#Renziscappa

segnalato da barbarasiberiana

#Renziscappa. A lanciare l’hashtag è stato il collettivo emiliano di scrittori Wu Ming che, lo scorso 4 Novembre, ha cominciato a snocciolare in 140 caratteri fughe e diserzioni di appuntamenti istituzionali del premier Matteo Renzi, esponenzialmente aumentate negli ultimi mesi e spesso passate “sotto traccia”. Su #left in edicola la cartografia collettiva.

78 comments

  1. IL FALSO MOVIMENTO

    Su RAISTORIA hanno dato un bel servizio sugli anni dell’Autonomia operaia e delle BR, a cavallo tra ’70 e ’80. Forse si trova ancora online sul sito.
    Aldilà delle questioni generali, veramente interessante è stata l’analisi di come fosse stato trattato e manipolato, dalla stampa ma anche dagli stessi protagonisti, un singolo episodio: l’uccisione del vicebrigadiere di polizia Custrà, colpito in fronte da un proiettile di pistola.
    L’immagine che è diventata una icona di quegli anni è quella del ragazzo che, incappucciato e isolato in mezzo alla strada, impugna la pistola a due mani e spara.
    Dopo anni e anni, son saltate fuori altre fotografie, scattate anche da alcuni reporter, che hanno consentito dii ricostruire il quadro complessivo degli avvenimenti dai diversi punti di ripresa e di vista, fotografici e testimoniali (testimonianze degli imputati condannati e confessi e di altri presenti al fatto, collaboratori di giustizia compresi) e han così permesso di SAPERE, andando oltre l”erocio” atto del pistolero isolato.
    Un corteo dii circa 300 autonomi/antagonisti si era diretto verso il carcere di San Vittore ma, trovandolo protetto da un forte schieramento di polizia in assetto armato, è passato davanti al portone evitando qualsiasi scontro.
    Cosa che non è accaduta successivamente in via De Amicis per un semplice motivo: un reparto di polizia, circa 20 uomini, è rimasto chiuso senza via di uscita ma, cionostante, la gran parte dei manifestanti non è andata allo scontro. anzi.
    E’ accaduto che, di fronte ai primi contatti manifestanti polizia, qualcuno ha cominciato a sparare, il corteo stesso è velocemente ripiegato in una via laterale, evitando uno scontro più pesante.
    Ma, piccolo dettaglio, una decina di manifestanti armati e incappucciati variamente dislocati (ci sono le foto) alcuni dei quali sono passati successivamente alle BR o ad alter frange armate (Prima linea ecc.) ha sparato.
    Quindi non uno, ma parecchi. E, poi, ha sequestrato il rullino che documentava i fatti a una fotoreporter che si era rifugiata nell’androne di un palazzo, minacciandola con una pistola.
    Il dato interessante storicamente è che, e non era la prima volta per ammissione degli stessi imputati e condannati in via definitiva, le armi (tra le quali un fucile a pompa) erano state distribuite da un automezzo anche a ragazzini di 16/!7 anni.
    Il colpevole diretto precisa, invece, che la sua pistola l’aveva rapinata a un vigile urbano.
    Questa era la rivoluzione che andava in scena allora: un movimento in minima parte veramente violento, ma in buona parte tollerante della violenza, che, constatato il costante declino di consenso nelle piazze, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, tentava assurdamente di recuperarlo anche in quel modo, ottenendo l’effetto di isolarsi ancora di più, fino a perdersi del tutto, smarrendo al contempo le ragioni eventualmente condivisibili che gli avevano dato vita.
    A conclusione del filmato, c’è la testimonianza del ragazzo fissato nella foto famosa: a distanza di anni, e prima della sua condanna definitiva, ripercorre brevemente quella esperienza, in un evidente rimorso/smarrimento per quel che fece e per l’autoinganno e la strumentalizzazione politica subita.
    La separazione riscoperta tra il corteo che, per disaccordo o per paura, se ne andava da un’altra parte, e questi “Eroi” da farwest, come li definì Eco prima ancora che si scoprissero tutte le altre fotografie che documentano quella giornata, a mio parere è emblematica del vero e proprio dramma dei movimenti di sinistra estrema che, soprattutto dopo il ’68, non hanno saputo far altro che mettere in scena il proprio isolamento dall’insieme della società e la propria impotenza, e più impotenza provano, più alimentano lviolenza fine a se stessa.
    Che, in diversi casi, allora, portò anche a eliminare fisicamente propri esponenti, sospettati di tradimento o portatori di dissenso, nella miglior tradizione del complottiamo risorgimentale imbelle ed illuso ben documentato da film come quello di Martone.
    Cosa avesse a che fare questo movimento col ’68?
    Per alcuni aspetti ne ha raccolto i peggiori cascami (i servizi d’ordine dei vari gruppi, il velleitarismo. le assemblee risole a bastonate e intimidazioni), per altri è stato addirittura antitetico rispetto alla capacità di rappresentanza, che comunque il ’68 in alcuni momenti ha espresso.
    Una caricatura grottesca, una testimonianza di protesta mal indirizzata e imbelle, che si intravede facilmente anche in parecchio antagonismo d’oggi che pratica nient’altro che una pseudopolitica narcisistica, col culto del residuale.
    Sii facessero raccontare dai loro nonni del ’77, com’è finita.

