Far crescere i cittadini di domani

segnalato da Barbara G.

Per quanto considero Obama sopravvalutato, i concetti qui espressi li vedo in parziale risposta a quanto riportato in questo articolo, segnalato da Sun.

Il pubblico dell’ultimo discorso di Barack Obama da presidente degli Stati Uniti a Chicago, Illinois, il 10 gennaio 2017. (Jonathan Ernst, Reuters/Contrasto)

di Annamaria Testa – internazionale.it, 16/01/2017

Nel commosso ed energico discorso di commiato (qui la sintesi in italiano) pronunciato a Chicago da Barack Obama c’è, tra le molte altre cose rilevanti, un singolo passaggio che vorrei riproporvi. È questo: “Le grandi disuguaglianze corrodono anche i nostri princìpi democratici (…). Non ci sono modi veloci per correggere questa tendenza di lungo periodo. Sono d’accordo che il commercio internazionale debba essere equo e non solo libero. Ma la prossima ondata di licenziamenti non verrà dall’estero. Verrà dal continuo progresso nell’automazione che renderà obsoleti molti posti di lavoro. E quindi dobbiamo formare un nuovo patto sociale, per garantire ai nostri figli l’istruzione di cui hanno bisogno, per dare ai lavoratori il potere di unirsi in un sindacato per chiedere paghe migliori, per aggiornare il nostro welfare così che sia adatto al modo in cui viviamo, per aggiornare il fisco”.

Obama aggiunge: “Se non creiamo opportunità per tutti, la disaffezione e la divisione che hanno fermato i nostri progressi non farà altro che aggravarsi”.

Notate che Obama, tra i fattori che possono contrastare il crescere delle disuguaglianze, cita l’istruzione prima del sindacato. Prima della previdenza sociale (welfare). Prima delle riforme fiscali.

Una vita dignitosa

Questo non significa che previdenza, fisco, tutela dei lavoratori non siano importanti: interventi in questi settori garantiscono che sia preservato un decente e dignitoso livello di qualità della vita per i cittadini. Ma l’istruzione può fare qualcosa in più: migliorare i cittadini stessi. Formare i nuovi cittadini e renderli capaci di continuare a interagire adeguatamente con il mondo che cambia.

Alcuni economisti sostengono che i progressi dell’intelligenza artificiale portano con sé incredibili promesse: incremento della produttività e maggior tempo libero. Altri sostengono che segneranno la fine di un lavoro dignitoso per la maggior parte della popolazione e faranno crescere le disuguaglianze, scrive la Stanford Social Innovation Review.

In realtà, potrebbero succedere entrambe le cose. Aumenterà in modo significativo la domanda di lavoratori iperspecializzati (ma sul fatto che avranno più tempo libero nutro qualche dubbio). Uno studio della McKinsey segnala che entro il 2020, tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, mancheranno circa 83 milioni di lavoratori high skilled.

D’altra parte, calerà in modo ancora più significativo la richiesta di lavoratori con competenze minori. Sappiamo che molti lavori tradizionali sono già spariti. Sappiamo che moltissimi altri spariranno in un breve arco di tempo: e stavolta non si tratta solo dei lavori manuali. Le macchine intelligenti riducono la necessità di impiegare esseri umani, compresi quelli intelligenti.

Sappiamo che gli unici lavori non sostituibili dall’intelligenza artificiale, almeno per qualche decennio, sono quelli che hanno una forte componente intellettuale e creativa. L’intelligenza artificiale è potentissima e velocissima, ma ancora fatica a districarsi nelle situazioni complesse, nuove e ambigue. E non sa inventare.

Un interessante paradosso

Certo, già oggi possiamo avere perfino un computer che sa dipingere come Rembrandt, e che addirittura riesce a costruire una “nuova opera” di Rembrandt studiandosi l’intera produzione del pittore. Ma non abbiamo certo computer capaci di sviluppare autonomamente un nuovo stile pittorico: solo un talentuoso essere umano può riuscirci.

Ed eccoci di fronte a un interessante paradosso. Per vivere e lavorare in un mondo ipertecnologico, diventa cruciale il possesso delle capacità più specificamente umane: comunicazione, lavoro di gruppo, pensiero critico, flessibilità, invenzione. Queste vanno integrate con le competenze di base (lettura, scrittura, calcolo, scienze): quelle che mettono le persone in grado di continuare a imparare.

