinte le due fasi. Un secondo problema riguarda la partecipazione degli Enti locali al procedimento. La legge n. 239 del 2004 aveva riconosciuto loro questo diritto. Successivamente la legge n. 99 del 2009 ha limitato la partecipazione degli Enti locali al procedimento finalizzato al rilascio dell’autorizzazione al pozzo esplorativo, alla costruzione degli impianti e delle infrastrutture connesse alle attività di perforazione. Ora il decreto sblocca Italia non fa più menzione degli Enti locali. Colgo l’occasione per ricordare che dinanzi al TAR Lazio pende un ricorso avverso un permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, che verrà discusso il 27 novembre prossimo. Con il ricorso si chiede al TAR – seppure in via subordinata – di sollevare la questione di legittimità costituzionale della legge n. 99 del 2009, per violazione del principio di leale collaborazione. Un ultimo dubbio di legittimità concerne, infine, il rilascio dell’intesa da parte della Regione e, cioè, il fatto che il decreto del Governo sembrerebbe richiedere che l’intesa venga rilasciata in conferenza di servizi. Per la verità questa possibilità è già contemplata da tempo, ma nella prassi le singole Regioni hanno sempre rilasciato o negato l’intesa con un atto ad hoc, comunicato al Ministero dello Sviluppo Economico. Il decreto-legge, invece, parla di “apposita” conferenza di servizi (oltre tutto, in altra sua parte detta una nuova disciplina dell’efficacia degli atti di assenso che devono trovare espressione in seno alla conferenza). Questa previsione forse è dettata da esigenze di celerità, atteso che il procedimento deve concludersi entro 180 giorni (suppongo a partire dall’istanza presentata dalla società petrolifera). Ma se così fosse, la disposizione sarebbe certamente illegittima, in quanto tende a considerare la partecipazione della Regione al procedimento alla stregua di qualsiasi amministrazione pubblica, chiamata a rilasciare un semplice nulla osta o una mera autorizzazione. L’intesa della Regione si configura, invece, come atto “politico”, non come atto amministrativo, in quanto si giustifica quale compensazione alla perdita di competenza della Regione dovuta all’attrazione in capo allo Stato della stessa per esigenze di carattere unitario. Basta leggere quello che ha stabilito al riguardo la Corte costituzionale con le sentenze n. 482 del 1991 e n. 283 del 2005: la Regione ha diritto di partecipare alle decisioni assunte in sede statale con l’intesa e, in caso di mancato accordo con lo Stato, potrebbe portare all’attenzione della stessa Corte il problema, provocando un conflitto di attribuzione. Ma questo presuppone che l’atto della Regione conservi intatta la sua autonomia: se, invece, la Regione si esprimerà in conferenza, l’atto sarà imputato alla conferenza e non alla Regione.
In che modo lo “Sblocca Italia” incide sulle trivellazioni in mare?
Il decreto sembra dare il via libera alle attività petrolifere nelle acque del Golfo di Napoli, del Golfo di Salerno e delle Isole Egadi, attraverso una previsione che, solo apparentemente, pare dettata da ragioni di tutela ambientale. Questa conclusione la si trae dal fatto che la procedura disciplinata all’art. 38, comma 9, si applica “ai titoli minerari (dunque già rilasciati) e (anche) ai procedimenti di conferimento”, ricadenti nelle aree di cui all’articolo 4, comma 1, della legge n. 9 del 1991, che sono, appunto, relative, oltre al Golfo di Venezia, al Golfo di Napoli, al Golfo di Salerno e alle Isole Egadi. C’è poi il comma 10 dell’art. 38. Esso è relativo alle risorse nazionali di idrocarburi in mare “localizzate in ambiti posti in prossimità delle aree di altri Paesi rivieraschi oggetto di ricerca e coltivazione di idrocarburi” (cosa si intenda, però, con “prossimità” non è affatto chiaro). Con questa previsione si finisce per derogare al divieto di esercizio di nuove attività in mare, che ricadano entro le 12 miglia marine dalla costa. Individuate tali risorse, il Ministero dello Sviluppo Economico può, infatti, autorizzare per massimo cinque anni (prorogabili per altri cinque) progetti “sperimentali” di coltivazione di giacimenti di idrocarburi.
