A Giuseppe Prono, Partigiano

segnalato da n.c.60

SE ZEROCALCARE È TROPPO

di Saverio Tommasi* – comune-info.net, 6 giugno 2015

Zerocalcare, uno degli artisti italiani più splendenti, ha dedicato una sua opera in forma di murales a Giuseppe Prono, il più giovane partigiano della divisione Garibaldi, a Montanaro, provincia di Torino. Fucilato dai fascisti l’8 marzo 1944 nella cittadina di Ceres.

Qualche fascistello ha protestato per la stella rossa nel murales, troppo grande, troppo rossa, troppo tutto, e oggi il sindaco di Montanaro ha sancito il verdetto: “disegno di parte, entro agosto quella stella va cancellata, nei bozzetti non c’era”. Anche se quella stella rappresentava proprio la divisione Garibaldi, quella del partigiano Giuseppe Prono, quella in cui il ragazzo scelse di combattere per lasciare a noi un’Italia libera. E memoria significa raccontare tutto, non solo quello che a qualcuno fa comodo dire, specialmente se questo qualcuno è un fascistello stronzetto o il sindaco pavido di una cittadina di provincia.

Io non ho mai sopportato né i pavidi né gli impauriti, gente pronta a coprire i colpevoli purché i colpevoli non si arrabbino. Gente che la Storia gli passa sotto il naso ma loro non la vedono. Gente che se avesse avuto di fronte l’inventore del calcio gli avrebbe detto che no, quel gioco non poteva funzionare perché due porte erano troppe.

Gente che se avesse incontrato Cristo l’avrebbe ripreso: troppi miracoli non richiesti, signor Gesù, lei in questo modo spaventa la popolazione della Galilea.
Il pallone troppo attaccato ai piedi, signor Diego.
Troppo veloce, così impolvera la pista, signor Carl Lewis.
Quel bastone sempre in mano, signor Chaplin, non è il caso, lo posi.
Troppe smorfie nelle foto, signor Einstein.
Troppa pace, signor Gandhi.
Troppo testardo, signor Nelson Mandela, troppe richieste fuori dal tempo.
Troppo lungo il tuo diario, signorina Anna.
Troppi diritti in questa Costituzione, signora Teresa Mattei.

Ecco, ragazzi. Quando qualcuno vi dirà che la verità è troppa, o un po’ troppo scomoda, o un po’ antica, magari demodé, non credetegli. La verità è rivoluzionaria, come diceva l’Antonio internazionale. E pensate sempre a chi ha dato la vita perché noi quella verità la potessimo raccontare. E raccontatela, allora, raccontatela. Raccontatela senza paura, o anche con un po’ di paura, ma raccontiamola sempre la verità. Perché l’unica cosa che ci resta è uno spicchio di quella libertà per cui le partigiane e i partigiani scelsero di vivere una vita faticosa, pur di renderla più facile a noi. Non credete a chi oscura, ascoltate chi apre. Ascoltate il suono dei libri e lo schiocco d’amore di un bacio in montagna. E quando un fascista vi chiederà: “ma che fai?” abbiatene pietà, perché lui quel suono d’amore non sarà mai in grado di sentirlo.

PS. il murales è disegnato sul muro della scuola elementare “Sandro Pertini”. Un altro uomo che per qualcuno, era troppo, troppo una brava persona.

*Attore, scrittore, blogger, Saverio Tommasi è nato a Firenze e ama raccontare storie. “Il mio mestiere – scrive nel suo sito – è vivere le storie… Sul campo. Sul palco, attraverso una telecamera o un libro. Mostrare ciò che non si ha interesse a disvelare”. Quali storie? “Storie scomode. Voglio alzare i tappeti e raccogliere la polvere”. Ha scelto di inviare i suoi articoli a Comune con molto piacere.

9 comments

  1. Non mi turba che i nemici e, in maggior numero, gli stupidi si comportino da nemici e da stupidi.
    Mi turba, e mi inferocisce, chi si appropria, cinicamente proclamandosene erede, della passione ingenua e della dedizione adulta di chi sacrificò la vita perseguendo un ideale.