Oltretutto (a dirlo è sempre la Stanford Review) queste capacità sono fondamentali non solo in termini di occupazione, ma anche in termini di soluzione creativa di complessi problemi globali, dal cambiamento climatico alla crisi migratoria.

L’ulteriore paradosso è questo: occuparsi del futuro, oggi, significa ragionare di un’istituzione antica (e, nella sbrigativa percezione di troppi) polverosa com’è la scuola. Significa migliorare la scuola di oggi e progettare la scuola di domani, e istruire i cittadini di domani, prima e più ancora che progettare le tecnologie di domani.

Significa, infine, che non dobbiamo mai scordarci di rendere onore a chi investe, in questa sfida, tutta la sua competenza, la sua intelligenza, la sua energia e la sua passione.

Questo articolo è dedicato a Tullio De Mauro.

101 comments

  1. Mentre noi siamo occupati con la realtà, a Davos dicono stronzate.
    A parte quelli come Padoan e la Lagarde che dicono che la diseguaglianza cresce e mette a rischio…il capitalismo (mia traduzione), c’è poi l’ineffabile May, sempre più Alice nel paese delle Meraviglie, che “has told the world’s biggest companies they need to start paying their taxes and treat their workers more fairly in order to address the concerns of those who feel left behind by globalisation (trad. “ha detto alle più grandi società mondiali che devono cominciare a pagare le loro tasse e trattare i loro lavoratori con più equità allo scopo di andare incontro alle preoccupazioni di coloro che si sentono lasciati indietro dalla globalizzazione”).

    P.s. precostituzione di alibi per il giorno in cui le arrivano con i forconi davanti al n. 10?

  2. Amici grazie 😍😍
    Volevo spiegare il mio disappunto. Non era rivolto al personale medico e non, che date le condizioni lavora al meglio, ma alla mancaza di risorse, letti, personale (in termini numerici), organizzazione. Sono in un ospedale che ha un bacino d’utenza ampio e con eta’ media alta, da qui il sovraccarico che non e’ episodico.

  3. Il PD impara qualcosa riguardo a misteriose parole (Lavoro, futuro…) al convegno organizzato dal M5S alla camera

    http://www.lastampa.it/2017/01/19/italia/politica/il-convegno-dei-s-sul-lavoro-fa-il-pieno-di-dem-fFNpFwVmw2kh0xbhhppxwK/pagina.html

    Commento di Cuperlo su Facebook:

    Stamane sono andato ad ascoltare la prima sessione (in tutto sono 4)
    di un convegno di due giorni promosso dal Movimento 5 Stelle. L’invito è
    stato rivolto a tutti i deputati e la lettura del programma invogliava
    (almeno me) a capire. Il tema della due giorni è “Lavoro 2025: come
    evolverà il lavoro nel prossimo decennio” e l’aspetto più interessante
    dell’iniziativa mi pare stia nel metodo.

    Il professor Domenico De
    Masi ha curato e coordinato (cito dalla lettera di presentazione) “una
    ricerca previsionale su come evolverà il lavoro nel prossimo decennio.
    La ricerca ha adottato il metodo Delphi e si è avvalsa dei contributi di
    undici prestigiosi esperti della materia: Leonardo Becchetti, Federico
    Butera, Nicola Cacace, Luca De Biase, Donata Francescato, Diego Fusaro,
    Fabiano Longoni, Walter Passerini, Umberto Romagnoli, Riccardo
    Staglianò, Michele Tiraboschi”.

    Alcuni dei quesiti a cui la
    ricerca ha cercato di dare risposta sono (cito ancora) “Nel prossimo
    decennio il futuro del nostro Paese sarà connotato da crescita o da
    decrescita? Come evolverà il mercato del lavoro? I posti di lavoro
    aumenteranno o diminuiranno in rapporto alla popolazione attiva? Quali
    settori saranno carenti, quali adeguati e quali esuberanti di occupati?
    Come evolverà il mix tra lavoro fisico, lavoro intellettuale di tipo
    esecutivo e lavoro intellettuale di tipo creativo? La globalizzazione,
    lo sviluppo dei metodi organizzativi, il progresso tecnologico, la
    longevità, i flussi migratori come influiranno sulla creazione e sulla
    distruzione dei posti di lavoro? La criminalità organizzata come
    influirà sulla creazione e sulla distruzione dei posti di lavoro? Quali
    tipi di professioni vedranno crescere la domanda e quali la vedranno
    decrescere? Il Terzo settore si estenderà o si contrarrà? Rappresenterà
    un modello organizzativo anche per le imprese profit o avverrà il
    contrario? Quale ruolo giocheranno sul mercato del lavoro lo Stato, le
    istituzioni, gli imprenditori, i sindacati, i partiti politici, la
    società civile? Le professionalità disponibili saranno più o meno
    adeguate alle professionalità necessarie per produrre i beni e i servizi
    richiesti dal mercato?”.