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AMBIENTALISTI CONTRO LO SBLOCCA ITALIA
di Alessio di Florio – qcodemag.it, 17/09/2014
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Marco Bersani (Attac Italia) ha attaccato quello che ha definito la “diretta consegna agli interessi dei grandi capitali finanziari” dei beni comuni in quanto, entro un anno dall’entrata in vigore della legge, sarà obbligatorio “collocare in Borsa o direttamente il 60%, oppure una quota ridotta, a patto che privatizzino la parte eccedente fino alla cessione del 49,9%”. Stesso tenore da parte del Progetto Rebeldia di Pisa, he denuncia la crisi del “ruolo del pubblico e dello Stato” che “si sta comprimendo drasticamente a favore della rendita e della proprietà privata diventando il suo vero e proprio Cane da guardia” in quanto “gli unici interventi seri da parte dello Stato – declinati con una precisa chirurgia repressiva – sono quelli fatti per la tutela della sacralità della proprietà” mentre, oltre alla collocazione in Borsa dei beni comuni il decreto “Sblocca Italia” prevede, tra gli altri provvedimenti, “la svendita degli immobili demaniali inutilizzati esclusivamente a soggetti privati” con l’Agenzia del Demanio che “da soggetto che governa il patrimonio comune di tutti i cittadini” verrà trasformato dal decreto in “istituzione preposta alla svendita di immobili ai privati”.
Sullo stesso tema è intervenuto il portavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli per il quale “con lo Sblocca Italia via libera alla cementificazione del demanio” in quanto prevede “la concessione o il diritto di superficie per beni pubblici, anche demaniali non utilizzati, per la realizzazione e lo sviluppo di progetti urbanistici e edilizi” anche in aree “mai state oggetto di concessione da parte dello Stato” e “fuori dai piani regolatori”.
di Domenico Finiguerra – adistaonline.it
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L’Italia cambia verso… Regioni come la Basilicata diventeranno finalmente dei piccoli Texas. Novelli Jr (lo ricordate il mitico petroliere di “Dallas”?) scorrazzeranno per le campagne lucane a bordo di Hummer H1 6000 cc. Grazie allo Sblocca Italia, appena firmato dal Capo dello Stato e che presto sarà convertito in legge dal Parlamento Italiano, le attività di prospezione, ricerca e coltivazione d’idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale rivestiranno carattere d’interesse strategico e saranno di pubblica utilità, e quindi urgenti e indifferibili. Finalmente qualcuno ha detto basta ai comitatini che intralciano la corsa al petrolio e le trivellazioni e impediscono al nostro Paese di dotarsi di “bomboloni” sotterranei per fronteggiare le crisi energetiche.
Grazie alla dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’opera, si partirà veloci con l’esproprio e ogni opposizione sarà rimossa, ogni contestazione tacitata, e se gruppi di cittadini e associazioni ambientaliste si ostinano a mettersi di traverso, saranno guai!
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Nel 1948, la Costituente stabiliva, per preservare la bellezza unica italiana: «La Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico e artistico della nazione».
Nel 2013, l’ISPRA ha certificato in 8 mq al secondo la quantità di terra italiana seppellita sotto il cemento e l’asfalto.
Nel 2014, il governo Renzi accentua ulteriormente la già grave “deregulation” edilizia che ha saccheggiato e devastato territorio e paesaggio di cui tanto ci vantiamo (e che ha romanticamente ispirato poeti e viaggiatori), rimette il turbo a tante grandi opere inutili e dannose che segneranno irreversibilmente le linee del nostro paesaggio e rilancia la svendita di patrimonio demaniale presentandolo all’opinione pubblica come agognata “valorizzazione”.
Tra le pieghe, poi, oltre al danno c’è anche una bella beffa.
La mirabolante Autostrada Orte-Mestre, 10 miliardi per 400 km di asfalto in territori fragili e bellissimi, densi di Zone a Protezione Speciale e Siti di Interesse Comunitario, da realizzarsi tramite la bacchetta magica chiamata “Project Financing”, aveva un problema: non stava in piedi. Almeno senza la defiscalizzazione. Ed infatti, per questo, la Corte dei Conti aveva imposto uno stop. Ma qui arriva in soccorso lo Sblocca Italia: la defiscalizzazione (che equivale a quasi 2 mld di euro che evidentemente non entreranno nella casse dello Stato) si applicherà anche alla Orte- Mestre. Chissà cosa direbbe Goethe di fronte a cotanta fantasia al potere!
