Non genderalizziamo

di Barbara G.

Quando, ad un incontro sui diritti civili di cui vi ho parlato qui, ho sentito il presidente dell’Arcigay locale fare un paragone fra diffusione delle notizie relative alla “teoria del gender” e la questione dei “Protocolli dei Savi di Sion” ho pensato che, pur nella gravità della situazione, forse stava un tanticchia esagerando. E parlando di questi temi anche qui, sul blog, qualcuno ha scritto che è un errore dare voce a certi esaltati, perché in sostanza li si legittima.

Io sono invece sempre stata convinta che certi segnali non andassero in alcun modo sottovalutati, in quanto rappresentativi di un odio strisciante, di una paura data dall’ignoranza (intesa come non conoscenza) che si amplifica in rete e non solo, facendo da megafono a chi dispensa pillole di “verità” per creare ad arte il capro espiatorio, per puro calcolo politico, economico o perché crede veramente nell’esistenza di esseri umani di serie A e di serie B. Di esseri umani che ti depredano dei tuoi diritti e dei tuoi averi, del tuo “essere normale”. Come se estendere un diritto facesse diminuire quelli degli altri.

I fatti degli ultimi tempi però mi stanno facendo ricredere su una cosa: il rappresentante di Arcigay aveva parecchio ragione. Si stanno verificando molti episodi veramente preoccupanti già visti singolarmente, se poi li si mette uno in fila all’altro c’è da avere veramente paura.

Stanno criminalizzando pure tutte le iniziative volte a insegnare il rispetto per gli altri, che è, prima di tutto, rispetto anche per se stessi. E non vale solo per la questione dei diritti della comunità lgbt (e mi fa impressione parlare di comunità, perché implica il concetto di minoranza), l’avversione verso le iniziative connesse con l’educazione al rispetto implicano automaticamente l’avversione a tutto ciò che può essere fatto per abbattere gli stereotipi di genere e la differenza di trattamento fra uomini e donne. Emblematica è anche la psicosi che si è diffusa quando si è cominciato a parlare di educazione sessuale nelle scuole, ricondotta a questo fantomatico complotto della comunità gay. E lo stesso discorso può essere ovviamente esteso alle tematiche connesse con l’accoglienza dei migranti (anche qui la diffusione di notizie farlocche per diffondere l’odio è all’ordine del giorno).

E questi “discorsi” escono via via dalla rete, per entrare nelle delibere e nelle azioni dei nostri amministratori, e per dar luogo ad atti di propaganda (anche “maldestra”). Molto significativo è il caso di Venezia, che ha fatto tristemente da apripista.

Riporto qui alcuni fatti che si sono verificati nelle ultime settimane. QUI invece trovate un articolo in cui si stronca la visione “gay friendly” di papa Bergoglio. Quello che mi fa incavolare è che i media “tradizionali” quando trattano questi argomenti non entrano mai nel merito, si limitano a riportare la notizia senza spiegare veramente cosa si intende con “teoria del gender” e contro cosa lottano veramente quelli che si battono contro le politiche di inclusione e i progetti educativi.

Per contrastare tutto questo i “Sentinelli di Milano” stanno organizzando “Le nostre vite, la nostra libertà“, #Milano3Ottobre. Ne riparleremo più avanti

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Il Veneto approva la mozione anti-gender, ai bambini si dovrà dire che è sbagliato essere gay

gayburg.it, 02/09/2015

Le destre politiche hanno un grande convenienza nel diffondere isteria verso una fantomatica “ideologia gender” che potrebbe portarli a raccattare voti fra i bigotti che temono la diversità. In fondo anche il fascismo fece lo stesso, seminando paura e raccogliendo plausi per la sua persecuzione degli ebrei. Ma c’è da chiedersi se al giorno d’oggi la politica possa ancora permettersi di mettere a repentaglio la vita di migliaia di persone pur di riuscire ad accaparrarsi una qualche poltrona.

Non esiste alcuna ideologia gender e la scienza è stata categorica nel ribadirlo. Esistono solo movimenti ideologici che usano teorie da loro stessi create per poter giustificare il proprio la discriminazione: dato che non è bello dire che si odiano i gay, allora dicono che vogliono «difendere i bambini» dall’«ideologia gender». Non a caso tutte le rivendicazioni ci mostrano come non esista alcuna causa ed effetto fra chi parla di fantomatiche «scelte» del genere per poi chiedere l’omofobia non sia perseguita o che i figli dei gay siano privati da qualunque diritto civile. Non c’è ragione, solo discriminazione e pregiudizi.

