La svolta di Podemos

segnalato da Barbara G.

La svolta di Podemos e la fine di un equivoco: non è il M5S spagnolo

di Giacomo Russo Spena – huffingtonpost.it, 13/02/2017

Ha stravinto Pablo Iglesias. È lui il vincitore assoluto del congresso. Ha trionfato la sua linea: il partito chiude con l’era del “marketing elettoralistico” e si apre ulteriormente a movimenti, istanze sociali, reti ecologiste, confermando anche l’alleanza politica con Izquierda Unida, il tradizionale partito della sinistra iberica.

Una nuova fase per Podemos nata, ricordiamolo grazie alla spinta degli Indignados, per trasformare quella rabbia popolare in strategia politica. “Abbiamo un piede in Parlamento, ne dobbiamo avere un migliaio nella società” ha ripetuto, come un mantra, Pablo Iglesias parlando esplicitamente di interventi concreti per alleviare i problemi della gente e di “solidarietà attiva”.

Tornare a sporcarsi le mani, insomma, provando a radicarsi maggiormente sui territori e costruire forme di mutualismo per supplire alle manchevolezze del Welfare statale. Il malessere sociale è tanto. In Spagna il ceto medio è ormai polverizzato. In aumento le diseguaglianze. E il Psoe, partito socialista iberico, è secondo Iglesias parte del problema.

Ecco, allora, insistere con la contrapposizione frontale al blocco di potere liberal socialdemocratico – lo storico bipartitismo che ha governato nella Spagna postfranchista – per lavorare nel campo dell’alternativa. La speranza è che il Psoe, a congresso in giugno, faccia la fine del Pasok greco, ovvero un partito polverizzato e cannibalizzato dalla cosiddetta sinistra radicale (nel caso ellenico la Syriza di Tsipras è cresciuta a scapito del Pasok).

Iglesias, nella svolta impressa a Podemos, sembra tornare alle origini: ai modelli della sinistra bolivariana a lui cari, tanto che la sua stessa formazione politica/personale proviene da quel Latino America capace di contrapporsi alle logiche neoliberiste in nome della giustizia sociale e del buen vivir. Sbagliato, invece, dipingere – banalizzando – lo scontro tra Iglesias e Inigo Errejon, suo sfidante al congresso, utilizzando le categorie destra/sinistra.

Errejon ha perso, e di tanto. Ma la sua posizione di mantenere in vita una Podemos trasversale, bramosa di conquistare i voti anche dell’elettorato più moderato, dialogante con i votanti del Psoe, che andasse veramente oltre i recinti della sinistra classica, è lontana dall’essere di “destra”. È stato un confronto nobile, da un punto di vista teorico e strategico, che a tratti è stato reso pubblico. Ben 150mila persone hanno votato on line alle primarie per stabilire il segretario di Podemos, un record in termini di partecipazione.

In questi ultimi tempi i media hanno massacrato – se non linciato – Podemos, forse proprio per la sua temibile spinta di cambiamento. Un partito anti-establishment che si aggira intorno al 20 per cento dei consensi e molto gradito tra gli under 30, le nuove generazioni senza diritti né futuro. Un partito che ha occupato lo stesso spazio politico del M5S qui in Italia: forze anti-Casta che sono riuscite a rompere il bipolarismo. Per questo molti commentatori si sono divertiti, erroneamente, a comparare le due forze.

Se da un punto di vista della fase destruens hanno qualche aspetto assimilabile, nella parte costruens parliamo di due partiti estremamente diversi. Da sempre. Lo stesso Iglesias ha detto di Beppe Grillo: “Va letto nella stessa maniera con cui si è analizzata l’apparizione di Berlusconi nel 1994. Seppur non mi stia particolarmente simpatico, è stato abile politicamente a capire ciò che un altro italiano, tanti anni prima di lui, aveva definito come il “sentire comune d’epoca”: un sentimento generale che è un permanente terreno di disputa tra attori e movimenti politici. Quell’italiano si chiamava Antonio Gramsci”.

Ora, dopo la svolta di ieri, siamo ufficialmente alla fine dell’equivoco. Podemos è un partito moderno ma vicino ai valori della sinistra. Costruisce la sinistra, senza nominarla. Ha al suo interno una maggioranza e una minoranza, fa congressi combattuti e reali (a quando un congresso del M5S?), oltre ad aprirsi all’alleanza con altri partiti, vedi Izquieda Unida. Diverso anche il rapporto coi movimenti, in un terreno di profonda contaminazione. Emblematico il collocamento in Europa: Podemos siede tra le file della sinistra rosso-verde del Gue, il M5S (dopo il recente balletto) ancora nel gruppo degli euroscettici di Farage.

L’approccio a internet è simile negli intenti, ma antitetico nella pratica. In Italia il megafono rappresentato da “beppegrillo.it” è in mano allo stesso Grillo e alla Casaleggio Associati. La partita è falsata in partenza. Lo strumento non è collettivo, ma ha una gestione privatistica. Il gruppo dirigente di Podemos invece ha affidato le chiavi del sito ad una società esterna; le votazioni in certi casi sono state aperte a tutti gli utenti; la registrazione al sito ha un procedimento semplice e non preclude la partecipazione agli iscritti di altri partiti.