Nel decreto del governo Renzi infine non poteva certo mancare l’accelerata sugli inceneritori che saranno così sbloccati e imposti al pari delle altre opere ritenute strategiche e senza alcun vincolo di bacino. Tradotto: laddove si riducono rifiuti, si ricicla e si riusa, arrivano rifiuti freschi freschi da altri territori. Con tanti complimenti ad amministrazioni locali e cittadini virtuosi…
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http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=4838
Io non vedo assolutamente come una cosa positiva il fatto di eliminare le regole, ridurre i tempi per il rilascio di permessi per interventi così impattanti. certe scelte vanno ponderate, valutate, e i permessi concessi solo se sono garantite certe condizioni relative alla tutela dell’ambiente, della salute delle persone, se è dimostrata l’utilità di un’opera.
wilson dice che i collegamenti stradali sono utili.
certo. ma quali?
se si propone la defiscalizzazione per la realizzazione di un’opera vuol dire che i flussi di traffico previsti non giustificano l’investimento.
per la brebemi erano previsti 40000 veicoli giorno all’inizio, 60000 a regime. dopo un inizio disastroso pare si possa stimare per fine anno 20000 veicoli giorno
http://www.corriere.it/cronache/14_settembre_10/brebemi-l-autostrada-che-nessuno-percorre-corsie-vuote-pochi-cartelli-d228837a-38a7-11e4-ba01-a3638c813bce.shtml
tutto questo dopo che da alcuni anni è attiva la 4a corsia fra bergamo e milano.
Delle opere “contestate” nella zona di milano secondo me ha molto più senso la TEEM, perché la provinciale esistente fra agrate e melegnano è totalmente intasata da tir che devono passare dalla A1 alla A4. Poi sta a vedere se la scelta di tracciato, e tipologia di strada,sia quella più corretta. probabilmente era sufficiente un ampliamento in sede dell’esistente, ove possibile, e la realizzazione di circonvallazioni in corrispondenza dei centri abitati attraversati.
Non sono d’accordo col fatto che si possa mettere a gara un progetto per il quale i costi di realizzazione non siano stati adeguatamente valutati. E con un progetto preliminare è impossibile che le stime siano attendibili. La conseguenza è che poi si verificheranno aumenti di costo successivi, con aggravio per le finanze dello stato, a causa di carenze progettuali.
Rilancio dell’edilizia: lo fai con una corretta pianificazione, incentivando rigenerazione urbana e recupero edilizio. La realizzazione di strade non deve essere lamolla per far scattare nuove lottizzazioni, ma la garanzia di avere collegamenti efficienti (inteso mezzi pubblici) deve favorire il recupero di centri abitati che si sono svuotati non solo a causa dell’emigrazione ma anche per scelte urbanistiche che hanno favorito la nascita di complessi residenziali scollegati dal tessuto urbano…di pregio,ok, ma con tutte le conseguenze legate alla possibilità di garantire i servizi e la socialità (credo che Roma sia un caso emblematico in tal senso).
L’utilizzo del suolo per queste opere urgenti e indifferibili ci fa sprecare una risorsa non rinnovabile, che dovrebbe essere utilizzata per produrre ilcibo che mangiamo, e ci costringe ad acquistare cibo (per noi o per gli animali che alleviamo) all’estero, e su questo cibo non non possiamo fare i controlli che possiamo (se vogliamo) fare in Italia. Dipendiamo dall’estero per la nostra sopravvivenza, non solo per il funzionamento delle nostre auto.
Non sono d’accordo con molte altre cose che vengono citate sopra, e trovo assurdo che in Italia si facciano sistematicamente leggi a rischio di incostituzionalità.
Sono conservatrice,ok, vorrà dire che me ne farò una ragione. E in alcuni casi, se proprio devo dirla tutta, sono conservatrice contro i miei stessi intressi. Ma come funzionano le cose in Italia proprio non mi va.
>Ma come funzionano le cose in Italia proprio non mi va.