  2. Quando c”era LUI, queste cse non accadevano.

    Firenze, il grande degrado (e lo strappo delle donne) Piazza Indipendenza è diventata una toilette, la rabbia dei residenti che hanno fotografato i momenti continui di degrado e la svolta di cinque consigliere di destra e sinistra, del Quartiere.
    Dice bene Cacciari: okkio che non c’è solo l’immigrazione in cui pescare….

    1. PARLIAMO DI COSE SERIE
      Firenze, Il patto delle donne anti degrado.

      Così se mercoledì al Consiglio di Quartiere aperto ai residenti di via Palazzuolo, il presidente Maurizio Sguanci potrà presentarsi con una mozione sulla riqualificazione della strada approvata all’unanimità, gran parte del merito è della speciale commissione decoro urbano. Ma soprattutto, del fattore rosa. Sono infatti donne i membri della commissione chiamata ad affrontare l’emergenza degrado che assedia diverse strade e piazze del centro di Firenze: «Sì, siamo state brave a mantenere la barra diritta e andare avanti nel nostro lavoro senza farci condizionare dai partiti» ammette la consigliera del Pd, Ornella Grassi. È la presidente della commissione, composta dalla vice-presidente Roberta Pieraccioni (Forza Italia), dal capogruppo di Sel Serena Jaff e dalle consigliere Pd Lian Pellicanò e Patrizia Bonanni. Martedì in Consiglio nella presentazione delle mozioni per riqualificare via Palazzuolo e piazza Indipendenza, la presidente Grassi si è appellata a un voto «che vada oltre le ideologie e che affronti il problema degrado che non possiamo più ignorare». Nonostante alcune resistenze — emendamenti che non hanno sminuito la portata del testo — ha raggiunto il suo obiettivo: «Se ha influito il fattore di genere? Forse ha favorito il percorso — ammette Grassi — Ma soprattutto ci ha difeso dagli altri fattori di genere, quelli politici».
      Il risultato finale premia la forza delle donne. E lancia anche un segnale politico, ovvero che la questione degrado è così urgente che può azzerare le differenze politiche: «La speciale commissione istituita dimostra l’attenzione alla problematica e la presenza di tutte donne aiuta meglio ad affrontarla — spiega il presidente del Quartiere 1, Maurizio Sguanci — Ma sul degrado continuo a pensare che non ci sia alcuna emergenza».

      Aspetta che gli si caghi in testa. costui?

      1. non è tanto quello il problema, se un paese va sfasciandosi, chiaro che peschi dovunque e facile.
        Penso a quelle donne di diversa estrazione e rappresentanza politica.
        Non so se sia una questione di genere, non penso, ma constato che, evidentemente, hanno ritenuto la misura colma e reagito di conseguenza.
        A restare testardamente attaccato ale sue convinzioni, e nn alla realtà sotto gli occhi di tutti, il presidente di quartiere, carica partitico /amministrativa, che ovviamente deve dir che nn c’è emergenza, son piccolezze.
        Perchè lo fa? Nel suo piccolo, er lo stesso motivo per il quale il PD, che Marino non l’aveva mai digerito, ora lo difende a spada tratta.
        Ma non è un segnle da poco, che quelle donne non gli abbiano creduto e abbiano preso l’iniziativa.
        Se nn si governano i fenomeni, anche conla ncssaria rigidità, ce ne sarà sempre più di gente che li “governerà” a modo suo.
        Brav, le tipe: è così che si fa e si scava il terreno sotto i piedi dei pifferai, di qualsiasi colore.

        1. Fè lo sai quale è la cosa triste? che quelle 5 donne della commissione hanno fatto semplicemente il loro dovere, perchè è doveroso ( o sarebbe) affrontare i problemi dei cittadini pensando prima al bene comune e poi al partito; ma oggi fare il proprio dovere è solo che eroico

        2. Se nn si governano i fenomeni, anche conla ncssaria rigidità, ce ne sarà sempre più di gente che li “governerà” a modo suo.

          è così.

          credo che la questione di genere derivi in questo caso dal carattere fortemente ‘maschile’ di quel degrado. quando una donna teme (spesso giustamente) di passeggiare sola la sera/notte vuol dire che occorre fare qualcosa

Lascia un commento