Al lupo, al lupo!

Segnalato da barbarasiberiana

EXPO TRA RITARDI, RASSICURAZIONI E VELINE

Di Luca Fazio – ilmanifesto.info, 30/03/2015

Un mese all’inaugurazione. A rischio il varo del padiglione Italia. E intanto cresce l’allarme per possibili scontri di piazza.

Qual è la paura a un mese dall’ora zero? Anche se il procurato allarme è roba da codice penale, non si arrestano le notizie che circolano attorno all’Expo. Figuriamoci le veline. Ce ne sono un paio velenose. Una, clamorosa, verrà dimenticata. L’altra, invece, come una profezia che si auto avvera, ci accompagnerà fino al primo maggio. E anche oltre. Ma andiamo con ordine. Se anche il Corriere della Sera spara ad alzo zero contro i vertici di Expo, deve esserci qualcosa che non funziona. E se si rischia di arrivare al giorno dell’inaugurazione con il Padiglione Italia ancora da ultimare, il contrattempo potrebbe trasformarsi in una figuraccia mondiale. Sotto il titolo «Un ritardo che non è scusabile», il giornale di via Solferino ieri ha avvertito che «non vorremmo che l’Expo passasse alla storia quale prova dell’italica incapacità a rispettare gli impegni». Scandalo? Per niente. Del «disfattismo» dell’editorialista non resterà traccia, perché la notizia è già stata sepolta da una tonnellata di curiosità propagandistiche impreziosite da numeri, amenità e manifestazioni di entusiasmo che non lasciano spazio a obiezioni. Tutti incrociano le dita, ma basta una dichiarazione del commissario di Expo Giuseppe Sala per rimettere le cose a posto: «Palazzo Italia è in ritardo ma riusciremo a finirlo, la verità la scopriremo il primo maggio». Poi ci sono notizie, le veline dei servizi, con cui lo sparpagliato «movimento» che si sta mobilitando sarà costretto a fare i conti per non finire imbrigliato in una logica auto distruttiva. Sono i report catastrofisti che d’ora in poi riempiranno le pagine dei giornali (ieri La Stampa). Il primo maggio, questa la sintesi, Milano sarà invasa da un’orda di barbari pronti a tutto, compreso «il blocco nero più temuto dalle forze di polizia di tutta Europa». Un’onda d’urto in grado di produrre danneggiamenti «dieci volte superiori a quelli del G8 di Genova».

Dunque ci sarà un gran da fare per le polizie del governo Renzi e sembra che a qualcuno non dispiaccia affatto una situazione fuori controllo. Il parallelo con Genova dovrebbe invitare i commentatori a rivolgersi alle polizie piuttosto che ai manifestanti: per chiedere più professionalità, meno pistole fuori dai finestrini, meno torture, meno infiltrati vestiti da blocco nero, per pretendere una gestione della piazza almeno non da «macelleria messicana». Lasciamo perdere il 2001. La situazione è diversa e il «movimento» che cercherà di ritrovarsi per la mayday/no expo day non è paragonabile all’esperienza di quattordici anni fa. Questo non vuol dire non prendere atto che gli allarmismi agitati da qualcuno servono proprio a creare quel clima di paura che aiuta a preparare il peggio. Inutile nasconderlo, un problema di gestione della piazza e di prospettiva politica esiste. Di questo stanno discutendo le diverse anime del «movimento» milanese, sapendo che sarà difficile in un solo mese superare una fase di debolezza senza porsi almeno un obiettivo per sottrarsi con intelligenza a un gioco pericoloso imposto da altri: la rabbia esiste e la piazza non può che essere di tutti coloro che ci vogliono stare. Ci sono problemi di natura «tecnica» che riguardano la composizione del corteo (che si vuole più aperto possibile) e il percorso da concordare con la questura. In più, si sta ragionando su come gestire la complicata giornata del 29 aprile — quando i fascisti sfileranno a passo d’oca per ricordare Sergio Ramelli ucciso 40 anni fa — e su come garantire la riuscita del corteo studentesco previsto per il giorno successivo. Ma la discussione più interessante è quella sul futuro. La fiera dura sei mesi e c’è ancora tempo per porsi un obiettivo che vada al di là della pur dura e legittima opposizione di piazza. L’Expo si fa. Sarà sicuramente più popolare e meno «antipatico» della Bce o del Fmi. Il dopo però è tutto da scrivere. Chiedersi come proseguire per portare a casa qualcosa, uno spazio, un padiglione, una «fettina di torta», forse potrebbe servire a non farsi mettere fuori gioco ancora prima di cominciare.

145 comments

    1. Il termine italiano è sufficiente dato che riprende l’articolo de la Stampa.

      È come se uno straniero per spiegare la situazione politica italiana, invece di sincerarsi di persona si affidasse agli articoli de il fatto Quotidiano…
      Chiaro che avrebbe una fotografia assolutamente distorta e capziosa.

      1. Traduco
        Se su un giornale straniero compare un articolo sputtanante tradotto da articolo italiano sputtanante non è sputtanamento, mentre se l’articolo è scritto direttamente da un giornalista straniero allora è sputtanamento.
        Lo sputtanamento è lost in translation.


  1. Why can’t a dish break a hammer?
    Why oh why oh why?!
    ‘Cause a hammer’s a hard head.
    Goodbye goodbye goodbye.

    Why, oh why, oh why oh, why?
    Why, oh why, oh why?
    Because because because because
    Goodbye goodbye goodbye

    Why can’t a bird eat an elephant?
    Why, oh why, oh why?
    ‘Cause an elephant’s got a pretty hard skin.
    Goodby goodbye goodbye.

    Why can’t a mouse eat a streetcar?
    Why, oh why, oh why?
    ‘Cause a mouse’s stomach could never get big enough to hold a streetcar.
    Goodbye goodbye goodbye.

    Why does a horn make music?
    Why, oh why, oh why?
    Because the horn-blower blows it.
    Goodbye goodbye goodbye

    Why does a cow drink water?
    Tell me why n why?
    Because the cow gets thirsty just like you or me or anybody else.
    Goodye goodbye goodbye.

    Why don’t you answer my questions?
    Why, oh why, oh why?
    ‘Cause I don’t know the answers.
    Goodby goodbye goodbye.

    What make the landlord take money?
    Why, oh why, oh why?
    I don’t know that one myself.
    Goodbye goodbye goodbye.

    Why’s there no pennies for ice cream
    Why, oh why, oh why?
    You put all the pennies in the telephone.
    Goodbye goodbye goodbye.

    Why can’t a rabbit chase an eagle?
    Tell me why, oh why?
    ‘Cause the last rabbit that took out and chased after an eagle didn’t come
    out so good and that’s why rabbits don’t chase after eagles that’s all I
    know about rabbits and eagles?
    Because because because.

    Why ain’t my grandpa my grandma?
    Why, oh why, oh why?
    Same reason your dad’s not your mommy.
    Goodbye goodbye goodbye.

    Why couldn’t the wind blow backwards?
    Why, oh why, oh why?
    ‘Cause it might backfire and hurt somebody and if it
    hurt somebody it’d keep on hurting them
    Goodbye goodbye goodbye.

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