  2. COME SI SPIEGA #labuonascuola

    Il fatto che Renzi abbia volontariamente promesso di assumere i precari della scuola è l’ennesima presa per il culo.
    Lo si sapeva almeno da due p tre anni – cioè daiprimi ricorsi dei precari alla UE – che ci sarebbe toccato farlo, chiunque governasse, ma lui ci ha voluto fare la figura del generoso.

    Corriere della sera. “Precari della scuola, l’Italia condannata dalla Corte di giustizia Ue.
    La sentenza della Corte europea viene dopo i ricorsi del sindacato che richiamavano le norme europee contro l’abuso dei contratti a termine nel pubblico impiego”.

    Questo vuol dire che gli sghei per farlo, adesso, deve trovarli per forza e ho la vaga idea che li prenderà dalla scuola stessa, tagliando laboratori, manutenzioni e bloccando ancora i contratti
    o i fondi per le innovazioni didattiche.

    PS
    Notare: ricorsi dei sindacati, quelli che servono a niente

    1. beh, se proprio la vuoi sapere, in questo caso sicuramente sono serviti. a peggiorare la scuola. da anni, ormai (forse, e dico forse, gilda esclusa)

      1. Gilda? Rita Hayworth, vuoi dire.
        Quelli che farneticano che i docenti devono esclusivamente fare lezione, perchè sono professionisti e tutto il resto tocca da altri?
        Hanno avuto un gran successo, in termini di rappresentanza.
        I ricorsi li hanno fatti in tanti sindacati, Cobas compresi.
        E per fortuna, sennò i precari resterebbero tali per altri cent’anni

        1. Quelli che farneticano che i docenti devono esclusivamente fare lezione, perchè sono professionisti e tutto il resto tocca da altri?

          non so. ammesso e non concesso, a leggerla così mi pare buon senso.

          1. in un altro mondo e in un’altra scuola.
            ci sono funzioni collaterali alla docenza che solo i docenti possono assumere. altra cosa è dire che ce ne sono anche che si potrebbero tranquillamente affidare ad altri( se questi altri ci fossero).
            A mio parere resta che alcuni compiti che i docenti definiscono burocratici (alcuni!) in realtà qualificano e migliorano il lavoro docente in se e per se.
            Inizialmente, ho anche condiviso alcune posizioni di Gilda sulla specificità del lavoro docente e la necessità di valorizzarlo e non ostacolarlo, poi mi son sembrate talmente elitarie e fuori tempo, inefficaci oltretutto.
            Condivido, ad esempio, che si debba concentrare ogni sforzo sull’attenzione allo studente (non parlo di psicologie estemporanee, ma di verifica dei processi in atto,, formativi, didattici, relazionali) ed è chiaro che per farlo ci vuol tempo, che non c’è se viene sottratto da belinate,
            Ma Gilda, più che sugli studenti, mi pare concentrata su se stessa e sulle materie, un amarcord del bel tempo che fu (se mai c’è stato).
            Quando parlo di sindacato, comunque,, mi riferisco anche e soprattutto alle rappresentanze nelle scuole.
            Le confederazioni e le federazioni di categoria,, troppo spesso si son piegate a funzioni di affiancamento ai governi (anche se, per la verità, hanno contestato più di altri sindacati i provvedimenti attuati).
            Quel che è veramente deprecabile, ma in qualche modo comprensibile nel contesto italiano,, è il deprezzamento del valore del lavoro docente, in termini monetari e sociali.
            Processo al quale hanno a volte contribuito i docenti stessi, non solo nel caso di quelli incompetenti, ma per aver rinunciato troppo facilmente all’autonomia dei loro organi scolastici,
            Un collegio docenti, oggi,, decide quasi nulla, di fatto, e quel poco che decide lo fa spesso in maniera distratta, senza innovare ma perpetuando quel che esiste

            1. elitarie e fuori tempo, inefficaci oltretutto

              penso che invece sarebbero le uniche a produrre qualcosa. i messaggi che mandano cgil e cobas raramente fanno trapelare una vera rivalutazione, anche sociale, del ruolo docente (mai la cgil, ahimè).
              non è elitarismo (almeno a me non sembra), ma orgoglio del proprio ruolo (e, aggiungo, vero presupposto per migliorare il livello di t u t t i gli studenti)