Funzionano male da decenni purtroppo……
l’altro giorno leggevo questa notizia
http://parma.repubblica.it/cronaca/2014/09/23/news/liquidazione_aeroporto_pizzarotti_cercheremo_sostegno_in_ogni_modo_possibile-96462118/
l’aeroporto di parma è inutile….in emilia romagna è gia’ troppo quello di bologna…
Sono anni che chiude in perdita…..l’amministratore previdente chiude la baracca per tempo…
invece qui forse chiuderà, ma solo per mancanza di fondi.
p,s,
non mi interessa la critica a pizzarotti..
sembra facile, ma ci sono di mezzo interessi belli e brutti. tra cui anche diversi lavoratori. sembra facile dire a 100 (? 150? 200?) famiglie che si chiude la baracca…
e nessuno ha la bacchetta magica. quando ce ne renderemo conto sarà un bel giorno.
Il mio discorso non era riferito alle famiglie…..e’ relativo ad un discorso di programmazione che in italia non esiste o in minima parte.
l’amministratore previdente studia la questione e non fa l’aeroporto a Parma perché è inutile come quello di rimini….sa che in prospettiva non ha futuro. O al limite capito che non funziona chiude e sposta i dipendenti in altra azienda. Se siamo ridotti così non è per caso. Ma questo vale per centinaia di altri casi.
Funzionano male da decenni purtroppo…… inguaribile ottimista
sulla Brebemi: son passato ai caselli diverse volte. Se va come sta andando, 20mila veicoli al giorno per Natale arrivano se li porta Babbo Natale, per l’appunto. Ora come ora, se uno si piazza li con sedia,matita e taccuino, li segna a mano, quelli che passano.
http://dorsogna.blogspot.de/2014/04/lemilia-romagna-e-la-sismicita-indotta.html
Sull’ argomento stanno cominciando ad organizzare convegni anche enti serissimi .
Se vai in una zona che è già sismica di suo e ti metti a stuzzicare il sottosuolo magari un po’ di fastidio lo dai …
Per gli ambientalisti amanti della decrescita felice, un consiglio:
Non andate in macchina e nemmeno usate i mezzi pubblici . Andate a piedi e in bicicletta, come si fa in Olanda..
Non volete gli inceneritori ? E allora non deve essere nemmeno consentito che i rifiuti li portate a incenerire in altre città come avveniva a Parma.prima che ci fosse l’inceneritore.
Prima che Pizzarotti mettesse in funzione l’inceneritore i rifiuti li portava a incenerire in altre città . E’ forse meno inquinante?
Teneteveli in casa vostra. i rifutti. fin quando non imparate a riciclare il 100%.
Dopo di che potrete pontificare contro gli inceneritori e le trivelle.
Fin quando usate la benzina e gli inceneritori no.
Infine, se non volete le infrastrutture non addormentatevi sul treno a alta velocità
‘azz… hai avuto un’erezione? Alleluia!
Reazione polemica al post
Non vogliamo per esempio le trivelle. Poi però ci va bene importare petrolio e gas da altri paesi (anche dittatoriali) quando il nostro paese avrebbe ottime possibilità in questo senso.
Ditemi voi la soluzione.
Per me se si sciopera contro le trivelle poi si deve andare in bici o a piedi .
certo! Vuoi mica riempirti le Adidas di benzina verde
E’ un po’ comedire: se protesti contro lo stupro poi pero’ devi smetter di trombare…
Facciamo paragoni che c’entrano col discorso , altrimenti non si capisce nulla.
Stupro di che ? Del paesaggio ? Della natura? Del pianeta ?
Il problema non si risolve comprando dall’estero la benzina e il gas o mandando a incenerire i rifiuti altrove.
Non si sono mai visti poi stupratori che protestano contro lo stupro.
Tu la usi la macchina? La vuoi la decrescita felice o no ? Se la vuoi non la devi usare,
In questo caso sei legittimato a protestare contro lo stupro del paesaggio.
E’ facilissimo tirarsi fuori.
E’ un po’ come dire che i pellerossa erano ipocrifi quando rimproveravano ai bianchi di far strage di bisonti. In fondo anche loro li mangiavano, quei mansueti animalotti. Per coerenza avrebbero dovuto morir di fame.
Ops! I rossi non sono coerenti, per definizione. Sono contro la proprietà privata ma tu prova a toglierli il lecca lecca e poi vedi!
(Ogni riferimento al leccaculismo odierno ai due uomini della provvidenza nazarenamente uniti è pervicacemente voluto).
