di Barbara G.
Muoviamoci tutti insieme. Ma anche no. C’è un po’ di confusione a sinistra del PD. Diciamo a sinistra, punto (cit.), perché il Pd….vabbè…lasciamo perdere…
Proviamo a mettere in fila le informazioni e vediamo di capirci qualcosa.
PROVE TECNICHE DI TAVOLO COMUNE
Dell’assemblea di giovedì 5 avevamo parlato qui, dove riportavamo una traccia “di lavoro”. Traccia che è sostanzialmente stata confermata nel comunicato ufficiale, che porta le firme di ACT!, SEL, PRC, Altra Europa per Tsipras, Possibile, Futuro a sinistra (al tavolo hanno partecipato Andrea Ranieri e Sergio Cofferati). Nel documento viene stabilita una road map, ovvero il punto 4 (trascrivo integralmente):
Al fine di avviare il processo Costituente di questo soggetto politico, convochiamo per 15-16-17 gennaio 2016 una assemblea nazionale aperta a tutti gli uomini e le donne interessati a costruire questo progetto politico. Da lì parte la sfida che ci assumiamo e li definiremo la nostra carta dei valori.
L’assemblea darà avvio alla Carovana dell’Alternativa, individuando le forme di partecipazione al progetto politico. Si tratta di definire il nostro programma, le nostre campagne e la nostra proposta politica in un cammino partecipato e dal basso che con assemblee popolari e momenti di studio e approfondimento coinvolga movimenti, associazioni, gruppi formali e informali unendo competenze individuali e collettive.
Entro l’autunno del 2016 ci ritroveremo per concludere questa prima fase del processo e dare vita al soggetto politico della sinistra.
E dal Manifesto (gli altri quotidiani non ne parlano granché):
La corsa parte, dunque. Presto partirà anche la «Carovana dell’alternativa» per «innervare il processo nei territori, per portare in tutte le città i nostri contenuti, con una logica capillare», come spiega il professore Marco Revelli a nome dell’Altra Europa. Il primo passo è fatto. Anche se non tutte le tessere del mosaico sono già al loro posto. Su come si presenterà quest’area alle amministrative del 2016, per esempio, c’è ancora un pezzo di strada da fare. Secondo il testo approvato ci sarà una «valutazione in comune» e «ovunque» della «possibilità di individuare candidati, di costruire e di sostenere liste nuove e partecipate in grado di raccogliere le migliori esperienze civiche e dal basso e di rappresentare una forte proposta di governo locale in esplicita discontinuità con le politiche dell’attuale esecutivo». Non è detto però che in tutte le città questa valutazione comune porti a candidati unitari: ma ogni giorno ha la sua pena, si vedrà più avanti.
Ok, le intenzioni sembrano buone. Però mi scappa una domanda. Perché ho fatto fatica a trovare il testo dell’accordo sui siti dei firmatari?
Inoltre, qualcuno (vedi Possibile) fa giustamente qualche osservazione:
Sulle date si registra la perplessità del civatiano Gianni Principe: il periodo coincide con la campagna per le primarie del centrosinistra in alcune importanti città. Come Milano, sulla quale fin qui gli orientamenti di Sel non coincidono con quelli del Prc e di Civati.
In effetti, potrebbe essere un problema essere nella fase costituente di un nuovo soggetto e andare separati alle amministrative.
I GRUPPI PARLAMENTARI
Sabato c’è stato il lancio ufficiale dell’operazione Sinistra Italiana in Parlamento. In sostanza, SEL più qualche innesto ex PD. Al Quirino però c’erano anche altre persone, i rappresentanti dei movimenti NoTriv, dell’Arci, sono stati letti i messaggi della Boldrini e di Max Fanelli. In platea, venuti ad ascoltare, uomini e donne della «sinistra italiana»: l’archeologo Salvatore Settis, il costituzionalista Massimo Villone, il fondatore del manifesto Valentino Parlato, Aldo Tortorella, la portavoce della coalizione sociale di Landini Francesca Redavid, Rosanna Dettori, segretaria della Cgil Funzione pubblica. L’avvocato FeliceBesostri, autore del ricorso che ha smontato il Porcellum. E Vincenzo Vita, Michele Prospero, Giuliana Sgrena, Franco Giordano, Pietro Folena, Riccardo De Fiores, Andrea Ranieri.
Una cosa, forse banale, mi ha colpito (e voi capirete perché): D’Attorre che dopo il mini comizio all’aperto dice “non ho più voce, non ci sono più abituato”. Ecco, forse c’è bisogno di ricominciare a parlare con le persone, andare in piazza (non c’è bisogno di piazza San Giovanni, forse basta meno…).