              1. l’orgoglio ce l’hanno in tanti, la GCIL mai è una pura frottola.
                L’orgolgio,, poi, bisogna vedere in cosa si traduce, sennò resta una bella sensazione angelica
                La Cgil è stata tra i sindacati che negli ultimi anni più si è battuta contro le riforme della scuola e per avere contratti più vantaggiosi.
                Sai quanti scioperi son stati procalamati dalla Cgil o dai Cobas? E sai quanti da Cisl o Uil o Gilda?
                E sai quanti lavoratori della scuola silamentano ma non fanno un’ora di sciopero? E nemmno nessuna altra forma di contestazione?
                Sai quanti precari si fano il doppio lavoro proprio come quelli di ruolo? E badano solo ai cazzi propri?
                Gli scioperi sono inutili o insufficienti? Probabile, possibile, ma i ricorsi hanno vinto.
                Se tanti precari avranno una cattedra è perché diversi sindacati li hanno invitati e convinti a far ricorsi su ricorsi RINCORRENDOLI i precari, che ti rispondevano dicendo che servivano a niente? Che era fatica inutile anche solo compilare un modulo moduli per i ricorsi (preparati dai sindacati)?
                Quelli che non hanno aderito dovrebbero ora aver la coerenza di rinunciare alle cattedre, quando arriveranno.
                Ripeto: non entrerebbe in ruolo nessuno, se non ci fosse stata questa decisone della Corte UE, e non ci sarebbe stata questa decisione se non ci fossero stati i sindacati, quelli cui nessuno si iscrive perchè tanto sono inutili o dannosi.

                1. tra tutte le rivendicazioni scolastiche quelle dei precari non mi interessano affatto. penso che farli diventare cattedre sia un grave sbaglio.
                  è da anni, tra l’altro, che i precari vengono stabilizzati saltando avanti a chi ha vinto i concorsi.
                  è stata la filosofia della cgil. una filosofia di merda.
                  per me la cgil scuola potrebbe fare la fine del sorcio.

  3. Oggi su Repubblica c’è chi (non ricordo, forse Ceccarelli?) parla delle minoranze in rivolta come degli sfigati (peones).

    Non condivido il termine che trovo inutilmente forte.

    Tuttavia uno dei meriti che riconosco al nuovo corso,
    è quello di aver finalmente sgrossato la sinistra da quella tristissima patina dello “sconfittismo” e dalla sua atavica avversione per i “vincenti” come se soffrisse di un irrimediabile complesso di inferiorità.

    Per troppo tempo la sinistra ha confuso la difesa dei deboli con l’identificarsi con la debolezza.
    Errore gravissimo (imho).

    Chi è in difficoltà ha bisogno di una promessa di riscatto, di speranza
    non di qualcuno che lo compianga.

    Un ritrovato orgoglio. (per me è molto importante).

      1. Naturalmente.

        Però ricordo con quale “orgoglio” per mesi una parte di sinistra (guarda caso quella oggi in opposizione con il segretario) sembrava divertirsi a prendere schiaffoni dal M5S.

        Qualcuno, uno a caso, era disposto anche a regalargli il PdC…
        il che la dice tutta.

    1. E due. (Oggi non siamo per niente d’accordo).
      …chi è in difficoltà ha bisogno di una promessa di riscatto, di speranza…
      Ma se invece di speranza gli rifili bubbole varie, dopo un po’ quello capisce e si incazza. Imho.

      1. (questa è l’unica cosa certa. renzi non verrà buttato giù – ammesso che verrà buttato giù – o né da civati né da salvini, ma solo dalla sua – eventuale – incapacità a risollevare le sorti dell’italia. secondo me alla fine i cittadini sono concreti. adesso sono stati alla finestra. attendono. ma in fondo si accontenterebbero di poco, in questo momento quel poco ancora non c’è, ma chissà)

        1. renzi se verrà buttato giù senz’altro lo dovrà alla propria incapacità, che si sta man mano rivelando nella sua pienezza: galleggia e spera.
          ma se al contempo non c’è anche qualcos’altro di politico che si coordina e organizza, buttarlo già sarà molto più difficile.
          Per fortuna, qualche segnale più incisivo sii intravede, quel che alla sinistra estrema apre di poco conto, conta più della sinistra estrema

      2. Non basta dire che sono bubbole, bisogna dare alternative. Che puntualmente non avete 😉

        Succede anche che la gente non distingua le bubbole dalle cose utili:
        ad esempio Schroeder in Germania con agenda 2010 portò il partito socialista alla sconfitta, ma oggi la Germania può essergli riconoscente se sta superando meglio di altri la crisi. (imho)

    2. Chi è in difficoltà ha bisogno di una promessa di riscatto, di speranza
      non di qualcuno che lo compianga.

      Infatti impazzano gratta e vinci e lotterie. Tasse sulla speranza, come quelle di Renzi.
      c’è da andarne orgogliosi, proprio.
      Per esser sicuri di vincere, del resto, basta associarsi al vincitore dii turno, magari truccando qualche regola del gioco.. Fin che dura

      ps
      de\vi deciderti: quelli che votavamo PCI, DS e poi il PD di Bersani erano troppo orgogliosi e supponenti o avevano il complesso di inferiorità?

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