Ma no, ma no.
Anche questo paragone è inopportuno.
I pellerossa non dicevano che il bisonte non si mangia, tutto il contrario.
E non rimproveravano ai bianchi di far strage di bisonti per cibarsene
Dovevano aver pasteggiato piuttosto abbondantemente questi bianchi
https://www.google.it/search?q=buffalo+massacre&hl=it&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=_FQkVNGrJKGu7Ab514CIBw&ved=0CAYQ_AUoAQ&biw=1536&bih=684#facrc=_&imgdii=_&imgrc=TbLuD4cSaxFOvM%253A%3BIl3GKOgIH3USCM%3Bhttp%253A%252F%252Ffaculty.umf.maine.edu%252Fwalter.sargent%252Fpublic.www%252Fweb%252520104%252Fbuffalo.jpg%3Bhttp%253A%252F%252Ffaculty.umf.maine.edu%252Fwalter.sargent%252Fpublic.www%252Fweb%252520104%252F104%252520outline%2525202_08.htm%3B480%3B546
wilson hai superato l’esame.
Alla prossima riunione siberiana parteciperanno tutti e si terrà a casa tua!
Comincia a pescare le sarde.
guarda che coni bisonti non è che ci facevano le pellicce le dame di New York. Ci facevano carne in scatola, i bianchi
Sbaglio o ci sono obiettivi relativi alla riduzione dei gas serra? Dell’ uso di combustibili fossili ?
.ecco cominciamo a lavorare su questo invece di dare facili permessi per trivellare in aree di pregio .
Ci si sta trincerando dietro l’emergenza per non fare scelte strategiche relative alla pianificazione .
Lo sanno tutti che i gas serra, e il cambiamento climatico dai medesimi indotto, estingueranno la nostra specie. Dunque godiamocela fin che si può.
Qualcuno ha sentito parlare del gran culo che abbiamo con lo scioglimento del circolo polare artico con tutti quegli idrocarburi che libererà?
I dinosauri, dicono, si sono estinti asfissiati dalle loro stesse scorregge.
Noi, nel nostro piccolo, li emuliamo.
namm, inizia col non usare la macchina, e poi scioperi contro gli idrocarburi che ci avvelenano e modificano il clima.
Acquistare il petrolio da altri paesi è la stessa identica cosa dal punto di vista dell’impatto ambientale.
E’ uscito il nuovo Iphone con 128 GB di memoria. Conosco diversi comunisti e vicini ai centri sociali che non vedevano l’ora. Adesso sono in fila per comprarlo. E non scherzo..
barbara, giusto salvaguardare certe aree naturali di pregio ma la cosa non deve diventare un diktat.per dire che in nessuna parte si può trivellare. Perchè da noi no e altrove si, allora?
No a infrastutture , petrolio, e gas ?
E allora moriamo di freddo e andiamo a piedi.
Se parliamo di riduzione dell’impatto ambientale non è tanto un problema di dove si scavano i pozzi, ma di buone abitudini .
Esempio.
E’ elevato il numero di condizionatori d’aria venduti, quando si resiste d’estate anche con un semplice ventilatore, tra l’altro risparmiando.non solo energia ma anche denaro.
Se proprio lo si vuole usare non mettere la temperatura al minimo per farsi venire un raffreddore.
L’altra volta ascoltavo alla radio un intervento molto interessante di un ambientalista intelligente.
Per esempio si diceva che nei negozi , negli uffici e nei posti pubblici spesso l’aria condizionata è messa volutamente troppo bassa. Aumentando d’estate di circa due gradi l’aria condizionata di tutti questi posti,i si ha una temperatura del tutto confortevole, e un enorme risparmio di energia. Ecco un modo intelligente per ridurre l’impatto ambientale Consumare solo l’energia che serve.
Finchè ci mettiamo nell’ottica secondo cui a inquinare sono quelli che scavano i pozzi e non noi che usiamo la macchina non ne usciamo.
Siamo tutti, chi più chi meno stupratori del paesaggio.
> inizia col non usare la macchina
Sai quanto la uso? E perché?
Ho l’impressione che ti sfugga il nocciolo della questione .
Quello che dici (condizionatori , uso auto , etc .) è giustissimo .
