Utili idioti

Airbnb, il sito di affitti tra privati che vale oggi 30 miliardi di dollari si prepara ad un anno critico in cui le autorità municipali danno una stretta.

Sostenitori di Airbnb a New York durante una manifestazione lo scorso anno contro le modifiche ai regolamenti comunali. Foto: Shannon Stapleton/Reuters

di Shane Hickey e Franki Cookney – 29 ottobre 2016 – the Guardian

traduzione Lame

Nella stanza sul retro di un pub a Kentish Town, un gruppo di londinesi della classe media sono appollaiati su sgabelli ricoperti di velluto, mangiando hummus e parlando delle loro proprietà. Sul muro, sopra una pila di fusti vuoti della birra, è in corso una presentazione di slide. Un video del recente annuncio pubblicitario di Airbnb mostra padroni di casa sorridenti che aprono le porte d’entrata di casa e dichiarano il proprio sostegno alla campagna post Brexit di Sadiq Khan “Londra è aperta”

Il pubblico di anfitrioni di Airbnb è lì dopo aver ricevuto inviti individuali dalla società per una riunione di “condivisori di casa” – un concetto poco familiare al gruppo che è leggermente perplesso. Jonathan, un entusiastico dipendente californiano di Airbnb, che è stato recentemente distaccato a Londra per creare i club, è felice di spiegare: “I club di condivisori di casa sono semplicemente un modo di organizzare il tutto in qualcosa…che ha una voce unica…che poi effettivamente agisce come un collettivo” dice, con una fumosa risposta.

Più semplicemente, i club di condivisori di casa sono gruppi di propaganda composti da anfitrioni di Airbnb – gruppi di lobbying informali e flessibili che sostengono la strategia della società presso i politici. I club sono parte di quel che sta rapidamente diventando una controffensiva concertata da parte di Airbnb, il sito fondato nel 2008 quando tre amici di scuola avevano cominciato ad affittare materassi ad aria nel loro appartamento di San Francisco per fare soldi e sono diventati uno dei più grandi marchi di viaggi online nel mondo.

Ma la sua fenomenale crescita si sta dimostrando il suo più grande ostacolo. Le autorità nelle città intorno per il mondo hanno paura dell’impatto che sta avendo sulle loro comunità e stanno ora cercando di arrestare questa sfrenata espansione.

L’ultimo di una serie di tentativi nel mondo per arginare la sua crescita è venuto all’inizio di questo mese quando il governatore di New York Andrew Cuomo ha firmato una legge che multa gli inquilini o i padroni di casa che affittano appartamenti vuoti per meno di 30 giorni.

Contemporaneamente a Dublino, ai proprietari di un appartamento è stato recentemente proibito di usarlo per affitti Airbnb senza permesso delle autorità comunali, sollevando la prospettiva di azioni simili da altre parti.

A Berlino chi affitta più di metà del proprio apaprtamento per affitti abreve termine senza avere il permesso del comune ora rischia una multa di 100mila euro. E a Londra l’anno scorso è stata introdotta una regola dei 90 giorni secondo cui nessuna proprietà può essere affitata su Airbnb, o servizi simili, per più di tre mesi all’anno senza il permesso comunale.

Quinci come sta rispondendo Airbnb? A New York la società ha depositato un ricorso alla corte federale. Ma ad un livello più ampio la società sta sostenendo sforzi per prevenire all’origine questi tipi di azioni. E il miglior modo per frlo, pensa Airbnb, è di far insorgere i suoi milioni di anfitrioni al suo posto.

Lo scorso anno la società ha annunciato piani per il 2016 per creare club di condivisori di casa in 100 città nel mondo. Lo scopo, ha detto, era formare “un potente blocco di sostegno politico fatto direttamente dalle persone”

Il grosso dei club sono in Nord America, con un paio di Australia, sudAmerica e Asia, e un numro crescente in Europa. In Gran Bretagna, comunque, il numero dei club è irrisorio, nonostante ci siano più di 40mila case su Airbnb. La società sta concentrando i suoi sforzi per costruire questa base nel Regno Unito. Gli incontri, come quello della Abbey Tavern in Kentish Town, stanno avvenendo in tutta Londra mentre Airbnb cerca di costruire una campagna dal basso per combattere la minaccia di una maggiore regolazione e pratiche più restrittive.

