Eppure

segnalato da n.c.60

*

EPPURE

Per gli incolori

che non hanno canto

neppure il grido,

per chi solo transita

senza nemmeno raccontare il suo respiro,

per i dispersi nelle tane, nei meandri

dove non c’è segno, né nido,

per gli oscurati dal sole altrui,

per la polvere

di cui non si può dire la storia,

per i non nati mai

perché non furono riconosciuti,

per le parole perdute nell’ansia

per gli inni che nessuno canta

essendo solo desiderio spento,

per le grandi solitudini che si affollano

i sentieri persi

gli occhi chiusi

i reclusi nelle carceri d’ombra

per gli innominati,

i semplici deserti:

fiume senza bandiere senza sponde

eppure eterno fiume dell’esistere.

Pietro Ingrao

* da left.it, 27 settembre 2015

 

 

11 comments

  1. Di getto avevo scritto qualche riga alla notizia della morte di Ingrao. A cuor leggero e senza il dubbio di aggiungermi alla lunga lista di saprofiti che di ogni morte fanno un utile banchetto non essendo mai stato nè in pubblico e ancor meno in privato un “ingraiano” ( il blog sa della mia passione per Terracini). Poi leggendo Rondolino sull’Unità e Scanzi sulla “ciccia” come ultimo argomento politico ho rinunciato e di certo non aiutano i commenti che leggo qui e là in giro. La “rete” è ormai (e per davvero) “lo spaccio della bestia tronfiante (nessun refuso)”. Non c’è nessuna differenza tra la vacua volgarità di Scanzi che parla di “omini sferici e adipe” manco si trattasse di glosse marginali alla “Filosofia del Diritto” e Rondolino che approfitta come una iena macilenta davanti ad un cadavere da azzannare di Ingrao per ribadire in termini parapoetici da liceale che mal scopiazza dei versi per far colpo sulla ragazza desiderata quello che Blair ha cinicamente e senza remore condensato con “fatevi un trapianto” (a proposito di quelli che avevano votato Corbyn con il cuore). Avvisaglia di questo malumore è stato il “pessimo” di M2c a proposito della battutaccia su Ingrao non sopravvissuto a Renzi. Pensavo, infatti ed essendo M2c una persona intelligente: “come fa a non realizzare che la volgarità, lo scherno, la derisione come strumento di ragionamento politico sia stato sdoganato (ed ampiamente usato) proprio da Renzi”, volgarità usata dal nostro primo Ministro con le stesse tecniche dei romani con il Colosseo ed il Circo Massimo, con le gogne medievali e le tre “F” dei borboni. Il massimo disprezzo verso il popolo è sempre mostrato da chi si vuol fare popolo e popolo non è. Messalina nei lupanare è un esempio di inarrivabile dignità politica di fronte ai ciarlatani meschini che la stampa e le corti di lacchè diffondono, proteggono (e di cui e da cui si nutrono) ogni giorno.
    Infine, ricordare Ingrao con una poesia (per carità, non una critica ma solo un richiamo alla nostra ingenuità nell’offrire sempre il lato più debole agli avversari) significa cadere nel trabocchetto sapientemente elaborato da ratti come Rondolino che vengono fuori solo quando ci sono tracimazioni da pozzi fecali.
    Ingrao era uno scienziato sociale e non un poeta o un sognatore.
    Solo gli scienziati possono essere poeti ed i poeti sono scienziati inconsapevoli che trovano riparo nelle parole avendo una chiara percezione della realtà che non vogliono accettare ed a volte non possono affrontare perchè soli.
    Mi piace pensare che le parole di Ingrao siano volate tutte insieme in cielo, oscurando la luna, lasciando solo il rosso a trapelare così che il distacco totale, finale ed irrimediabile sia la condizione perchè il rosso prevalga.

    1. anto’, a me piace pensare che uno come ingrao, sul quale molti farebbero meglio a tacere dignitosamente, avrebbe preso a calci in culo quelli che sprecano parole (intrise di ipocrisia) sulla sua morte

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