Il giorno della spaccatura

segnalato da barbarasiberiana

ITALICUM, IL GIORNO DELLA SPACCATURA DEL PD. BERSANI, SPERANZA E LETTA VOTANO CONTRO RENZI

La giornata che era iniziata con la bocciatura delle pregiudiziali delle opposizioni si chiude nel caos per i democratici dopo la decisione di porre la fiducia. E ora il premier vuole asfaltare i suoi oppositori.

Di Marco Damilano – espresso.repubblica.it, 28/04/2015

C’è un seggio vuoto nell’aula di Montecitorio, accanto a quello occupato dal vice-segretario del Pd, il renziano Lorenzo Guerini, e resterà a lungo senza occupante. È il posto del capogruppo dimissionario Roberto Speranza, in dissenso con il segretario-premier Matteo Renzi. Alle tre e venti del pomeriggio, quando la ministra (così la chiama anche il circuito interno della Camera) delle Riforme Maria Elena Boschi dichiara che il governo metterà la fiducia sulla legge elettorale Italicum, Speranza non c’è.

Arriva più tardi, verso le quattro, mentre l’aula ribolle di rabbia: crisantemi lanciati contro i banchi del governo, urla contro la presidente della Camera Laura Boldrini («venduta!») e contro il governo («maiali, rottinculo», grida il forzista Maurizio Bianconi), sottili disquisizioni («Renzi fascista», esclama il forzista Renato Brunetta). Speranza si siede, imbarazzo con Guerini, i due quasi non si parlano, immagine chiave di una giornata che non potrà essere dimenticata.

Qualche minuto dopo, infatti, il mite, riflessivo, posato ex capogruppo annuncia il suo strappo: non voterà la fiducia al governo Renzi. Il Pd si spacca, sul provvedimento decisivo, la legge elettorale. A furia di tirare di qui e di là, la forzatura di Renzi produce un risultato certo, l’Italicum approvato a passo di carica, e una drammatica spaccatura nel Pd dove un’ala parla di Renzi come Enrico Berlinguer parlava di Bettino Craxi nel 1984, ai tempi della scala mobile. «È in gioco la democrazia», alza la voce Pier Luigi Bersani. Anche lui non voterà la fiducia, come Rosy Bindi. La minoranza del Pd passa all’opposizione. E in serata si aggiunge un altro no pesante: quello dell’ex premier Enrico Letta.

Eppure la seduta era partita più che soft: soporifera. E il voto sulle pregiudiziali di incostituzionalità , a voto segreto, alle due del pomeriggio avevano consegnato al governo il più schiacciante dei risultati. Più di centosettanta voti di scarto, 384 a 209 nel caso del primo voto, 385 a 208 nel secondo, nel segreto dell’urna, un baratro tra maggioranza e opposizione, a prova di qualunque imboscata di eventuali franchi tiratori. In Transatlantico, nella pausa pranzo, in molti scommettevano che con numeri così rassicuranti difficilmente Renzi avrebbe potuto mettere la fiducia per ammazzare il dibattito. Solo in due casi, infatti, la fiducia è stata utilizzata sulle leggi elettorali: nel 1923, governo Mussolini sulla legge Acerbo, e nel 1953, governo De Gasperi sulla legge Scelba, la legge-truffa. Altri tempi, di tragedia e di tensione. Oggi, 27 aprile 2015, il clima dentro e fuori l’aula era piuttosto grigio, di ferro e di fumo, di contrapposizioni arrugginite, di stanchezza.

Invece all’ora del supplì si è consumata una partita a poker con doppio bluff. Il bluff degli oppositori dell’Italicum: dimostrare che i numeri erano sicuri per poi tendere qualche trappola in qualche voto segreto su un emendamento minore. E quello di Renzi: fingere di credere alle buone intenzioni dichiarate della minoranza interna al Pd. Così il premier che aveva già vinto la partita ha proseguito nell’unico schema che gli è congeniale, come un giocatore costretto a ripetere all’infinito sempre la stessa mossa: stravincere. Asfaltare, come si dice su twitter, gli avversari. Non perdere un minuto. Correre, correre sempre. Si è vinto nei voti segreti? Bisogna stravincere.