Ma se iosvendo ciò che ho di più prezioso cosa mi rimane ? Ti stai concentrando solo su alcuni aspetti , che sono quelli forse più di impatto (anche per chi fa le battaglie ) e che sono però anche quelli più ambigui . Perché sono quelli che possono offrire più punti di vista . Ti chiedo invece di fare un passo indietro e vedere il disegno nel suo complesso . Tu cosa vedi ?
Io ci vedo una totale mancanza di visione del futuro , di un progetto da sviluppare per pensare alle generazioni successive , vedo la svendita del territorio, dei beni comuni in barba al risultato di un referendum , una forma di “aiuto di stato “che ricadra sulle casse della nazione , senza che prima sia stata fatto un qualsiasi tentativo per riequilibrare il carico fiscale rover recuperare l’evasione fiscale .
domanda: perchè quella utostrda dovrebbe collegare proprio MEstre a Orte? Non è che sia chiaro. Tra l’altro c’è una preoccupante assonanza con la Novara/Orta (il famoso rccordo Nicolazzi). ci passa qualcuno, fuori che nei week end estivi?
dai will è naturale che deve essere una decisione politica oltre che dell’individuo singolo..se non si vuole dipendere dal petrolio c’è bisogno di fare investimenti in una serie incredibile di aree e non lo può fare sicuramente il singolo privato, lo si può fare solo con la spinta dello stato…
alla fine si riduce sempre a come e quanti soldi spendere..dato che soldi non se ne possono spendere per la scellerata politica economica dell’Europa accetta supinamente da noi ( ma tra l’altro in sto semestre italiano non dovevamo cambiare tutto???) si preferisce risolvere il problema energetico fregandosene dell’ambiente…
opap
Fin quando il numero di automobili / famiglia è quello che è e fin quando la macchina si continua a usare la frequenza che sappiamo, il gas serra dipenderà dall’uso che ogni singolo cittadino deciderà di fare della macchina. E non dipende in ogni caso da dove si trivella.
Il petrolio proveniente dall’estero inquina uguale.
Se facciamo la scelta per motivi ideologici di non trivellare in Italia, la scelta non fa diminuire l’inquinamento globale. Siamo invece costretti a essere dipendenti per il gas da Putin e per il petrolio dai paesi arabi. Il che vuol dire che un minimo sconvolgimento in queste aree può avere un impatto enorme sulla nostra economia.
Trivellando invece creiamo nuovi posti di lavoro, sviluppo, ,
Effettuare collegamenti stradali arricchisce le lobby del cemento secondo gli ambientalisti e quindi non si deve fare ? Mai ho sentito una cosa più demenziale di questa. Migliori collegamenti consentono di raggiungere l’area desiderata più in fretta e dunque. se portati a termine, (cosa finora quasi impossibile in Italia, ma mai dire mai) , i collegamenti consentono di rilanciare il settore edilizio e di ridurre l’impatto ambientale.
Le infrastrutture soprattutto al sud sono necessarie anche se si vuole puntare sul turismo.
L’altra volta in Tv guardavo un servizio sulle bellezze di Catania . Si faceva però l’esempio di un turista che volesse andare a visitarle. Il problema è che per raggiungere quei luoghi ci voleva molto più del previsto, alla fine il turista che ci vuole arrivare è costretto a arrivarci chiedendo un passaggio e trova chiuso. Causa mancanza di infrastrutture.
E allora rendiamoci conto che l’Italia non è la foresta amazzonica.
Se vogliamo che l’impatto ambientale di ogni cosa che si fa sia zero, ci tocca vivere come li abitanti della foresta amazzonica.
Se vogliamo che le nostre città siano visitate le infrastrutture servono come il pane.