Eppure con 24 voti a favore e 9 contrari il consiglio regionale del Vento ha approvato la vergognosa mozione presentata dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Sergio Berlato, nella quale si chiede che «la scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti» e si invita anche ad introdurre nelle scuole dei corsi di esaltazione dell’eterosessualità, invitando le scuole ad indottrinare i ragazzi sul presunto «valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologia e sociale che ne consegue».

A chiarire la follia della norma è anche come fra le premesse si parli di «un’emergenza educativa» o come si dica che «l’educazione all’affettività è diventata sinonimo di educazione alla genitalità, priva di riferimenti etici e morali, discriminante per la famiglia fatta da un uomo e da una donna». Si sostiene anche che «in Paesi dove simili strategie sono state applicate, come in Inghilterra e in Australia, questo ha portato ad una sessualizzazione precoce della gioventù, con conseguente aumento degli abusi sessuali (anche tra giovani), dipendenza dalla pornografia, all’attività sessuale prematura con connesso aumento di gravidanze ed aborti già nella prima adolescenza, e all’aumento della pedofilia».

Tutte frasi che risultano un copia-incolla dalla petizione omofoba presentata al Presidente della Repubblica dall’associazione Provita Onlus, ora resa legge da chi pare non aver vergogna nell’usare come fonte una fra le realtà di istigazione d’odio più violente d’Italia.

Interessante è anche come la politica si sia ritrovata a scrivere le proprie teorie scientifiche anche in assenza di un qualsivoglia riscontro nel mondo accademico, come il sostenere che «la scissione tra il dato biologico e il dato psicologico non è solo impossibile, ma è anche pericoloso per lo sviluppo del bambino perché crea confusione, incertezza, doppiezza, laddove invece i minori chiedono certezza di ruoli e regole condivise».

Ancora una volta le istituzioni lanciano un messaggio malato al Paese, sostenendo che alcune persone debbano essere ritenute ideologizzate per il solo fatto di esistere e di chiedere rispetto. Si alimenta divisione, paura e violenza. Il tutto, peraltro, in una terra che le destre politiche hanno già gettato le basi di una una bomba ad orologeria in cui omofobia e xenofobia vengono coltivate dalle stesse istituzioni.

Clicca qui per leggere il testo della mozione.

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Levategli il vino

di Mauro Muafò – Il paese che non ama – espresso.repubblica.it, 11/09/2015

La nuova moda dei piccoli comuni amministrati dai leghisti è quella di usare la segnaletica locale come un quaderno per bambini, scrivendoci sopra la prima cretinata che passa loro per la testa.

Quello sopra è ad esempio l’uso creativo fatto dal primo cittadino di Capriolo, novemila anime nel bresciano, che era geloso del collega di Prevalle (settemila anime) che ha lanciato la tendenza qualche giorno fa.

L’amministrazione comunale, sfruttando una segnaletica adibita ad altre finalità, ha informato i cittadini di essere contraria “all’ideologia gender”: un’ideologia che neppure esiste ma che fa comodo spacciare per reale (ci sono milioni di articoli dedicati all’argomento, inutile dilungarsi anche qua su questa bufala della teoria gender).

Restiamo quindi in fiduciosa attesa di un sindaco che vorrà informarci di essere contrario all’ideologia degli unicorni o a quella di Super Mario.

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Trento, manifesto anti gender: la gaffe di Fratelli d’Italia

repubblica.it, 14/09/2015

Per contrastare l’educazione al rispetto delle differenze di genere in 21 scuole trentine, Fratelli d’Italia ha affisso a Trento un manifesto contro la cosiddetta “cultura gender”. L’attacco però nasconde una gaffe: è stata utilizzata una foto – quella di un ragazzo con il rimmel colato dal pianto – che rende omaggio a Leelah Alcorn, 17enne ragazza transgender morta suicida, negli Usa, perché i suoi genitori non l’accettavano e l’avevano costretta a seguire una “terapia riparativa”. Lo scatto è della fotografa inglese di origini italiane Rose Morelli, pensato proprio per sostenere il benessere delle persone transgender e dell’intera comunità lgbt.