    Di alcuni studiosi coinvolti ho letto e
    leggo spesso contributi, saggi, analisi (da ultimo quelli di Riccardo
    Staglianò di cui vi ho parlato anche qui sopra e Leonardo Becchetti). La
    sessione di questa mattina era piuttosto ricca di stimoli. Ho ascoltato
    una bella analisi di Enrico Mentana, e interventi tra gli altri di
    Cacace, Becchetti, De Biase, Donata Francescato.

    Non è usuale
    che su una bacheca o sito o blog del Pd troviate buone parole rivolte al
    M5S (e del resto vale anche l’opposto). In parte questo si spiega con
    le differenze che esistono e che sarebbe sciocco negare. Ma francamente
    voglio dire che ho trovato la loro iniziativa di oggi e domani
    intelligente e preziosa. Almeno per due ragioni.

    La prima è che
    su quei temi la prima necessità della politica è studiare, ascoltare,
    elaborare strategie e soluzioni che a oggi in buona misura mancano.

    La seconda è che parliamo di un futuro nel quale possiamo entrare con
    maggiore autonomia e efficacia se le classi dirigenti di questo paese
    (anche nella politica) trovano la capacità e il coraggio di capire che
    servono visioni di medio e lungo periodo. E queste avrebbero bisogno,
    anche nella dimensione della decisione politica, di un grado di
    condivisione almeno sulle grandi opzioni di fondo.

    Per capirci
    (la terra ha appena tremato di nuovo), se decidiamo che mettere in
    sicurezza suolo e territorio è una priorità che impiegherà due decenni a
    completarsi, meriterebbe scegliere di perseguire quel traguardo,
    chiunque vinca le prossime elezioni e sia chiamato a governare.

    Ecco, stamane le colleghe e colleghi del M5S hanno seminato qualcosa di
    saggio e utile per tutti. Per una volta mi pareva giusto riconoscerlo e,
    per quel che vale, ringraziarli.

    1. Su questo sfondi una porta aperta. Il problema è che il lungo periodo del politico arriva fino all’elezione successiva, fosse anche quella del consiglio di classe dei figli….
      Cuperlo verrà messo in castigo x questa apertura pubblica

      1. il punto è il metodo.
        cuperlo (un po’ per convinzione, un po’ per distinguersi all’interno del pd –
        ora, non è che convegni del genere non esistano. ne viene organizzato uno a ogni angolo, anche e soprattutto dallo stesso pd) pensa ovviamente che su questioni così complesse e contraddittorie è meglio sentire opinioni varie, e che se soluzione è da trovare, è meglio che sia condivisa.

        tutto quanto detto sopra va contro (per ora) la strategia dei 5 stelle.

        1. convegni… professori…dottori…intellettuali… pensavo che fossero oltre, ma allora dipende solo da chi li organizza? o dalle conclusioni sul sacro blog?

            1. ok, certo.
              ma c’è anche (ai piani alti) la certezza (taciuta) che non sanno come cazzo fare (come gli altri, d’altronde, né più né meno)

              1. ne sono sicuro, ma forse (o forse spero) hanno una visione del problema diverso e di conseguenza un approccio diverso dai soliti (bada bene, non migliore/peggiore, diverso)

                  1. che come ho detto spero che, pur non sapendo cosa fare, affrontino i problemi da un punto di vista diverso da quello di chi ha proposto “soluzioni” fino ad oggi
                    ad oggi mi basterebbe

                    1. come cuscinetto sul lavoro del futuro sempre più tecnologico delocalizzato flessibile ed “immaginario” etc etc

                    2. a me andrebbe pure bene (sono a un livello molto più basso di boka in quanto a pretese) ma temo che si rivelerà comunque problematico nel contesto italiano (sufficiente leggere la cornice e il meccanismo su cui dovrebbe fondarsi).

                      ma è uguale, in ogni caso è inutile. eventualmente più interessante una volta che sapremo se il m5s potrà o no governare (ovvero dopo legge elettorale).