Oggi ho deciso di essere polemico con tutti
Spero di aver stimolato alcune riflessioni. Buona notte a tutti.
come buona notte?
sono in effetti stato molto approssimativo parlando di investimenti…cerco di essere più specifico..se tu promuovi il mercato delle auto elettriche non si dipende più dalle auto con motore a benzina, è naturale che ciò deve essere accoppiato all’investimento sulle tecnologie per ottenere energia elettrica pulita ( perchè se poi l’energia elettrica la otteniamo da fonti non rinnovabili siamo punto a caso )..
poi bisogna investire nel trasporto pubblico ( la puntata della scorsa settimana di presa diretta è ottima)…c’è inoltre un progetto interessantissimo per collegare le reti di energia elettrica tra paesi per gestire la distribuzione in modo più intelligente e efficiente ( l’argomento non era così semplice cmq in un servizio mi pare di report ne parlavano )…
tutte queste soluzioni permettono di ridurre le dipendenze da fonti non rinnovabili..perchè è naturale, come dici tu, che il problema non si risolve facendo le trivellazioni in azerbaijan e non da noi..
sulle infrastutture sono d’accordo, basta solo capire quali sono veramente utili e quali no..
io personalmente non sono nemmeno contrario al ponte sullo stretto per dire…naturalmente bisogna anche vedere le condizioni in cui ci si trova per potere fare una struttura del genere…ora queste condizioni non ci sono…
ps: e cmq il problema della dipendenza energetica estera non lo risolvi nemmeno facendo le trivellazioni da noi, al massimo lo posticipi..
il PIL aumenta se tu usi la macchina, se usi imezzi pubblici no.
aumenta se butto qualcosa di rotto e compro il nuovo (e quindi se consumo risorse magari non rinnovabili), non se lo riparo.
pensaci……è tutto ilmodello che non funziona.
e compito della politica dovrebbe essere quello di ridisegnare le regole, la cornice per favorire la nascita di un nuovo modello di sviluppo.
Invece sta solo facendo gli interessi di quelli che col vecchio modello ci campano.
E francamente non mi va di applaudire perché per creare 4 posti di lavoro (ma soprattutto per arricchire i soliti noti) vado a distruggere ciò che, se adeguatamente valorizzato, potrebbe dare cibo e lavoro anche solo alle stesse 4 persone per le generazioni che verranno, evitando magari i costi sociali indotti da un maggiore inquinamento
È tutto il giorno che aspetto l’arrivo dei renziani per vedere scorrere un po’ di sangue …
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è dadaismo o devo bannarti?
Ho sbagliato a copiare il link
Il paradosso che volevo comunicare è espresso visivamente sotto.
Il discorso si potrebbe allargare, ma mi fermo qui
hai sprecato 13694 bytes di risorse del database… se tu fossi un parlamentare 5 stelle dovresti chiedere le dimissioni da te stesso.
Li hai contati ?
sì, uno a uno… sono un tipo preciso, implacabile.
sembrava più sveglio codificato ‘base64’.
🙂
cmq di fatto è un successo del m5s se parliamo di queste cose, ecco che li tirano fuori dal cilindro
Cribbio è più lungo del post
è l’autoritratto di un dadaista inconsapevole… non ho potuto cancellarglielo.
Teneteveli in casa vostra. i rifutti. fin quando non imparate a riciclare il 100%.
l’ho smepre sostenuto. In Campania, Calabria, Sicilia
in California hanno smesso di separare i rifiuti in casa da più di un anno.
Non conviene, la “selezione casalinga” produce comunque troppi errori.
Separano i rifiuti per il riciclo a mano su grandi nastri trasportatori.
Tra qualche anno lo scopriremo anche noi…
può essere…ho visto qualcosa in tv. come sempre, fuori orario
A me pare sensato che siano dei ‘professionisti’ a fare la selezione dei materiali…
Esempio: le modalità di riciclo potrebbero evolversi… cambiare… che fai? Riabitui tutti i cittadini a cambiare metodo? sarebbe una follia.
il problema che mi arrovella è dove si potrà mai incenerire te?
amo civati
ahahahah
quando leverai il tuo commento diventerà perfetto
quale commento? 😉
Se non la smetti esco dall’aula…
hai ragione… smetto 😉
io mi astengo
ok è perfetto anche così da l’idea di un marco abbastanza schizofrenico
basta poco per cambiare … verso
pochi byte per incasinare verso… sarebbe divertente farlo nei database di Twitter.
veramente spettacolare… poi una serie di twitter di smentita che ancora di più incasinano il tutto
basta inserire (o rimuovere) a caso una negazione qua e là… un ‘non’.
o inserire un ‘non’ abolirò
che torna a penna e calamaio
per un istante mi è balenata la facciona di emilio fede…
questo è un effetto collaterale… ti cali un acido, ti appare Fede… e tutti danno la colpa a me. 🙂
Emilio amor mio…