Agli anfitrioni dell’incontro di Kentish Town viene detto che, all’inizio di quest’anno a Berlino, Airbnb ha fallito, dopo la decisione del consiglio comunale sugli affitti a breve termine – suggerendo così che la società non vuole che questo accada di nuovo da qualche altra parte. Come conseguenza di quella rgolamentazione è stato creato il Club di Condivisori di Casa di Berlino che hanno cominciato a fare lobbying per cercare di cambiare quel che vedevano come una decisione ingiusta. A Londra la regola dei 90 giorni potrebbe non essere pesante se comparata con alt5re città, ma ci sono crescenti richieste per ulteriore regolamentazione.

Jonathan, il dipendente di Airbnb, si tiene alla larga dal dire al gruppo che dovrebbero premere per dei cambiamenti. “Da un lato vorrebbe Airbnb vedere gruppi di Condivisori di casa dappertutto in Europa? Assolutamente” dice. “Condividerebbe i loro interessi?” Assolutamente. Ma che i club decidano che il loro unico interesse è condividere l’elettricista o l’idraulico oppure di fare pressioni politiche è totalmente a loro discrezione” afferma.

La successiva slide è centrata su Barcellona, una città dove, nel 2014, Airbnb è stata multata per 30mila euro per aver violato le leggi sul turismo. Poi un’altra slide che dice “scrivi al tuo deputato” come una delle attività suggerite. “Scrivere lettere ai giornali locali e a funzionari selezionati è ovviamente qualcosa che vorremmo che gli anfitrioni facessero, ma solo se loro sono d’accordo e se sono motivati a farlo” dice Jonathan.

Chris Lehane, capo della comunicazione e delle politiche mondiali di Airbnb, ha detto che i club agiscono “come una voce contro i potenti”.

“Questa gente dovrebbe assolutamente avere la capacità di alzarsi in piedi e rappresentare se stessi e noi abbiamo messo in chiaro che vogliamo fornire supporto e parte delle infrastrutture” ha affermato. “Questo può essere un sistema di pressione incredibilmente efficace. Credo che siamo stati piuttosto trasparenti e aperti a questo proposito”.

La rete dei gruppi di anfitrioni, che nei fatti fanno lobbying per conto della società, sono una dimostrazione di quanto Airbnb è cresciuta dai suoi inizi nel 2007. Allora i fondatori Brian Chesky e Joe Gebbia non potevano permettersi l’affitto del loro appartamento di San Francisco e così misero tre materassi ad aria sul pavimento e li fecero pagare 80 dollari l’uno ai loro primi ospiti.

Perfino per gli standard di crescita rapidi del settore tecnologico, la società si è espansa molto velocemente. Oggi è valutata 30 miliardi di dollari e afferma di avere due milioni di case iscritte in 191 paesi. Questa valutazione posiziona il valore della ditta californiana sopra quello degli hotel Hilton.

Wouter Geerts, un analista ad Euromonitor Internazional, dice che questa crescita rqapida ha portato alla “corporatizzazione” di Airbnb con molti iscritti che sono imprese di ospitalità e persone con proprietà multiple. “Questi potrebbero essere hotel o agenti immobiliari, fornitori di servizi per appartamenti. Tutti guardano ad Airbnb e pensano “in effetti cosa ci impedisce di mettere queste proprietà anche su Airbnb e aumentare un po’ i guadagni? E naturalmente ci sono sempre più storie su padroni di casa che buttano fuori inquilini a lungo termine perchè possono guadagnare di più con Airbnb” dice.
Una delle critiche più frequenti ad Airbnb è venuta dal settore dell’ospitalità che si è lamentato delle differenze in termini di regolamenti a cui devono attenersi gli hotel se comparate con Airbnb. Ma l’organizzazione che agisce da portavoce del settore in Gran Bretagna afferma che non riguarda solo loro. “Molti consigli di quarteiere a Londra hanno espresso la loro preoccupazione recentemente” dice Ufi Ibrahim, direttore della British Hospitality Association. “In gran parte perchè l’economia della condivisione – e stiamo parlando in particolare degli anfitrioni professionali illegali i pseudo-anfitrioni che operano illegalmente – ha messo sotto pressione i prezzi di affitto”.

