di barbarasiberiana

So di avere un chiodo fisso, ma vorrei tornare sull’argomento del consumo di suolo.
Consumo di suolo, dissesto idrogeologico. Sicurezza alimentare. Argomenti strettamente collegati fra loro, maledettamente attuali.
A parole si dice di voler contrastare il consumo di suolo, con i fatti poi si fa il contrario, e il decreto Sblocca Italia ne è un esempio eclatante, dato che propone un modello di sviluppo (?) basato sullo sfruttamento del territorio, su opere pubbliche di dubbia utilità ma tremendamente impattanti sul territorio.
Noi “lumbàard” poi abbiamo un privilegio tutto nostro, una legge nuova di zecca che permetterà nei prossimi tre anni di compiere disastri inenarrabili, consentendo di fatto la realizzazione di colate di cemento a saturare le aree edificabili previste nei PGT vigenti.
Qualcosa però sta cominciando a muoversi. Fra la gente comune, che stanca di veder devastato il proprio territorio da alluvioni comincia a chiedere di fermare la cementificazione, e nei “palazzi del potere”, dove finalmente si sta cominciando a mettere mano ad una legge sul consumo di suolo, tenuta per troppi mesi nei cassetti delle commissioni parlamentari competenti. Nel frattempo c’è qualche assemblea regionale che si porta avanti col lavoro, approvando una seria legge a tutela dei suoli non ancora urbanizzati.
Ma andiamo con ordine.
CE LO CHIEDE L’EUROPA

A livello europeo la Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse prevede la progressiva riduzione del consumo di suolo, e il suo annullamento, entro il 2050. Si tenga presente però che questo obiettivo è stato elaborato tenendo come riferimento la situazione europea media, e qui si registrano fortissime differenze ad esempio fra i paesi del Nord Europa e l’Italia, se ne deduce che, dovendo provvedere a recepire quanto previsto a livello europeo, questo dovrebbe essere un livello “minimo”, a livello nazionale sarebbe opportuno avere una normativa molto più restrittiva.
NORMATIVA NAZIONALE SUL CONSUMO DI SUOLO – LE PROPOSTE SUL PIATTO
Negli ultimi anni sono state presentate diverse proposte di legge relative al consumo di suolo. Con l’ultima legislatura praticamente ogni gruppo parlamentare ha presentato una sua proposta. Quella che in sostanza verrà portata avanti sarà quella (ovviamente) presentata dal Governo. Si tratta di una versione riveduta e corretta della proposta presentata dall’allora mnistro Catania, ai tempi del governo Monti, e poi “saltata” per ovvi motivi. Tutto sommato non è una cattiva proposta, migliorabile, certo, ma con un grosso difetto: la gestione del transitorio, che (come al solito) rischia di vanificare tutto il resto, in quanto consentirebbe per alcuni anni di bypassare l’applicazione della legge, così come segnlato ad esempio nelle osservazioni presentate dal Forum “Salviamo il paesaggio”.
Segnalo però che a dicembre dello scorso anno Civati ha presentato una proposta di legge elaborata riprendendo il lavoro del prof. Paolo Pileri, del Politecnico di Milano, esperto in materia di consumo di suolo. La proposta è ottima (più efficace di quella di iniziativa governativa), e allo stato attuale delle cose l’intenzione di Civati e della Tentori (che fa parte della commissione Agricoltura e che sta seguendo l’iter legislativo di queste proposte) è quello di estrapolare dalla proposta di legge alcuni emendamenti da proporre per migliorare la proposta governativa, in particolare:
- Censimento del cemento (immobili inutilizzati);
- Introduzione del bilancio alimentare locale ai fini della valutazione della possibilità o meno di consumare suolo agricolo (ovvero quanto cibo si può produrre sui suoli agricoli del Comune in rapporto alla popolazione);
- Introduzione del concetto invarianza idraulica (la portata al colmo di piena risultante dal drenaggio di un’area deve essere costante prima e dopo la trasformazione dell’uso del suolo in quell’area;
- Recupero di terreni agricoli incolti.
Anche nelle altre forze politiche, quantomeno quelle “sensibili” all’argomento (mi riferisco a SEL, M5*) c’è la volontà di contribuire a migliorare tale proposta. Pure il ministro Galletti (che doveva essere presente, insieme a Martina, al convegno di Cassinetta ma nessuno dei due si è fatto vedere) esorta a fare presto…
Speriamo non salti fuori la solita schifezza all’italiana. Perché quella “alla lombarda” rischia di fare da precedente.
E LE REGIONI CHE FANNO?
L’ordinamento attuale prevede che la pianificazione urbanistica sia di competenza concorrente delle Regioni, cioè lo Stato fissa i principi generali e le Regioni normano le disposizioni specifiche e di dettaglio (art 117 c3 Costituzione). Ogni Regione ha infatti una sua Legge Urbanistica. Qualche Regione si sta anche addentrando nell’argomento del contenimento del consumo di suolo, con risultati che definire contrastanti è un eufemismo.
