Atlante italiano dei conflitti ambientali

segnalato da Barbara G.

CDCA: CENTRO DOCUMENTAZIONE CONFLITTI AMBIENTALI ED ALTRE ESPERIENZE

salviamoilpaesaggio.it, 07/06/2015

Tra le esperienze positive rese possibili dalla rete c’è la sistematizzazione delle conoscenze relative i molteplici conflitti ambientali del Bel paese. L’atlante italiano dei conflitti ambientali è una piattaforma web italiana georeferenziata in progressiva costruzione che raccoglie schede riguardanti controversie ambientali ed è aperta alle segnalazioni di cittadini e comitati.

Il progetto è nato nel 2007 da un idea dell’associazione A Sud (www.asud.net) che come riportato nel sito ha l’obiettivo di indagare, studiare e divulgare cause e conseguenze in termini ambientali, economici e sociali dei conflitti generati dallo sfruttamento delle risorse naturali e dei beni comuni.

Riportiamo ancora dal sito: il CDCA si propone di stimolare l’interesse e il dibattito a livello nazionale ed internazionale sulle politiche di gestione dei territori e sui conflitti in corso per la giustizia ambientale e sociale, informando la cittadinanza, fornendo materiali per studiosi, ricercatori, giornalisti e attivisti e al contempo dando voce alle comunità locali e ai movimenti sociali che non hanno accesso ai mezzi di comunicazione mainstream.

La salvaguardia di ambiente e salute passa attraverso la diffusione di conoscenze e strumenti generati dalla collaborazione tra diverse professionalità e cittadinanza attiva. Trattasi di una mappatura partecipata di semplice utilizzo; attraverso un form gli utenti registrati possono creare una scheda monografica che verrà inserita previo assenso dei ricercatori.

Il CDCA ha collaborato attivamente alla creazione dell’Atlante Globale sulla Giustizia Ambientale, nato da un’idea di EJOLT (Environmental Justice Organisations, Liabilities and Trade); sempre nel sito di CDCA a proposito della mappa globale apprendiamo che il progetto è stato coordinato dal Professor Joan Martinez-Alier dell’Università Autonoma di Barcellona (UAB-ICTA. Il dilagare dei conflitti a livello mondiale è da attribuirsi all’accresciuta necessità di materie prime e a subirne le conseguenze sono le popolazioni più povere.

In Italia le ragioni dei conflitti ambientali sono molteplici: uno studio di caso esaustivo è rappresentato da Malessere territoriale e proteste dai cittadini. Caratteri e peculiarità delle mobilitazioni territoriali nel Veneto di Laura Fregolent, docente di pianificazione urbanistica IUAV. Nel testo confluiscono i diversi conflitti territoriali raccolti per l’Atlante dei Conflitti Terrritoriali nel Veneto, un progetto di Legambiente Veneto e dell’Università Iuav di Venezia che analogamente all’atlante nazionale è una mappatura georeferenziata nella quale sono consultabili le schede monografiche dei conflitti.

L’esperienza di mappatura regionale (ancora in itinere) è confluita nell’analisi dei dati raccolti in grado di restituire motivazioni ed effetti che ci dicono qualcosa in più su questo fenomeno in crescita.

Un lavoro simile ma con finalità differenti è costituito da Nimby forum®, progetto di ricerca sul fenomeno delle contestazioni territoriali ambientali gestito dall’associazione no profit Aris – Agenzia di Ricerche Informazione e Società. Nato nel 2004 è una mappatura dei casi di conflitto nazionali, che parte però dal presupposto che le espressioni di malessere siano ricollegabili alla sindrome “Nimby” (Not in my Backyard), quindi ad interessi individuali che si associano nella difesa delle proprie stabilità. Questa interpretazione non tiene conto della crescente sensibilità nei confronti dell’ambiente, del paesaggio, della tutela dei beni comuni e in stili di vita più sostenibili che accomuna sempre più persone.

A sostegno di Nimby Forum® ci sono diverse realtà imprenditoriali e il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dello Sviluppo Economico. Sta a noi invece supportare l’Atlante dei conflitti del CDCA e le altre esperienze simili con le quali condividiamo lo sguardo partecipativo e mirato alla salvaguardia di persone e territori.

