di Luigi
Splendida la serata di giovedì 22, in particolare sento di dover ringraziare la pioggia ed il cane di Antonio.
Non avevo programmato di andare in Piazza Duomo, tornato a casa attendevo, in perfetto stile Uber, la telefonata di mia figlia in arrivo alla stazione centrale dalla settimana universitaria a Parma; in noi genitori un po’ ansiosi la modalità di utilizzo della famosa e discussa applicazione è da sempre integrata, che sia illegale pure questa !?!.
Avuto conferma dell’arrivo in tarda serata e sentendo il brontolio dal cielo il mio pensiero è andato alla piazza.
Avevo avuto già la possibilità di ascoltare le parole di Grillo in altre occasioni, i suoi interventi in piazza ricalcano molto la struttura degli spettacoli teatrali, la sceneggiatura, i contenuti, anche le parole si ripetono secondo un copione strategicamente studiato e ripetitivo, solo leggerissimamente influenzato dalle “reazioni” dei giorni precedenti; non era quello che mi attirava.
Quello che cui avevo in realtà bisogno era proprio la piazza, era dalle giornate Arancioni del 2011 che ne sentivo la mancanza. E quale prova più ardua vi è, per assaporare la forza di una piazza, di un cielo irascibile e scontroso ?
Ed è proprio della piazza che vi voglio parlare e delle sensazioni che mi ha trasmesso.
La prima, enorme e piacevole sorpresa è stato il constatare l’esiguo numero e la totale rilassatezza delle forze dell’ordine presenti, in relazione alla quantità dei partecipanti. Sin dalle 19:00 era palpabile l’attenzione con cui lo staff organizzativo dell’evento fosse disponibile e collaborativo non solo verso eventuali intemperanze o eccessi ma anche verso la dovuta cura e rispetto nei confronti della piazza stessa. Cestini improvvisati ed annunci invitavano i presenti a partecipare attivamente per lasciare la piazza nelle stesse condizioni di pulizia in cui la si era trovata.
Durante l’intervento di Grillo la sensazioni più forti che la piazza emanava erano la totale empatia, a volte anche opinabile, tra l’oratore e gli astanti, l’imperturbabilità della piazza stessa al variare dell’intensità della pioggia, il tentativo, a volte riuscito a volte no, da parte dei presenti di comunicare al palco le proprie istanze e sentirle
amplificate.
Non sapevo dell’intervento di Dario Fo ed è stata una piacevolissima sorpresa, non entro nel merito delle parole, Dario è un’artista e come tale è giusto che la percezione personale abbia precedenza e valore. Durante il suo intervento ciò che mi ha colpito è stato l’alternarsi tra lunghi momenti di innaturale silenzio e scatti di autentica partecipazione corale, era una piazza ma sembrava un teatro.
Tornato a casa, dopo aver recuperato la prole, mi accingevo all’agognato riposo dopo una giornata già ricca di gradevoli emozioni, ed ecco l’ultima piacevole sorpresa di una serata particolare.
(https://transiberiani.wordpress.com/2014/05/22/parigi-brucia/comment-page-2/#comment-22219)
Il post di Antonio ed un suo successivo inciso “Quello che manca al movimento è l’ “astuzia” che deriva dalla conoscenza del passato” centrano infatti, a mio avviso, il lato debole del M5S; ed è su quello che vorrei porre attenzione perché se è pur vero che la mancanza di “storia” rende il M5S libero dai peccati del passato e da legami imbarazzanti e fraudolenti è anche vero che l’esperienza del passato è fondamentale per non incorrere in azioni o intenzioni contestabili e/o controproducenti.
Domenica ci sono le elezioni, indipendentemente dal risultato, mi piacerebbe che nelle prossime settimane venissero affrontati ed approfonditi, con sincerità ed onestà intellettuale, non le evidenze positive del M5S ma quelle che reputate essere le perplessità, le zone d’ombra, i buchi neri, le “pericolosità sociali”
Antonio chiude con un significativo “è difficile riempire quel vuoto enorme che si è creato ……”
Vorrei, con il vostro aiuto, quantomeno provare a recuperare quei valori e quel vissuto che il vuoto ha oramai confinato ed isolato dentro ognuno di noi.