di Chicco
E’ stata una mazzata storica per noi 5 stelle, ma soprattutto per l’italia, la DC ha vinto, un’altra volta. Nonostante un solo italiano su 5 l’abbia votata ha una legittimazione totale sulla politica interna ed europea (che cazzo adesso il fiscal compact e i tagli chi ce li leva piu’?), e chi li ferma piu’? a suon di proclami di abolizioni fasulle di questo e quell’altro avremo persino un incremento del numero di voti. La ripresa è alle porte, in qualche anno i dati miglioreranno, e nel 2018, quando questo governo arriverà a fine legislatura avremo un governo “come ce lo chiede l’Europa”, una nuova grande democrazia moderna: mozzata nelle rappresentanza, poteri maggiormente accentrati, e l’illusione di essere moderni e veloci nelle decisioni.
Proseguiremo sulla strada delle grandi astensioni, il consumo di suolo e il consumismo sfrenato a tirare l’economia, politiche che se ne infischiano della salute pubblica, privatizzazioni (meglio dette liberalizzazioni) in ambiti cruciali come la salute e tagli al welfare e ai servizi. I poteri forti hanno vinto, e continueranno a vincere. Fiato alle trombe, preparate i calici, la festa continua, il sistema non ha fallito.
Ma… c’è un ma… i 5 stelle hanno un programma contro tutto questo, vogliono una rivoluzione che possa portare il cittadino ad essere al centro delle scelte del paese. Vuole ridurre al minimo (inteso come numero) e nel miglior modo possibile i grandi gruppi industriali, lasciando spazio ad artigianato e piccole aziende, vuole prevenire la salute del cittadino, investire su nuove tecnologie di produzione di energia, modificare il concetto di lavoro (passare dal vivere per lavorare o lavorare per vivere, al vievere e lavorare). Forse è un progetto troppo ambizioso per essere attuato in un paio di tornate elettorali, probabilmente troppo ideologico, magari ancora non ben definito,forse è semplicemente un utopia. Ma io ci credo, perché se non ci credessi “che son passato a fare?!” quindi, per quanto mi riguarda, la rivoluzione ha avuto una battuta d’arresto (ma 5milioni son sempre un bel numero) ma dovrà avvenire, questo modo di concepire il mondo e la società non puo’ continuare cosi’. Mi piacerebbe che qualcuno in piu’ ci aiutasse, che qualcuno in piu’ ci credesse: altro che speranza e 80€, qui noi, vi si propone una nuova società ed un nuovo mondo…
Astenersi perdi tempo, per info chiamare Beppe ore pasti 0039 366 @#°§¬}[453]
Regà, sto’ a scrive ‘na coglionata, ma sta coglionata, fino a mo c’ha aiutato a migliorare, chissà mai non la si raggiunga per davvero!
Buonanotte
Occorre far cazzate e non pentirsi.
Occorre, a cicli alterni, ri-stupirsi
di sé, propria grandezza e propri inganni.
Da diligenti constatare i danni
e l’opra d’arte e dichiarare a Dio:
merda o eccellenza, ma l’ho fatta io.
Buona notte ai grillini che cominciano ad avere dubbi sul fatto che Grillo e Casaleggio siano una risorsa o una palla al piede.
Buona notta ai renziani sempre piu’ convinti di aver trovato il cavallo vincente che ci tirerà fuori
dai problemi.
Buona notte a chi crede che allearsi con Farange e la LePen possa far vincere alla prossima tornata elettorale.
Buona notte a noi senza patria ancora alla ricerca di una guida che forse non troveremo mai.
Buona notte a tutti. Mario De Fusco
Un cavallo di troika, vorresti dire.
Sun
Sì , scusami, sono a Firenze. Il Battistero è completamente nascosto da teli per il restauro, ma secondo me se l’è portato via Renzi e Nardella non se ne è ancora acvirto.
Accorto
dopo giovanardi devo andare da grillo a prendere un malox
Rimanendo in tema, se non la conosci ti piacerá…..
Fummo l’erba
Certo, certo, la gloria ch’ebbe un fuoco
di gioventù rimesta tra le ceneri
il suo tizzo orgoglioso, ma noi teneri
di noi non fummo, né prendemmo a gioco
la vita come un’ultima scommessa.
Noi, di quegli anni facili, all’azzardo
delle fiorite preferimmo il cardo
selvatico, le spine. Dalla ressa
del giubilo scampati al nostro intento
d’essere sole e pietra, nelle mani
segnammo la tenacia del domani
da scavare nel tempo. Nello stento
d’essere soli per vederci insieme
nell’eguale costrutto, fummo l’erba
che alla pietra nutrita si riserba
il suo cespo bruciato. Dalle estreme
radici, nell’impervio ogni parola
salì di quanto a trattenerla c’era
l’ansia d’averla pura, seria, vera
nel segno da rimuovere la sola
vergogna d’esser detta.
Salvammo nell’asciutto, dagli inviti
della corrente, il carcere incantato,
la nostra sete che ci tenne uniti.
Per un grido da rompere, il creato
ancora è il suo costrutto ove s’ostina
l’asino, il cardo, il segno della spina.
(è gatto, ovviamente; ho dimenticato)