55 comments

  1. Ovvio che le destre ci si sarebbero buttate a pesce.
    Un argomento che urta sensibilità molto trasversalmente (vedi cattolici)

    Eviterei la solita contro-reazione schifata e disprezzante che ha il solo effetto certo
    di consolidare i contrasti e le distanze.

  2. Non sarebbe male se invece di parlare di gender o non gender si parlasse di amore.
    Il casino, ovviamente, è che per certa gente ‘amore’ implica automaticamente ‘sesso’ e il sesso è naturale o innaturale a seconda di chi lo pratica.
    Per dire, la maggior parte delle varianti alle classiche attività teoricamente fecondanti, credo sia molto appetita e praticata da chi le condanna come ‘innaturali’ quando praticate da persone dello stesso sesso.

  3. Per quelli che ……. avevano il cuore lacrimante ed il cervello offeso dalle espulsioni del M5S
    Pero ripensadoci, un usato sicuro per Possibile ? 🙂

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/16/sesto-fiorentino-pd-espelle-8-consiglieri-sfiducia-a-sindaco-fu-danno-dimmagine/2039864/

    C’è chi espelle per coerenza con quanto si è promesso e chi espelle per motivi di immagine.

    Immagino adesso i titoloni su Repubblica e Corriere 🙂

    1. ora, le posizioni sono due.
      c’è chi vuole la massima democrazia, la discussione interna, anche al limite dello scontro duro, come di fatto è avvenuto a sesto.

      io faccio parte di questa schiera. se otto (dicasi otto) consiglieri arrivano a questo atto vuol dire che c’è una crisi che non riguarda solo loro, ma anche la sindaca in questione. la soluzione dell’espulsione la trovo quindi assolutamente errata.
      ricordo comunque che per questa loro posizione hanno fatto cadere la sindaca regolarmente eletta, causando così il commissariamento del comune.

      a me piacerebbe assai trovarci d’accordo su questi punti. non aspetterei altro. essere superato a sinistra sulla discussione, sul dibattito, pur di far emergere il meglio.

      invece mi trovo a discutere con chi ha espulso persone che si sono addirittura rese colpevoli di aver detto che la ‘campagna elettorale di grillo è stata sbagliata’. caspita.
      ma se non ci rendiamo conto dei due pesi e due misure… di cosa stiamo a parlare?

      ps: penso che sia l’ultima volta che intervengo in modo serio e (relativamente) accorato sulla questione

      1. Leggo anche; “Durante la seduta [in cui è stata posta al voto la mozione], nel corso della quale come ha comunicato la presidente del Consiglio comunale erano vietate le riprese video, Biagiotti è uscita dall’aula ogni volta che ha preso la parola uno dei suoi oppositori rientrando solo in aula per ascoltare invece gli interventi dei consiglieri in suo sostegno”.
        (grassetto mio)

        Una vera democratica! Cioè, PDemocratica. Renziana.

        1. ormai nonvedo differenze significative tr la corte delle donnine di Berlusca (mica tutte facevan p…. e spoglarelli) e quella delle donnine pidiessine.
          Se cerchi brandeli di competenza politica e indipendenza analitica, e non di scarpette, messe in pieghe,abbrnzature, abitini e fede a sessanta denti, qui non le trovi, manco per sbaglio. Pensavo fsse un pregiudizio, ma dopo averle viste sfilare in TV locali e nazionai, è un giudizio.
          Peggio dei loro compagni maschi, il che è tutto dire

      2. A Sesto (San Giovanni) il PD e i predecessori DS) non si so dichiarati nemmeno parte lesa contro Penati.
        Se la son svignata, il Penati ha dettoin tv perchè conspevoli che il processo non ha fondamenti.
        Mah….i soldi per le campagne elettorli li rccoglieva e distribuiva lui, in tutta Italia e non solo in Lombardia e i palazzi dei palazzinari che hn dato tangenti le fondamenta le hanno bele grosse
        Sta a vedere che i danni, d’immagine e daltro, sono a geometria bariabile.
        Per alcuni, è meglio metterci una pietra sopra, piuttosto che rivendicare un danno d’immagine: potrebbe esser chiamato a restituir quattrini

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