                    3. non ne ho idea
                      il reddito, inteso come integrazione per chi ha difficoltà (il vecchio sussidio di disoccupazione, ma per tutte le posizioni lavorative) non mi dispiace, ma non è una cura, magari un antidolorifico.
                      spero che ne venga fuori qualcosa di più e di meglio

                    4. e che ti dovevo dire ? “spero che si ispirino a brancaccio”?
                      per me, veramente, affrontare i problemi da una diversa prospettiva sarebbe già un grosso passo avanti

                    5. In realtà spesso Varoufakis lo chiama “Dividendo universale di base” e lo giustifica a partire dai profitti (enormi) che molte grandi società stanno ottenendo con lo sfruttamento di scoperte che sono state fatte (e PAGATE) dal pubblico, ma di cui nessun governo ha mai pensato di chiedere la giusta parte.
                      Il risultato pratico è lo stesso del “reddito universale di base”, ma concettualmente questo modo di vedere la cosa restituisce al “pubblico” il suo valore, anche in termini economici.

              2. Veramente sul blog e nei meetup si dibatte di queste tematiche del precariato da circa 15 anni. Nel 2006 (undici anni fa) parti’ la riflessione sugli schiavi moderni (http://www.beppegrillo.it/2006/02/gli_schiavi_mod/index.html) che genero’ un libro e molte altre iniziative che poi mi confluirono nel programma del M5S.
                Per cui i giudizi tranchant di chi non conosce le cose, ha zero rappresentanti in parlamento adesso e ne avra’ zero in futuro lasciano il tempo che trovano. Che poi il M5S sia l’unica forza in Italia che guardi ad un orizzonte temporale di 10-20 anni e’ un fatto (ci sono stati convegni sull’energia con esperti del settore che hanno poi generato la serie di quesiti, attualmente in votazione tra i militanti, che andranno a comporre il programma sull’energia per le prossime elezioni).
                Ho l’impressione che molti tra quelli che commentano qui basano le loro opinioni solo su riflessi episodici della stampa di regime, perdendo di vista l’orizzonte. Se magari lasciate stare la messa in piega della Raggi e andate a vedere che cosa si muove nella realta’ vi fate un favore.

        2. heiner, il mov non è la prima volta che organizza convegni.
          da lì a veder prendere posizioni nette per mettere in pratica le cose…..vediamo.
          vediamo come si comporteranno nel futuro, se ad esempio sui referendum si impegneranno oppure no

          1. secondo me si impegneranno. ormai si impegna pure speranza & affini, l’impegno contro i voucher non costa molto….

            più interessante sarà vedere il programma economico preelettorale, se ad esempio ci sarà il reinserimento dell’articolo 18

            ma più di tutto sarà interessante vedere la legge elettorale. sulla base di quella si misurerà ogni passo strategico, non solo dei 5 stelle

          1. IL JOBS ACT: QUALE RIFORMA PER QUALE LAVORO
            Dibattito promosso dal PD milanese
            Faccia a faccia tra Pietro Ichino, Maurizio Landini e Giorgio Tonini
            Via Plinio 38

  4. Per fare crescere i cittadini devono essere consapevoli. Non è facile sentire la voce della coscienza se esiste un regime mediatico che pompa all’unisono e a tutto volume il ritornello che il popolo bue deve imparare. Per capire come funziona il regime dei media basta mettere a confronto situazioni speculari – c’è chi ha vissuto (come me) entrambe le cose descritte in questa testimonianza. In un minuto si capiscono molte cose, basta volerlo:

    http://goofynomics.blogspot.fr/2017/01/argentina-again.html

    1. popolo bue deve imparare…
      viva l’igniorantità, allora….

      ti invito a vedere come sarà la maturità dal prossimo anno, e vediamo se vogliono che il popolo bue impari o se non lo considerano bue a sufficienza

      esci dal webbe ogni tanto….

  5. Ho visto qualche minuto de La Gabbia e, se dovessi cedere ai sentimenti, sarei furioso.
    La tesi d’apertura, introdotta da Telese, è che l’Europa è venuta a fare da esattrice proprio nel momento ferale dei nuovi terremoti.
    Che l’Europa sia fuori di testa nel suo neoliberismo, non ci piove.
    Ma la propaganda viscerale è altra cosa.
    Se appena appena uno ci riflette, le “ingiunzioni” (idiote o no) della UE sono state predisposte, se non comunicate, prima dei nuovi terremoti.
    Un minimo di razionalità, per Dio!

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