Alle tre e venti tocca alla Boschi annunciare la fiducia che azzera il dibattito. L’aula esplode. Insulti, «non si tirano fiori in aula», si duole la Boldrini con i colleghi di Sel. «Non ci farete diventare un’aula di manipoli renziani. Diciamo no al fascismo di Renzi!», tuona Brunetta, beccandosi il rimprovero di Ignazio La Russa, «questa è una farsa, non è il fascismo!». «Questo voto è un’occasione perduta. Sarà lacerante. E sulla legge elettorale esiste l’eterogenesi dei fini, chi la fa per se stesso finisce per favorire qualcun altro», ragiona il decano di Montecitorio Pino Pisicchio, antica saggezza democristiana. La Lega non trattiene la contentezza. Il Movimento 5 Stelle alza il tono e promette due giorni di fuoco. Ma la polveriera è altrove. Nel Pd.

Il partito più grande, in questo momento, non ha neppure un capogruppo. A sostituirlo non è lo zelante Ettore Rosato, il vero capogruppo del Pd si chiama Matteo Renzi. Con la fiducia sull’Italicum ogni ponte è saltato. Il 15 gennaio di un anno fa il neo-eletto segretario del Pd aveva motivato l’incontro del Nazareno con Silvio Berlusconi con la necessità di una maggioranza larga per fare le riforme: «non è nel nostro stile farle da soli». Ah, che disgrazia le questioni di stile, dice la canzone di Ivano Fossati, al diavolo lo stile, domani l’Italicum sarà, forse, una buona legge elettorale invidiata da tutti, come promette Renzi, ma oggi è il nome di una divisione che attraversa quel che resta del Parlamento e spacca il Pd, rottama gli ultimi leader del passato. Per paura o per arroganza o per entrambe le cose. O per la coazione a ripetere di un leader costretto a interpretare sempre se stesso. Senza alternative.

QUI l’articolo completo di video.

238 comments

  1. Quando lo sento parlare ho sempre il dubbio che si tratti di Crozza. Parla come un tg mediaset”la vita di periferia e la voglia di farcela”. Alla fine la forma e il linguaggio sono anche sostanza.

  2. Visto che il dibattto tra antagonisti” e M2c continua (compreso il fronte secondario con Heiner) continua, vorrei chiedere se qualcuno si è posto la domanda: “da dove vengono e come sono nati i renziani”? Intendo quelli veri, quelli che credono sia giunta l’ora di finirla con le menate (cit.) delle congreghe di suore ipocrite dalle orsoline civatiane alle cappuccine bersaniane. Nascono e reagiscono violentemente in relazione al peccato originale di tutta quella che oggi si chiama minoranza e che ieri era la maggioranza. In particolare non dai dirigenti con radici nella DC ma nel PCI. A prescindere dalla “conventio ad excludendum” che impediva al PCI di governare (e comunque era uno spauracchio se aveese preso i voti col cacchio che gli USA lo impedivano) da Togliatti in poi la questione era ben chiara. Il PD di Veltroni nasce nel testo di Palmiro: “Sui ceti medi e la questione delle alleanze”. Di fatto c’era una “doppiezza”di fondo per cui buona parte dell’elettorato pensava che fosse una manovra per beccarsi i voti ed espropriarli il giorno dopo le elezioni (grossolana semplificazione). Vorrei dare con calma una breaking news: Il PD di Veltroni, gli interessi delle classi medie li ha incorporati tutti (privilegiando quelli della classe dominante, senza dubbio, ma l’equazione per la maggioranza non cambia). Ora, la domanda è, ma da D’Alema (che quando voleva modernizzare il partito altro che Renzi rottamatore sembrava una macchina disboscatrice della foresta amazzonica) a Bersani (che sogni il recinto alle grida – lo so, non c’è più – come il modello ideale di società) tutti distratti? Incompetenti? Incapaci di capire? No, molto più probabilmente intenti ad esercitare la doppiezza atavica.
    A questo aggiungete il malaffare, il partito degli affari, un pò di Brlusconi, i potentati finanziari, la globalizzazione ed avrete il quadro generale. Sta di fatto, ne sono convinto, che, diciamo forse, senza quella doppiezza il malaffare, il carrierismo ed i potentati non sarebbero nati (o forse non avrebbero invaso il PD così diffusamente).
    Per capirci, il mio discrimine è semplice, se il PD (o la sigla all’epoca operativa) alla pubblicazione del libro di Fassino, dove Craxi era i moderno e Berlinguer quello che non aveva capito le modificazioni della società, lo avesse legato alla gogna (dopo averlo espulso con ignominia e procedura immediata) per una ventina di giorni, oggi potrei pensare (solo pensare) di votare PD.