Toscana Virtuosa
Una legge di profonda svolta, e non scontata, che mette la Toscana all’avanguardia nelle politiche del governo del territorio. Con questa legge la Toscana potrà andare a testa alta nel dibattito nazionale e essere di esempio.
Enrico Rossi, Presidente Regione Toscana
La nuova legge sul governo del territorio appena approvata, che riforma le legge urbanistica del 2005 facendo leva sul freno al consumo di nuovo suolo, sulla riqualificazione dell’esistente nei terreni urbanizzati, sulla tutela del territorio agricolo da trasformazioni non agricole, e sulla pianificazione di area vasta, è in effetti una buona legge. I punti salienti sono i seguenti:
- Perimetrazione delle aree già urbanizzate;
- Divieto, fin da subito, di costruire al di fuori delle aree perimetrate;
- Edilizia residenziale finalizzata al recupero dell’esistente;
- E’ ammesso l’ampliamento delle aree a destinazione produttiva, previo parere favorevole dei comuni limitrofi, ma con potere di veto alla Regione
La Lombardia e la lobby del cemento.
Dopo tanto parlarne, è stato partorito un disastro. Faccio un po’ di storia, per inquadrare il problema, sulla base di alcune info che mi sono state passate. Mi scuso per eventuali imprecisioni perché vado un po’ a memoria.
Già nel 2013 erano stati presentati dei Progetti di Legge sull’argomento. All’inizio dell’anno il PdL del PD era stato ritirato per presentarne uno più organico (elaborato sulla base di più proposte), il PdL 157. In pratica è stato impossibile lavorare su questo testo per l’opposizione del centrodestra, che ha portato avanti la sua proposta.
La proposta di legge titolata “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato” è stata inviata il 23.10.2014 ai rappresentanti di alcune associazioni, che sono stati convocati in audizione per il 27 ottobre dalla “V commissione –Territorio e infrastrutture” (udienza spostata al 30/10 per le difficoltà dei soggetti invitati con un così breve preavviso). In tale sede, oltre alle richieste già avanzate da Legambiente, il Forum Salviamo il Paesaggio ha avanzato le seguenti richieste:
- che il suolo agricolo e inedificato sia riconosciuto come Bene Comune;
- che venga definito nel PTR il quadro reale di consumo di suolo pregresso e futuro comprensivo delle infrastrutture
- che si realizzi finalmente il censimento del cemento in ogni singolo comune;
- che le previsioni di espansione siano coerenti con i trend demografici per determinare le reali necessità abitative;
- che si introducano nel PTR invarianti cui attribuire soglia nulla di consumo di suolo
- che le previsioni di potenziamento delle infrastrutture non prevalgano sulle disposizioni dei piani territoriali delle aree protette
- che si preveda la VAS per tutti gli atti del PGT connessi a processi di rigenerazione urbana con rigorosa valutazione dello stato di inquinamento esistente
- che si rafforzi il ruolo e le competenze dell’Osservatorio regionale per monitorare periodicamente il rispetto dell’obiettivo del contenimento del consumo di suolo
- che si dia certa definizione dei concetti e delle azioni previste dalla legge.
Altri dettagli sull’audizione in commissione li potete trovare qui.
Le opposizioni in Assemblea Regionale hanno avanzato alcune proposte per risolvere le principali criticità di questa proposta, ottenendo pochi risultati, ovvero
- inclusione delle aree occupate da infrastrutture nel conteggio del consumo di suolo,
- riduzione del transitorio da 36 a 30 mesi.
Il risultato è comunque una gran schifezza, perché nel transitorio (i famosi 30 mesi), invece che bloccare le nuove costruzioni in attesa che gli Enti Locali adeguino i propri strumenti urbanistici è possibile costruire perché, di fatto, le zone incluse nei PGT come aree di espansione vengono considerate come già urbanizzate. La possibile conseguenza è che, nelle zone maggiormente “appetibili”, ci sia una corsa all’urbanizzazione di aree ancora libere, ottenendo di fatto esattamente il contrario di quanto, a parole, si prefigge la legge.
Il testo approvato lo trovate qui.
QUINDI…
Si spera che, a livello nazionale, sia la volta buona, con esponenti di diversi schieramenti fermamente motivati al raggiungimento dell’obiettivo (sperando che, come succede spesso, all’interno di una buona legge non venga “nascosto” il solito cavallo di Troia che la rende di fatto inutile se non dannosa). A quel punto anche le Regioni si dovrebbero adeguare, perché le disposizioni contenute nella legge nazionale sarbbero contenuti minimi a cui attenersi.
Certo è che dall’approvazione della legge nazionale, all’adeguamento a livello regionale, al recepimento da parte dei Comuni passerà tempo. Tempo prezioso. E forse ha ragione l’urbanista Vezio De Lucia, che sostiene che in questo caso l’articolo della nostra Costituzione da prendere a riferimento dovrebbe essere il 117 comma 2 (materie per le quali allo Stato spetta la legislazione esclusiva), lettera s – tutela dell’ambinte, dell’ecosistema e dei beni culturali.