Crescenti livelli di ostilità ad Airbnb cominciano a venire dai vicini di coloro che affittano le loro case attraverso il sito. Il mese scorso un tribunale immobiliare a Londra ha deciso che i proprietari di case i cui contratti dicono che le loro case possono essere usate solo come residenza privata non possono affittarle a breve termine. Il caso è arrivato in tribunale dopo che il vicino di una disegnatrice d’interni slovacca, Iveta Nemcova, aveva informato i proprietari del condominio che aveva iscritto il suo appartamento su Airbnb. Come risultato, gli anfitrioni Airbnb sono stati avvertiti che potrebbero operare in violazione delle regole dei loro mutui e delle polizze di assicurazione degli edifici.

Un proprietario con cui abbiamo parlato ha detto che l’appartamento a piano terra nel suo condominio è stato affittato su Airbnb da un inquilino senza che il proprietario lo sapesse. Di conseguenza l’assicurazione dell’intero condominio potenzialmente veniva invalidata.

A Londra il consiglio circoscrizionale di Westminster sta indagando su 1.200 proproetà sospettate di venire affittate oltre il limite dei 90 giorni. Finora sono stati emanati solo due avvisi. “In termini pratici è una vera sfida per noi raccogliere prove che gli individui stanno affittando proprietà oltre i 90 giorni” dichiara un portavoce del consiglio.

Airbnb è stata messa sotto la lente d’ingrandimento sia parte dei fruitori che dei politici in tutto il mondo dopo la sua crescita incontrollata. John O’Neill, direttore del Cetre for Hospitality Real Estate Strategy dell’università statale della Pennsylvania, stima che il numero di anfitrioni sia raddoppiato l’anno scorso con un aumento dei ricavi del 60 per cento. Con una tale crescita si è creato un ecosistema di ditte di supporto, tipicamente aziende di gestione di proprietà che inseriscono l’annuncio per il proprietario sul sito e poi possono gestire gli ospiti all’arrivo e alla partenza, consegnando e ritirando le chiavu, per esempio.

Gli effetti precisi di questa crescita sul settore alberghiero non sono chiari. La British Hospitality Association dice che sarebbe “ingiusto” dice che c’è stato un impatto sulla domanda di servizi da parte dei suoi membri come conseguenza di Airbnb – invece l’associazione focalizza le sue critiche sugli effetti sulla situazione degli alloggi. Airbnb dice che la sua crescita è stata un riflesso di come la gente vive e descrive gli attacchi da parte del settore alberghiero come “deludenti ma non sorprendenti”, rifiutando le accuse di avere un effetto negativo sul mercato degli alloggi.

“La condivisione della casa mette denaro nelle tasche della gente normale e distribuisce ospiti e benefici a molte comunità e aziende” ha affermato la società in un comunicato. “Innumerevoli città in giro per il mondo hanno introdotto chiare regole per la condivisione di case e continueremo ad essere buoni partner dei decisori politici e lavorare insieme a misure progressiste per promuovere una condivisione responnsabile”. La gran parte degli anfitrioni seguono le regole, ha concluso.
Che direzione prenda in dibattito su Airbnb dopo un periodo di crescita così rapida è poco chiaro. Alcune società alberghire, invece che continuare a combatter Airbnb, hanno scelto di associarsi. “Le maggiori catene di hotel si sono spostate dal cercare di combattere airbnb. Inizialmente c’erano reazioni inconsulte tipo “dobbiamo coalizzarci cntro questo, non sappiamo esattamente cosa sta accadendo, non sono ben r4egolati. La gran parte delle società sono andate avanti rispetto a questo e hanno cominciato a realizzare il potenziale che porta” dice Geerts. “C’è questo moto a guardare agli affitti a breve termine non come negativi, ma più come positivi e a vedere le domande che cambiano dei consumatori”

Questo è stato evidente ad aprile quando il gruppo francese Accor, considerato il maggior gruppo alberghiero europeo per numero di camere, ha pagato 118 milioni di sterline per acquistare Onefinestay, che offre affitti a breve termine in case di lusso.

O’Neill stima che ci siano 70 lobbisti che lavorano per Airbnb negli USA, con lo scopo di avere l’approvazione di una legislazione favorevole alla società.”La maggior parte degli albergatori con cui parlo hanno accettato l’esistenza e la crescita di Airbnb. Le loro preoccupazioni hanno più a che fare con il fatto che gli hotel e gli operatori Airbnb abbiano pari condizioni, perchè Airbnb ha così tanti vantaggi competitivi ingiusti in comparazione con gli hotel” afferma.