Riferimenti:

http://cdca.it/

http://www.atlanteconflittiveneto.it/

http://www.ejolt.org/

http://www.nimbyforum.it/

Fregolent L., Malessere territoriale e proteste dai cittadini. Caratteri e peculiarità delle mobilitazioni territoriali nel Veneto, Legambiente Veneto e Università IUAV di Venezia, 2012

14 comments

  1. L’uscita di Fassina dal PD.Gius ha (non)commentato sotto effetto arneis (vino bianco piemontese di un certo pregio) e aspettiamo che si ripigli.Dico sommessamente la mia: prima o poi doveva succedere (sempre molto tardi).Non discuto della figura di Fassina , dico solo che nella mia visione programmatica potrebbe essere utile quale ponte fra Civati e Landini (è una mia impressione ma non mi sembrano molto uniti , soprattutto Landini nei confronti di Civati.Poi staremo a vedere.I renziani , come al solito, si sono scatenati sui social con una serie di insulti e di accuse.Peggio dei berluscones e ho detto tutto.Avrei una curiosità da chiedere a Marco2c:
    Per quanto lo riguarda questa uscita la vede come un sollievo per un altro rompicoglioni che se ne va o con una leggera preoccupazione per un partito che,comunque, perde pezzi.Giuro che è una domanda senza polemica e senza ironia. Solo per capire.
    PS. x il mio amico Heiner: non mi rispondere tu.So già come la pensi.

    1. sai come la penso? questo non creto.

      quindi te lo dico lo stesso: penso che come in tutti i casi politici, anche nel caso fassina giochi un ruolo importante il fattore umano. prima la defenestrazione di sostanza, poi quella di fatto, ha sicuramente inasprito un problema che però è tutto politico – e mooooolto più politico di quanto non sia per civati (dove invece la questione personale – e eventualmente di merito – è senz’altro preponderante).
      per la costruzione di un’eventuale sinistra alternativa o di governo o come la vuoi chiamare la presenza di fassina è in sé positiva, perché sposta un po’ verso il campo del lavoro (sindacati, ecc.) l’asse degli interessi, che invece era sbilanciato verso i diritti (meglio due ambiti che uno).

      come poi se la giocherà questa sinistra non lo so. io sono pessimista su tutta la linea, per varie ragioni. sicuramente avremo al più tardi nel 2018 la sconfitta di renzi, di cui però potremo gioire poco (ne riparleremo gli anni successivi). il danno è già stato fatto. non siamo un paese di sinistra, non abbiamo chance.

      1. siamo un paese che protegge, istituzionalmente, gli interessi di destra ed i votanti che dichiarano di voler spostare i centri di potere, poi votano chi, di fatto (mentendo in modo palese) certi interessi conserva e protegge

        1. qualche volta, solo ogni tanto, in alcuni giorni, a seconda delle giornate, esce fuori spontaneamente un pensiero che si trasforma altrettanto automaticamente in testo scritto:

          ma che palle!

      2. Concordo. ( sono un po’ , solo un po’ ,piu’ possibilista sul futuro. E’ vero che non siamo un paese di sinistra, aime’ , ma una chance, almeno una, ce l’abbiamo )

  2. Funivia Cervino-Monterosa? Si può fare

    AOSTA — “Le risultanze delle analisi climatiche supportano l’ipotesi di investimento in questo progetto”. La Fondazione montagna sicura ha detto sì

      1. è vero.
        e pensare che tra Pila (località con ottime piste da discesa) e Cogne (luogo perfetto per lo sci da fondo) era stata recuperata pressochè totalmente la minigalleria ferroviaria che portava i materiali di scavo di alcune miniere per le acciaierie Cogne. Bellissima idea che realizzava un comprensorio ampioe completo (anche per il urismo estivo) con il minimo impatto ambientale, da Aosta a Pila (funivia già esistente) a Cogne (trenino) era troppo facile e troppo bello.
        Ovviamente ci han speso i soldi e poi l’han lasciata lì, credo perchè le due stazioni (cogne e Pila) abbiano avuto paura dei vantaggi eventualmente tratti dall’altra.
        Val d’Aosta: la Sicilia del Nord per infiltrazioni mafiose, già dalla costruzione dell’autostrada Torino Aosta MBianco
        E’ l’Italia ambientale

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