    1. PS. Letto adesso il discorso della Camusso e i bla bla bla sull’uomo solo al comando.Non aiuta a capire, non colpisce dove deve, alimenta solo quello che rischia di diventare il prossimo caso di pacificazione nazionale. Renzi non è De Gaulle e nemmeno la Thatcher (i paragoni con Benito sono ridicoli). Quando la finiranno di trattare gli italiani come potenziali clienti di CEPU (Perchè Luca ha scelto CEPU? Perchè il tutor conosce i miei esami……) senza capacità di raziocinio non sarà mai troppo tardi.

    2. Il PD si sarebbe chiamato forse diversamente e tu voteresti un partito al 4%.

      Quindi mi sento di dire che non sarebbe cambiato proprio nulla.

      Le cose non nascono perchè qualcuno si distrae o lascia fare. Non in democrazia.

      1. Manchi il punto. Cerco di essere consistente quando ragiono. Non ho detto che dovevano impedirlo ma che hanno aderito pensando di cambiare tutto senza cambiare nulla. Non continuare sul punto del 4% non è il cardine del mio ragionamento. (Fatta salva la mia opinione su Fassino).

        1. Hanno aderito perchè il mondo stava cambiando e i modelli di riferimento si erano rivelati inadeguati, inefficienti o inapplicabili.

          Ci sono stati anche quelli che NON hanno aderito. (Tutti noi ci siamo trovati difronte a una scelta e abbiamo scelto)

          Oggi fanno testimonianza (4%) o sono ancora lì a chiedersi per quale oscura macchinazione la gente non li capisce più.

          Non si tratta nemmeno di particolare lungimiranza da parte di chi ha deciso di voltare pagina, ma di semplice presa d’atto del passaggio di un’epoca.

          1. Dillo con parole tue, bisognava diventare ladri e tangentari per gestire i centri di potere e “vincere”

            Quello da guardare non è il 4% dei votanti sel, ma il 40% di astenuti + 20% di m5s, più il fatto che devi governare con alfano.
            Ma oramai la menzogna è diventata forma mentis, non ti possiamo chiedere obbiettività

            1. Quando il gioco il fà duro…il 4% è la base di inizio.Bisogna rimettersi in gioco.Senza aspettare rottami e rottamati.No Expo dimostra:non è un problema di nomi.B. o Renzi pari sono.Servono nuovi Stati Generali per la Sinistra.

  3. Faccio una riflessione,e mi rivolgo principalmente a heiner e m2c.
    Discutiamo spesso di governo, del pd in particolare, della politica di renzi.Con toni abbastanza accesi ma finché si tratta di parlare, che ne so, degli effetti del job act, cose che per noi rimangono astratte perché non ci toccano (o non ci hanno ancora toccato) direttamente rimaniamo spesso a discussioni di principio, a volte anche con slogan (nel caso specifico non abbiamo dati numerici su cui confrontarci, anche se sono successe molte cose che dovrebbero far riflettere, ma non divaghiamo…).
    Quando si parla di cose molto concrete, come l’interesse di una parte politica (del vostro partito nella fattispecie) verso una causa, fatti penalmente rilevanti, etc….diventate delle iene.
    cosa è che vi spaventa? perché dovete sempre dar la colpa agli altri? e’ così difficile dire “il pd ha fatto una cazzata”? o pensate veramente che si possa parlare di politica senza una visione (auto)critica delle cose? O pensate veramente, ad esempio, che la battaglia per il reddito minimo sia una minchiata? (e allora il discorso cambia)?

    Una riflessione sul fare politica.
    Tutto è politica. Anche scegliere al supermercato la marmellata certificata bio, o che è fatta a forlì invece che nel Belgio è politica. Dove sta la suddivisione relativa a “la politica la facciamo fare ai politici”?

    1. perché dovete sempre dar la colpa agli altri?

      ammetterai che questa domanda suona un po’ strana in un blog in cui tre post ogni due (aumentano!) danno la colpa al pd de laqualunque. 🙂

      per il resto io mi baso sempre sul possibile e sulle opzioni in campo. su libera ho detto: due partiti che non hanno voluto sporcarsi le mani con il governo si fanno belli con un’opzione che crea non pochi casini nel reperimento fondi. ma tant’è. i fondi ci sono.

              1. Nessuno ci ha provazo seriamente, ma se qualche “sprovveduto” ci avesse provato i 5* non avrebbero accettato. Hanno sempre detto chiaramente quali fossero le condizioni, appoggiare di volta i progetti di legge a loro congeniali.

