Le officine della solidarietà

Segnalato da n.c.60

IN OFFICINA, A COSTRUIRE SOLIDARIETA’

Creatività, gioco e teatro per spiegare ai giovani le realtà delle associazioni di volontariato modenesi. Tornano a Modena “Le officine della solidarietà”, un grande laboratorio di idee curato dai volontari con il supporto del Centro di Servizio per il Volontariato di Modena, all’interno del quale gli studenti delle scuole medie e superiori possono entrare in contatto con il mondo del volontariato e del terzo settore.

Di Laura Solieri – notemodenesi.it, 03/05/2015

Si aggirano tra gli stand incuriositi e silenziosi, parlano poco, guardano e ascoltano molto. Non è facile spiegare il volontariato a ragazzi delle scuole medie e superiori. In realtà non è facile spiegarlo, e basta. Il volontariato è materia del fare “aggratis”, dello sporcarsi le mani sul campo, non la troviamo nei libri di scuola, non prevede interrogazioni, non è obbligatoria. E’ una materia viva, come il diritto, non c’è un’età precisa per praticarla. Si impara, tanto, frequentando la società.

Fino al 9 febbraio al Foro Boario di Modena oltre 1300 studenti per un totale di 58 classi coinvolte tra scuole medie e superiori della città, sperimentano il volontariato partecipando all’undicesima edizione de “Le officine della solidarietà”, un grande laboratorio di idee curato da volontari di diverse associazioni locali con il supporto del Centro di Servizio per il Volontariato di Modena, all’interno del quale i ragazzi possono entrare in contatto con il mondo del volontariato e del terzo settore (le associazioni coinvolte in questa edizione 2015 sono Acat, Admo, Aido, Amafuoridalbuio, Amnesty International, Arcigay, Asa 97, Aseop, Auser, Avis, Bambini nel Deserto, A.V.O., AVPA Croce Blu, Emergency, CSI Modena Volontariato, Carcere Città, G.P. Vecchi, Gruppo Comunale Protezione Civile, G.V.C., Insieme a Noi, Insieme in quartiere x la Città, Kabara Lagdaf, Lav, Porta Aperta, Porta Aperta al carcere, Ridere per Vivere, Unione Italiana ciechi e degli ipovedenti, UISP).

In una recente indagine che fornisce la fotografia del volontariato italiano, realizzata da Istat, CSVnet e Fondazione Volontariato e Partecipazione, si afferma che a livello nazionale gli studenti sono i più impegnati nel volontariato (9,5%) mentre i volontari occupati si attestano al 9,1%. I dati dimostrano anche come il titolo di studio più diffuso fra chi fa volontariato sia la laurea (13,6%).

Siccome la solidarietà non si impara, si costruisce, in questa iniziativa che nel corso delle varie edizioni registra ogni anno una maggiore partecipazione, gli studenti visitano i “reparti” delle Officine e attraverso laboratori, giochi e attività teatrali toccano con mano le varie attività di cui si occupano quotidianamente le associazioni di volontariato: dall’assistenza agli anziani al trasporto dei disabili, dall’organizzazione del dopo scuola alla raccolta di sangue, dall’impegno nelle campagne per i diritti umani fino alla protezione degli animali.

E così, ad esempio, entrando nello stand allestito dal centro di accoglienza Porta Aperta, impari che nella tua città ci sono persone che non hanno un tetto sopra la testa e un tavolo a cui sedersi per mangiare ma grazie a questa associazione trovano un pasto caldo tutti i giorni, una coperta e tanti altri servizi di prima necessità.

C’è anche una cella penitenziaria ad “accogliere” i ragazzi lungo il percorso, la cui ricostruzione è volta a far sperimentare agli studenti l’esperienza di detenzione volontaria nella cella, sottoponendoli ad una ritualità, pure non strettamente fedele al reale, che comunichi una modalità di fruizione di ciò che li attende.

Il lavoro più importante è quello che avviene in classe, dopo la visita alle Officine dove si fa solo il primo passo, mentre in classe si riflette, si rielabora, si condivide con i compagni e l’insegnante ciò che si è scoperto” spiega Gianni Ascari dell’Associazione Servizi per il Volontariato di Modena.

“Il volontariato dovrebbe essere una componente presente nel curriculum vitae di ognuno di noi, non solo degli studenti – ha affermato l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Gianpietro CavazzaIl volontariato è fondamento della nostra civiltà e si compone di gesti quotidiani di prossimità che contribuiscono a contrastare fenomeni importanti come il bullismo, sensibilizzando le nuove generazioni ai temi dell’integrazione, della solidarietà, della cittadinanza attiva”.

A questo proposito segnaliamo il video di sensibilizzazione cliccatissimo “We don’t care“, realizzato dall’associazione Agape composta da giovani modenesi che nei giorni scorsi ha lanciato in rete questo video per combattere il bullismo. Il video è girato per le vie del centro di Modena e il messaggio è chiaro: «Siamo tutti uguali, andiamo bene per come siamo»

Per conoscere quanto il Csv di Modena e le associazioni del territorio stanno facendo per avvicinare i giovani al mondo del volontariato, rimandiamo alla visione del documentario “Non contano solo i gigabyte”.

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