Altri hanno detto che i regolatori devono essere equi sulle regole che Airbnb e società similari devono rispettare. Robert Vaughan, economista con una società di revisione, afferma che c’è una enorme varietà di situazioni – da chi affitta il proprio divano a proprietari con più case – ed è molto difficile applicare le stesse regole a tutti.

O’Neill dice che mentre Airbnb potrebbe continuare a crescere, non avrà la mano libera che ha avuto finora. “Non penso che ci sarà la crescita sregolata per tutti che c’è stata in passato”.

Tornando alla riunione a Kentish Town, la serata finisce con una risposta positiva all’idea del Club dei condivisori di casa. “Dobbiamo scrivere una lettera” suggerisce uno dei presenti. “Dovremmo vederci ogni tre mesi”, dice un altro. Mentre l’incontro sta finendo, praticamente tutti concordano sulla necessità di un club. Jonathan salta dentro di nuovo: “Voglio sottolineare che ci sono altri aspetti dei club dei condivisori di case” dice, lanciandosi in una descrizione di un’iniziativa per il lavaggio collettivo delle lenzuola. Ma pochi stanno ascoltando. Alla fine della riunione al gruppo viene chiesto se vogliono il loro club locale. Quasi tutte le mani si alzano.

fonte: https://www.theguardian.com/technology/2016/oct/29/airbnb-backlash-customers-fight-back-london#comment-86456653

P.s. del traduttore. Il titolo, ovviamente, è mio.

143 comments

    1. Maria Elena ci aveva avvertito che la vittoria del no avrebbe riportato il terrorismo in Italia. Ragazzi, rimettiamo in piedi la colonna – a chi affidiamo il primo comunicato strategico?

    1. Non saprei dire se con la riforma la sanita’ passera’ dalle regioni allo stato o se lo stato avra’ comunque piu’ poteri, pero’ e’ vero che oggi le regioni non hanno tutte lo stesso piano vaccinale e mi risulta che dal sud ancora ci siano persone che “emigrano” in altre regioni per curara malattie importanti.

      1. Prova a cercare la registrazione della trasmissione di Mentana di ieri. Per il SI vengono garantite uguali prestazioni. Per il No non cambia nulla perché puoi mettere tutti gli standard che vuoi (e comunque la costituzione già ora prevede parità di accesso alle cure) ma se la sanità deve essere finanziata con le tasse che la regione incassa, ci sarà sempre una differenza abissale fra le regioni del sud e ad esempio la Lombardia. La Costituzione (o un’altra legge, ora non ricordo) prevede un meccanismo per compensare questa differenza, ma questo meccanismo non è mai stato attivato

        1. Barbara, non devi convincere me, io votero’ no. E’ vero pero’ che oggi le regioni hanno piani vaccinali diversi. E’ una colpa, un’opportunita’, una violazione della costituzione? Io non lo so. La Boschi pero’ non e’ stupida a piegare le incongruenze e me contraddizioni del nostro sistema sanitario alla sua campagna.

  1. A proposito di utili idioti: grazie Scalfari! E speriamo campi 100 anni.

    Il post di Scanzi:

    Sbagliano, i 5 Stelle, ad avercela con Eugenio Scalfari. Ieri il venerabile fondatore di Repubblica è stato encomiabile nel portare voti al M5S e al “no”. Di fronte a un Alessandro Di Battista che si era preparato per giorni davanti allo specchio per stare calmo e ostentare rispetto nei confronti di un intellettuale, per evitare così il rischio di apparire “il giovane arrogante che non ha rispetto del vecchio maestro”, Scalfari ha condensato in mezzora tutti gli stereotipi, i sentito dire e le falsità sui 5 Stelle. In più, seraficamente, ha detto che scrive e telefona di continuo a Renzi per esortarlo a togliere il ballottaggio dall’Italicum, perché altrimenti vincono i grillini e l’Italia muore. Alè. Si è anche intuito che Renzi sia d’accordo con questa idea così illuminata di democrazia, secondo cui sei democratico se operi per far vincere il Pd e sei un criminale se il Pd (a causa peraltro di una legge che si era scritto da solo per far fuori il M5S) perde. Scalfari, con la sua consueta velocità fantascientifica di esposizione, ha anche – seraficamente – detto che il sì al referendum è una gran cosa, perché così facendo il nuovo Senato sarà in mano al Pd, che controlla già gran parte delle regioni: avere un Senato democraticamente eletto, lo capite bene, sarebbe davvero populista. Volgare. Per dirla coi salotti buoni di Largo Fochetti: “disdicevole”. Mentre Di Battista continuava a guardarlo con un mix di “ti rispetto”, “che diavolo stai dicendo Willy” e “continua così che mi fai un gran favore”, Scalfari ha poi parlato delle guerre puniche, di quella volta che cenò con Vercingetorige e di quell’altra volta in cui giocò a bridge con Marx, esortandolo a mostrare Il Capitale a Napolitano prima di pubblicarlo per averne la sacra approvazione. Bei momenti. Non sono mancati altri grandi sussulti. Ad esempio l’insulto – agile, in scioltezza – a quei milioni di stronzi che hanno votato e votano M5S (“Fate ridere”), la litania sul fatto che i 5 Stelle sono tutti comandati da “un comico ricco”, gli accenni a caso a Farage, l’Europa, la sinistra, la Calabria e i fantasmagorici giri “in bicicletta” compiuti per “un anno” da Di Battista. Scalfari, nella sua infinita democrazia, parlava ogni volta mezzora esigendo il silenzio, mentre non appena ci provava Di Battista era solo “un gran parlatore” (cioè un parolaio) che si poteva tranquillamente interrompere (“Taccia e mi faccia parlare”). Un’altra prova del suo gran concetto di democrazia, più o meno così riassumibile: “Noi siamo i buoni e possiamo fare quello che ci pare, voi siete populisti deficienti quindi sukate”. Vamos. Perla finale l’esortazione di Scalfari a Di Battista: “Perché non ha scelto la sinistra? Ad esempio Berlinguer?”. Forse perché Berlinguer è morto quando Di Battista aveva sei anni, e forse perché dopo Berlinguer la sinistra è diventata quel che è diventata. Fino a non diventare niente: cioè Renzi. In neanche un’ora, Scalfari ha riassunto tutti i motivi per cui i renzini non toglieranno neanche mezzi voto ai grillini, casomai viceversa. I 5 Stelle dovrebbero proprio ringraziarlo. E secondo me, dopo la puntata, Di Battista l’ha fatto davvero.

    P.S. Dopo Otto e mezzo, a Piazzapulita c’era la Boschi. In quel salotto, e in generale in tivù, non la si vedeva da un po’. E’ stata bravissima: 3,73% di share, ovvero la prova peggiore di un (ottimo) programma che quest’anno sta andando bene. Maria Elena, ormai, è una garanzia: quel che tocca, le somiglia.

    1. “ha poi parlato delle guerre puniche, di quella volta che cenò con Vercingetorige e di quell’altra volta in cui giocò a bridge con Marx….ecc”

      …..azz, danie’, un po come quando tu ci racconti dei tuoi incontri con kofi annan, le strette di mano a ciampi, il piedino fatto alla regina di inghilterra e di tutto il regno unito, le rivoluzioni in sud america, le tue frequentazioni nella ddr, della sardegna e dei suoi vermentini del sulcis, i tuoi colloqui col papa (leone x credo, mica quello/i di oggi….)…..

      1. Si’, solo che i miei sono racconti veri di eventi vissuti e non ero li’ perche’ De Benedetti mi aveva dato un pacco di soldi.

        PS
        Ti do’ un’altra perla: un paio di anni fa De Benedetti ha dato 500.000 eur ad un mio amico, il quale magicamente e’ stato poi invitato in queste apparizioni con Renzi in varie occasioni e anche con Obama. Ovviamente in cambio dei 500k piu’ il resto ha dovuto vendere l’anima, ma questi sono dettagli.

        Vediamo se indovini chi e’

        1. Dani, è davvero Civati???
          Quando ho letto “un mio amico”, viste le tue inclinazioni ho pensato ad Alfano o Verdini…….
          E comunque calmati, nessuno mette in dubbio le tue avventure la loro veridicità!

          Certo, andartene a parlare con Leone X e fottertene di Francesco, non è bello……ma soprattutto. ….porco che sei! fare il piedino alla vecchia babbiona albionica (balbionica direi….)!

          Ma ora levati dal testa quella feluca con una grande N appiccicata, la mano dall’interno della giacca e rimetti la sciabola a posto,che è ora di fare colazione e prendere le medicine…….

            1. 🙂 🙂 🙂
              Danie, sei uno spasso!

              Ti voglio a capo del direttorio!
              In marsina, stivali, feluca e sciabola in mano!

              Fanculo a quei tristi figuri di Dibba, Dima e compagnia bella!

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