                1. Solo un ingenuo (Civati?) poteva cadere in una trappola tanto palese fino al punto (!!!) di essere disposto a regalargli il PDC.

                  Pensare che il M5S (in quel momento) potesse fare un governo con il PD ma anche con chiunque significava non aver capito una beata fava del movimento di Grillo/Casaleggio come lo stesso Grillo si è sgolato di ripetere come lo dicesse a un deficiente che non ci arriva…

                2. Eh eh eh
                  Sì, ti voto quello che credo così non mi impegno, ti tengo per le balle e quando ti ho cotto a puntino ti faccio cadere e passo all’incasso.

                  Solo uno sprovveduto (per usare un eufemismo) avrebbe potuto accettare una cosa simile.
                  Irricevibile.

                  1. Sì sono fatti tenere oer le palle da Berlusconi e Alfano. Pensi sia stato meglio?
                    Per te è irricevibile fare un accordo con m5*, per me è irricevibile un accordo con la destra
                    Questione di sensibilità politica , evidentemente. ..
                    In ogni caso, pensaci bene. …se fosse fallita la collaborazione con n5*, con cui qualche punto di contatto c’era, un qualche motivo sensato per far digerire le larghe intese ci sarebbe stato (finalità la sola legge elettorale, però. ..).
                    Un governo di legislatura con formazioni politiche con idee e obiettivi *teoricamente ) opposti è un non senso.
                    Ma che tu consideri naturale allearti e imbarcare esponenti del cdx lo abbiamo capito. Mi spiace, ma a me non riesce.

                    1. Con il senno di poi (non ho la lungimiranza del nostro mc2) possiamo dire che c’erano piu’ punti di contatto con la dx e che il pensiero che ci fosse piu’ vicinanza con i 5* era un’illusione.

              2. Con il senno di poi,dato i personaggi,un governo con Scientology oggi sarebbe già un ricordo perso nella memoria…Ha ragione Staino:la colpa del fallimento della sinistra stà nella incapacità e arroganza di chi l’ha gestita.Renzi e Grillo sono effetti non cause…effetti letali.insieme sarebbe stato un disastro!

      1. essendo il pd al governo è un po’ difficile dare la colpa al gruppo misto se le cose vengono fatte male, non credi?
        casini nel reperimento fondi: pensi che gli 80 euro siano stati spesi bene? magari con lo stesso impegno economico avrebbero potuto aiutare chi è sotto la soglia di povertà. E sarebbe stato molto più utile. C’è gente che rinuncia a curarsi, o se deve andare dal dentista da milano va a marghera all’ambulatorio di emergency. e non sto scherzando…..

            1. ???????
              dietro al nick heinerddr c’è una persona (almeno credo…. 🙂 #sischerza ) militante piddino convinto.
              sto cercando di capire quali sono i “paletti”. E cosa fa paura nella discussione.
              sto analizzando il “microcosmo pd”. Mi colpiscono i meccanismi di appartenenza che saltano fuori quando le critiche diventano molto concrete.
              se ti riferisci al fatto che facendo domande non si hanno risposte chiare, beh, in questo senso sto discutendo da sola…..

              1. heiner è un fedele. (punto) 2lire è uno che va in chiesa giusto per… muove la bocca duranti i canti, ma non ne conosce uno, inoltre scommetto gira con una fetta di salame in tasca da companatico per la comunione.

      2. Sul fatto che sia difficile reperire fondi per il reddito minimo hai ragione, ma dipende anche da come lo si attua e da come si sceglie di spendere i soldi mel complesso .

        1. certo, su questo punto mi piacerebbe sentire discorsi meno altisonanti e più concreti. mi potrei fare un’idea. ma francamente… uno è anche stanco, alla fine.

          1. A mio parere quelli di libera hanno il compito di promuovere l’idea, spetta poi ai parlamentari entrare nel concreto della realizzazione, anche se si trovano all’opposizione, altrimenti resta un vaniloquio inutile.

  4. Ieri sera ho abbandonato Santoro quando ho visto Emiliano (di cui mi ero fatto un’idea superficialmente favorevole sulla base dell’immagine mediatica) arrampicarsi nervosamente sugli specchi a difendere il PD con praticamente l’unico argomento che l’ideologia totalitaria sovietica era un’aberrazione orribile. Quando si dice la forza della ragione!

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