Questa operazione ha causato però parecchia maretta. Leggo sul Manifesto:
Tra i parlamentari di Sel circola anche qualche scetticismo sulla nascita di Sinistra italiana. Il senatore Dario Stefàno (che da tempo dice che bisogna «ritrovare l’unità del centrosinistra») potrebbe non essere della partita, si sussurra. Mentre il deputato Adriano Zaccagnini, che è arrivato a Sinistra e libertà dai 5 Stelle e che ieri era alla manifestazione romana, dice: «Non condivido le scelte fatte. Confondere un’operazione parlamentare con il lancio di un partito politico tutto da costruire non è un presupposto positivo. Partire va bene, ma sovrapporre con consapevolezza i percorsi non funziona». Secondo Zaccagnini, «dai caminetti di queste settimane» non sarebbe stato «allargato il coinvolgimento», a partire «dalla scelta del nome che rifugge dal campo europeo». Conclusione: «Queste dinamiche sono troppo vicine a un’operazione di riproposizione di ceto politico escluso dall’Italicum» e «senza una spinta popolare vecchie volpi della ’sinistra perdente’ avranno la meglio». Per ora non entreranno nel gruppo parlamentare di Sinistra italiana i senatori Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella dell’Altra Europa con Tsipras, che pure partecipano alla costituzione del nuovo soggetto politico unitario. «La scelta — spiegano — è mantenere una posizione aperta per favorire l’ingresso di chi per ora sta a guardare anche se ha firmato il documento per la comune assemblea del 15–17 gennaio». Dunque «l’atto di iscrizione al gruppo avverrà in un secondo momento». «Mi auguro — dice Campanella — che presto saremo tutti insieme, anche con Civati».
CIVATI: IL SOLITO GNE’ GNE’ O HA RAGIONE?
Anche se già segnalata, vi ripropongo l’intervista rilasciata da Civati a Radio Popolare. Il punto principale del discorso è, per me, quello sulle alleanze alle amministrative, in primis le Primarie a Milano. In alcune città il partito di Vendola non ha ancora le idee chiare a proposito del rapporto con il PD e i suoi candidati, e a Milano, in vista della “probabile” candidatura di Giuseppe Sala
(…) lo spazio per una candidatura di sinistra è ampio. “Possibile” ci sarà, e se Sel si libererà dell’ “abbraccio” con il PD di Renzi sarà possibile arrivare a un candidato comune.
Gli stessi concetti espressi nell’intervista vengono ribaditi qui:
Per Civati, quella di ieri era un’assemblea di vecchi politicanti: “Bisogna rivolgersi anche ai giovani, fare alleanze senza Pd e costruire il programma con lo sguardo largo di un movimento politico e non di un gruppo parlamentare”.
Il fondatore di Possibile spiega di non aver raccolto l’invito al Quirino “perché non faccio parte del gruppo parlamentare che nasce. Non mi piace il metodo, è una operazione di vertice. Con loro – dice Civati sulle pagine della Stampa – collaborerò sempre con grande disponibilità. Ma quella platea non è la mia. Cos’è il popolo della sinistra? Chi milita in un partito o in un sindacato?”.
“Non so se era ceto politico ma di certo era un ceto molto politicizzato. C’era molto Pd in transito. Noi invece – sottolinea Civati – lanciamo la sfida a diverse generazioni di persone, a diversi tipi di elettori”. Spiega che Possibile e il gruppo nato ieri sono differenti “nell’approccio. Sinistra Italiana è un gruppo parlamentare che diventa un partito. Per me è un errore. Tutti dicono che bisogna partire dal basso, io ci sto provando a costruire una sinistra che parte dalla società e si rivolge alla società”.
Non so a voi, ma a me sembra un discorso sensato. Non un piagnisteo (perché lo so che qualcuno parte da questo presupposto), ma considerazioni sul percorso da seguire: partenza, itinerario, arrivo.
QUINDI…
…la “Cosa Rossa” si fa, almeno pare. Ma non mi sembrano ancora tutti convinti sul chi e sul come. Perché in effetti quelli che sono già strutturati a partito hanno metodi e motivazioni diversi da chi invece ha una struttura diversa. Sia l’Altra Europa che Possibile ne fanno più una questione di movimento dal basso verso l’alto, mentre SEL (a proposito, non doveva sciogliersi mesi fa?) sembra che stia cercando un modo per sopravvivere. E la questione delle alleanze non penso sia una fissazione di Civati… Se questi partiti hanno effettivamente intenzione di compiere un percorso comune, sarebbe cosa buona e giusta cercare fin da subito una convergenza sulle candidature per le amministrative. Ma il “patto” per primarie a Milano sottoscritto da SEL e linkato da T9 non sembra essere di buon auspicio (mica puoi dire “faccio le primarie, ma se vince Sala mi alleo con la sinistrasinistra”…).
Possibile poi si trova in piena fase costituente, non so fino a che punto possa sposare in modo incondizionato questa proposta.
http://m.huffpost.com/it/entry/8511330?utm_hp_ref=italy
Furfaro a proposito di SI
Niente è più tragico della comicità involontaria. Daniele ti renderai conto che usare “citare pappagallescamente tutto lo scibile” e magnificare la rete come fonte di democrazia e sapere (nonchè oltre ad essere un citazionista seriale con una punta di “sappiate che sono come voi, ho letto, anzi ho fatto, ma ho visto la luce..) comporta un irrefrenabile ma quieto sorridere. Comunque, tanto per chiudere l’argomento: no, non ho niente contro il mondo solo un leggero fastidio per i cantori delle novità ed i seguaci delle terre promesse (per non parlare delle retoriche melense in aggiunta ad epiche imprese che qualsiasi persona dotata di normale buon senso -come più volte ripetuto – non citerebbe mai su un blog dove le storie personali si possono costruire ad uso e consumo della moltitudine di boccaloni prosumer il cui numero è ormai non stimabile). Posso concederti solo una cosa: come tutte le persone per cui il rispetto degli altri è regola e consuetudine non ho nessun tipo di ritrosia ad esercitare il disprezzo senza misericordia (vero Danielino?).