Infine, le questioni programmatiche in materia di migrazione o sicurezza. Grillo, in questo, insegue spesso e volentieri la peggior destra (salviniana), Podemos ha ben altre posizioni. Infine, la stessa formazione dei dirigenti: Iglesias e Co provengono dai movimenti sociali. No Global, e dai laboratori latino americani. Nel M5S, se pensiamo per esempio alle origini politiche di Luigi Di Maio, le cose sono ben diverse.

Attenzione, però, a commettere l’errore di assimiliare, e paragonare, Podemos alla sinistra nostrana. Podemos è fuori dai nostri schemi, altro rispetto alle sinistre novecentesche e ideologiche. Anzi, in questi anni, le sue sperimentazioni teoriche e pratiche sono state processate qui da noi per essere troppe eretiche. Ben lontana dalla nostra sinistra litigiosa e, soprattutto, marginale. Il congresso di Podemos è finito con il Palazzetto di Vistalegre di Madrid che intonava il coro: “Unità, unità”. Si profila un ruolo chiave nella direzione anche per lo sconfitto Errejon. Una lezione per tutti.

Staremo a vedere come finirà la storia di Podemos, se la svolta di Iglesias porterà benefici o meno in termini elettorali ma comunque, per favore, non paragoniamolo più al M5S. Podemos, in Europa, rimane ancora un’anomalia e l’unico caso forse ascrivibile alla voce di “populismo di sinistra”. Per qualcuno un ossimoro, per altri la realtà. Almeno quella spagnola.

81 comments

  1. Intanto in Francia:

    http://www.liberation.fr/france/2017/02/15/les-delais-de-prescription-sur-le-point-d-etre-doubles_1548743

    Le texte grave également dans le marbre la jurisprudence de la Cour de cassation en matière de délits économiques et financiers. Dans ces dossiers où il s’agit souvent «d’infractions occultes ou dissimulées», la prescription ne courra pas à partir de la commission des faits, mais à compter du moment «où l’infraction est apparue et a pu être constatée». Dès lors, la justice disposera de douze ans pour engager des poursuites.

  2. Comunque solo Marco m2c della fazione fascio-renzoide non ha capito che il 25 Luglio e’ vicino… la sua fedelta’ al capo fa tenerezza, da oggi lo chiamero’ Claretta. Claretta m2c Petacci … 🤣😂😜

    1. Sei patetico.

      ai tuoi sforzi (eterodiretti, mi chiedo se tu non sia un boot) per ribaltare il senso delle cose
      forse può abboccare qualche cerebroleso della politica,
      ma il dato di fatto oramai acclarato e che nessuno non può più non vedere, anche tappandosi occhi e orecchie, è che con i fascisti (quelli veri, quelli neri dentro) ci siedi tu, formano le tue giunte, i tuoi gruppi dirigenti e li acclami a livello planetario…

      All’estero lo sanno benissimo da tempo e infatti fanno a gara per prendere le distanze da voi.
      Anche i liberali (ah ah ah) vi hanno sputato negli occhi.

      Vedi un po’ te…
      🙂

      1. Claretta, ma ancora parli?! Pure ai terremotati avete rubato… ☠️🐉💰

        PS
        Lame… boh con l’aipone si schiaccia un tastino e ci sono centinaia di icone, ma dovrebbe essere lo stesso con Android..

      2. E poi Claretta, scusa se te lo dico ma vedi vivo all’estero da piu’ di 20 anni in 3 stati diversi, e l’immagine dell’Italia e’ sempre quella della centrale mondiale della mafia e della corruzione, e con i fascio-renzoidi le cose sono anche peggiorate. Per cui il m5s e’ vista come l’ultima e unica speranza di restituire agli italiani e al mondo un paese normale…
        http://www.lesechos.fr/monde/europe/0211796486713-litalie-toujours-engluee-dans-la-corruption-2064695.php

        1. Noi grillini capite un cazzo.
          Ma quale mafia e corruzione… è “mettere insieme valori che appaiono contrastanti”.

        2. Dani, ciò che mi lascia stupito non è il fatto che tu viva all’estero da 20 anni, in tre paesi diversi, ma il fatto che tu lo faccia contemporaneamente. ….

        3. Ah ah ah

          Tu vivi nel boschetto della tua fantasia.

          Anche fosse, saresti certamente uno di quelli che non perde occasione per spandere merda sul proprio paese.

          Come al solito solo un pirla può prende un articolo del solito corrispondente del menga di una superficialità sconfortante che dice ovvietà e ne fa il sentire generale dei francesi.

          Ma va a cagher (con la r francese)

          1. Claretta, Claretta… si lo so sono giornate difficili, ingabbiati del fu-pd a frotte, e adesso anche il papa’ del tuo padrone… massima solidarieta’ a Claretta dal cuore triste..

            😜🤣😂

    2. @Daniele
      Giuro che ti do un buono per due o tre miei silenzi a fronte di tue, diciamo così, sciocchezze, se mi dici come fai a fare queste faccine. :mrgreen:

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